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TESTO Pasqua e Missione: dalla passione di Cristo alla risurrezione dell'uomo

padre Romeo Ballan  

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Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno C) (04/04/2010)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,1-9

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Riflessioni

Un brano pasquale del Vangelo di Giovanni ci introduce nella Festa odierna. L'arrivo di alcuni pellegrini greci a Gerusalemme, nell'imminenza dell'ultima Pasqua di Gesù, ha l'effetto di un'esplosione luminosa sul mistero che si avvicina. Quei pellegrini hanno una domanda nel cuore e sulle labbra: "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21). Erano persone di lingua e cultura ellenica, convertiti o simpatizzanti per il giudaismo. Il loro desiderio ha un ricco significato missionario. La domanda va ben oltre la curiosità di conoscere la star di turno. Essi appartengono a un altro popolo, vengono da lontano, il viaggio è stato faticoso, portano in cuore motivazioni spirituali... Vogliono vedere Gesù: non per un saluto fugace, ma per conoscerne l'identità, coglierne il messaggio di vita. Nel racconto di Giovanni, ci sono altri dettagli vocazionali e missionari: per arrivare fino a Gesù, occorrono spesso delle guide, degli accompagnatori. Quei pellegrini cercano intermediari della loro cultura, Filippo e Andrea, gli unici tra gli apostoli ad avere nomi greci.

Quei pellegrini greci assumono un valore emblematico: assieme ad altre persone di origine non ebraica (come il centurione di Cafarnao, la donna Cananea ed altri), sono le primizie dei popoli lontani, chiamati anch'essi a mettersi in cammino sulle vie del Signore. L'aspirazione a cambiare vita, conoscere il vero Dio, e magari incontrare Cristo, è insita nel cuore di ogni persona. È un desiderio che attraversa i secoli, incrocia persone, popoli, culture; alcune volte è esplicito, molte altre è muto, intuitivo, indescrivibile, spesso confuso, frammentario, contraddittorio, ma è sempre un gemito che nasce dal profondo della vita. Sono veri SOS dello spirito, piccoli ed eloquenti come un sms... Più che le parole, spesso gridano i gesti, le situazioni, le sofferenze, le tragedie, i silenzi...

"Vogliamo vedere Gesù!" Egli risponde alla richiesta dei pellegrini greci, annunciando che è giunta la sua ora, l'ora di essere elevato da terra per attirare tutti a sé (Gv 12,32), perché tutti i popoli arrivino alla vita in pienezza. L'ora del chicco di grano, che muore per dare molto frutto (Gv 12,24). Qui c'è un dato autobiografico: il chicco che muore per dare vita è Gesù stesso. Egli sta parlando di sé e mostra l'unico cammino che porta alla vita: passare attraverso la morte e la risurrezione. Solo chi percorre questo itinerario sarà poi in grado di annunciare ad altri il Cristo morto e risorto. L'evangelista Giovanni indica chi è in grado di far vedere Gesù agli altri: sono gli apostoli, che, dopo aver incontrato personalmente il Risorto, annunciano con gioia pasquale: "Abbiamo visto il Signore!" (Gv 20,24). Per l'evangelista Giovanni tutto l'arco della Missione è racchiuso in queste due frasi: "Vogliamo vedere Gesù!" e "Abbiamo visto il Signore!" Il percorso è completo in tutte le sue fasi: inizio, incontro, dialogo, crescita, maturità, gioia, irradiazione...

