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TESTO Un annuncio di speranza per l'uomo di oggi

don Roberto Rossi  

Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno C) (03/04/2010)

Vangelo: Lc 24,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,1-12

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

Di fronte a questa situazione dai molti aspetti preoccupanti potrebbe farsi strada una sfiducia generalizzata, un'assenza di ideali e di prospettive per il futuro, ma la festa della Pasqua ormai vicina rappresenta per tutti noi una garanzia e una possibilità di vita nuova, di prospettive ideali profonde, di una speranza rinnovata.

Cristo risorto è l'uomo nuovo e tutti coloro che entrano in comunione con Lui diventano persone nuove, capaci di rinnovare questo mondo malato. Naturalmente questo rinnovamento non è un fatto magico che si produce istantaneamente come conseguenza dell'intervento di un deus ex machina, ma il frutto di un cambiamento di mentalità e di prospettiva che ha la sua origine dall'esperienza vitale con Gesù Cristo risorto e vivo, riconosciuto come Signore del mondo e della storia.

Innanzitutto questo cambiamento si realizza nella parte più intima di noi stessi, nel nostro spirito, quando, attraverso l'adesione della nostra Fede e la partecipazione ai Sacramenti, siamo trasformati in Lui e diventiamo creature nuove con Lui: siamo riappacificati con Dio e posti in una dimensione nuova verso gli altri e verso il mondo.

L'esperienza di questa novità però non può essere relegata solamente nella realtà spirituale, altrimenti si rischia di ridurre la dimensione della Fede cristiana nell'intimismo, come se si trattasse solo di un aspetto psicologico: la salvezza di Cristo risorto pervade tutta la nostra esistenza e spinge l'uomo a rinnovare il mondo con l'energia nuova che promana da questa forte esperienza.

Il cristiano allora, partendo dall'esperienza di Cristo che egli fa per mezzo della sua Fede, riceve da Lui una spinta a collaborare al rinnovamento del mondo intero, cercando di animare la società dello spirito evangelico.

L'esperienza del fallimento della logica del mercato come panacea dei mali dell'economia, ci richiama all'esigenza di governare i fenomeni economici con un richiamo ai valori etici della giustizia, della chiarezza, della trasparenza e della solidarietà, senza dei quali la nostra società va verso la sua rovina. Il cristiano allora si impegna perché questi valori siano sempre praticati nel campo economico e i cosiddetti "furbetti" siano smascherati e puniti.

Il cristiano, che scopre mediante la Fede che siamo chiamati a formare una grande famiglia nel nome dell'unico Padre, si impegna per abbattere tutti i muri che quotidianamente innalziamo verso gli altri, per creare un clima di accoglienza reciproca volta alla costruzione della civiltà dell'amore e alla formazione di una società in cui tutti sono chiamati a dare il loro contributo nel rispetto dei diritti e dei doveri di ciascuno.

Se noi cristiani avremo maggiore consapevolezza della bellezza e della importanza della nostra Fede, reagiremo con decisione anche al clima di ostilità che si vuole creare contro la Chiesa, perché sentiremo la Chiesa come nostra madre e ogni offesa recata a lei la sentiremo come inferta a noi stessi. Consapevoli comunque che le forze del male non prevarranno, rimarremo saldi nella testimonianza della Fede e contribuiremo, con la nostra umile coerenza e fedeltà al Signore e alla Chiesa, a rendere la Chiesa, di cui siamo membra attive, più bella e più credibile.

Questo è il senso e l'augurio della nostra Pasqua 2010. Cristo è risorto! Alleluja!

 

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