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TESTO Mc 2, 23-28; 3, 1-6

padre Paul Devreux

IX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/03/2000)

Vangelo: Mc 2,23 - 3,6 (forma breve Mc 2,23-28) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 2,23 - 3,6

23Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. 24I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». 25Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? 26Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». 27E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! 28Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

1Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, 2e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. 3Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». 4Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. 5E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. 6E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Il tema centrale di questo vangelo sembra essere il v. 27: "Il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato".

Gesù passa in un campo di grano con i discepoli e qualche fariseo: stanno andando in sinagoga per il culto festivo.

I discepoli strappano qualche spiga di grano per togliersi la fame.

I farisei lo considerano un'infrazione all'osservanza del sabato.

Gesù gli risponde parlando di ciò che fece Davide di sabato, trovandosi nel bisogno con i suoi uomini; poi termina con la famosa frase: "Il sabato è fatto per l'uomo".
Che cosa significa?

Il sabato è il giorno in cui si prega e si riposa, ci si ferma per riflettere sul senso della vita; è il giorno del bilancio.

Avere una giornata cosi ogni tanto è un dono di Dio; ed è ciò che distingue l'uomo libero dallo schiavo, che deve lavorare sempre.
Gesù, con questo slogan, ci rivela il valore del sabato.

Vivere il sabato o la domenica in un modo legalista, lo svuota e ne stravolge il significato. Se io osservo il sabato per paura di Dio, per paura che se non vado a messa mi punisca, faccio di Dio un tiranno e del sabato una schiavitù.
Il sabato è un dono che Dio fa all'uomo.

Abbiamo bisogno di riscoprire questo dono. Si lavora tanto e si fanno mille cose importanti, ma quanto tempo ho per domandarmi: "Chi me lo fa fare?"
Vivo o sopravvivo?

Noi oggi abbiamo il nostro sabato ed è il tempo libero che consideriamo sacro; guai a chi ce lo tocca. Problema è: come adoperarlo. O lo uso realmente per curare i miei bisogni più seri, o lo uso per l'evasione, l'hobby, il viaggio.

Tutte cose belle, ma c'è il rischio di tornare al lavoro demotivato.

Penso che è bene che ognuno cerchi di valutare quali sono i suoi bisogni fondamentali, quelli che, se non sono curati, mi rendono la vita amara. Io vedo importante il sapere chi sono, l'avere un futuro, sapere su chi posso contare, è importante conoscere Dio e sapere chi sono per lui.

Il sabato mi serve proprio per fare questa ricerca. Vuole essere un'isola di pace, non di fuga dalla realtà, una meta e un punto di partenza per la settimana entrante, per ripartire con l'entusiasmo di chi dice: "Questa vita vale la pena di essere vissuta".

Se non riesco ad impostarlo bene rischio di vivere uno stress continuo, e poi cado nella depressione, nell'esaurimento o in qualche eccesso come l'alcol.

Gesù ci chiede solo di fermarci, per poter servire la nostra vita e aiutarci ad impostare le cose nel miglior modo possibile.

Vediamo l'esempio di quest'uomo invalido che si ferma in sinagoga. Gesù non sente discorsi, ha deciso di aiutarlo a stare bene. Non lo guarisce di sabato per provocare i farisei, ma perché possa benedire Dio; perciò si prende cura del suo bisogno.

Il nostro impegno domenicale non è un obbligo nel senso che se manchiamo Dio ci castiga, ma lo è nel senso che risponde ad un nostro bisogno fondamentale, e i bisogni vanno curati.

Chiediamo al Signore il dono di vedere la domenica come un servizio che lui fa alla nostra vita, e di tramandarlo come tale. E' una grande responsabilità che abbiamo, perché l'uomo che si allontana da Dio rischia di allontanarsi anche da se stesso vivendo una evasione continua.

Abbiamo la responsabilità di presentare la domenica positivamente.

Signore, grazie per il dono del sabato o della domenica, per il dono di un tempo in cui posso fermarmi per contemplare la vita che mi stai donando.

 

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