Chi darà risposta a tante attese? La risposta è affidata a uomini e donne, che siamo noi cristiani, testimoni del Risorto. Non basterà una risposta teorica o la ripetizione di una formula; la risposta missionaria deve partire dalla conoscenza amorosa, dalla conversione e adesione a Cristo. I cristiani, i missionari devono poter affermare, come gli apostoli dopo la risurrezione: "Abbiamo visto il Signore!" (Gv 20,24). "L'apostolo è un inviato, ma, prima ancora, un esperto di Gesù" (Benedetto XVI). Anch'egli deve diventare un chicco di grano che muore per dare vita. Solo così può annunciare il Vangelo con credibilità ed efficacia. (*)

Dall'esperienza di vita nuova in Cristo nasce l'impegno missionario dell'annuncio e della condivisione. Da quando Cristo è risorto, c'è un nuovo modo di rapportarsi: con Dio, tra gli esseri umani, con il cosmo, con le forze del bene e quelle del male... Una vita migliore è possibile, grazie all'impegno di coloro che credono in Cristo risorto e prendono su di sé la causa dell'uomo.

Credere nella risurrezione di Cristo porta a impegnarsi per la risurrezione dell'uomo. Il tema della ostensione della Sindone, che ha luogo a Torino (10 aprile - 23 maggio 2010), contiene una forte carica umana e missionaria: "Passione di Cristo - Passione dell'uomo". Cristo, uomo dei dolori, continua oggi la sua passione nei dolori dell'uomo. Di ogni persona. Per la sua passione e risurrezione, Cristo diventa il capostipite della nuova famiglia umana che nasce dalla Pasqua: è la famiglia dei risorti, chiamati a vivere da risorti. Oggi, per laici, suore e preti, far Missione è collaborare con lo Spirito del Risorto, perché la risurrezione di Cristo diventi risurrezione dell'uomo. Così la contemplazione della passione di Cristo non guarda solo al passato, ma diventa impegno per il presente e il futuro: sfocia necessariamente in un rinnovato impegno missionario!

Parola del Papa

(*) «La risurrezione non è passata, la risurrezione ci ha raggiunti ed afferrati. Ad essa, cioè al Signore risorto, ci aggrappiamo e sappiamo che Lui ci tiene saldamente anche quando le nostre mani si indeboliscono. Ci aggrappiamo alla sua mano, e così teniamo le mani anche gli uni degli altri, diventiamo un unico soggetto, non soltanto una cosa sola. Io, ma non più io (cf Gal 2,20): è questa la formula dell'esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo. Io, ma non più io: se viviamo in questo modo, trasformiamo il mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e il programma che s'oppone alla corruzione ed all'aspirazione al potere e al possesso».
Benedetto XVI

Omelia nella Veglia Pasquale, 15.4.2006

Sui passi dei Missionari

- 4/4: Pasqua nella Risurrezione di Gesù Cristo, Salvatore di tutti i popoli. Alleluia!

- 4/4: S. Isidoro (ca. 570-636), vescovo di Siviglia e dottore della Chiesa, ingegnoso nelle scienze e nell'organizzazione, riconosciuto come l'ultimo Padre della Chiesa latina.

- 4/4: S. Benedetto Massarari, detto il ‘Nero', discendente di schiavi africani (Sicilia, 1526-1589), religioso francescano, il primo africano nero ad essere canonizzato (1743). Compatrono di Palermo.

- 4/4: Ricordo di Martin Luther King (n. Atlanta, USA, 1929): leader dei diritti civili, integrazione razziale e "non-violenza-attiva", Premio Nobel della Pace (1964), ucciso a Memphis il 4/4/1968.

- 5/4: S. Vincenzo Ferrer (1350-1419), sacerdote domenicano spagnolo, uno dei più grandi predicatori e missionari itineranti nell'Europa occidentale.

- 7/4: S. Giovanni Battista de la Salle (1651-1719), educatore, fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Pio XII lo proclamò (1950) speciale patrono di tutti i maestri.

- 7/4: Giornata Mondiale della Salute, organizzata dall'ONU-OMS.
- 8/4: Giornata Mondiale dei Rom e dei Sinti.

- 9/4: B. Tommaso da Tolentino (ca. 1260-1321), sacerdote missionario francescano, che arrivò fino in Cina, e fu martirizzato in India.

 

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