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TESTO Nel museo della memoria!

padre Mimmo Castiglione

Giovedì Santo (Messa in Cena Domini) (01/04/2010)

Vangelo: Gv 13,1-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 13,1-15

1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. 2Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, 3Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. 5Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. 6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 7Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». 8Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». 10Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? 13Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. 14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 15Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.

Nel tesoro del mio cuore: un catino,
una brocca ed un asciugatoio.
Che tanto mi ricordano un pozzo,

il bacile di Pilato e la mia vergogna!

Visibile la Chiesa, in Cattedrale, stamattina.
Il Vescovo riunito con i suoi Diaconi, il Popolo, il Clero.

Consacrati gli Olii santi durante la celebrazione Eucaristica:
sintesi e memoria di tutto il Mistero.
Ora, di sera, inizia il Sacro Triduo Pasquale,
con la celebrazione della Messa della Cena del Signore.

Si ricorda la lavanda dei piedi: consacrazione sacerdotale dei discepoli,
e non gesto folcloristico, pittorico e tradizionale.
Si comprende nel contesto dell'Ultima Cena.

Deposte le vesti solenni liturgiche: s'interrompe la Pasqua antica.

Così come sarà deposto dopo dalla croce il Signore, per la resurrezione.
Gesù consacra i suoi discepoli,
come Mosé consacrò Aronne ed i figli.
Li consacra, li lava con la sua passione:
con lo spirito, con l'acqua ed il sangue,

per aver parte con Lui alla sua unzione, e partecipare al suo sacerdozio,

e dunque alla sua passione, sacramentalmente, facendo memoria.

La buona e bella notizia di oggi ci presenta Gesù,
che prima della sua passione, durante la cena pasquale,
alzandosi (sorgendo) e deposte le vesti,
lava i piedi dei suoi discepoli. E serve!
Con la lavanda li consacra. È il suo testamento.
Il Maestro insegna a servire con umiltà e gratuità
fino alla fine, o compiendo il fine, donando se stesso.
Dopo aver lavato i suoi (con la passione),
riprese le vesti, ed adagiandosi di nuovo,
la cena prosegue diventando nuova.

Mi ascolto.

Mi rendo conto di quanto mi sia difficile "lavare i piedi" degli altri,
servendoli umilmente e gratuitamente nel loro bisogno,
anche con il perdono, così come ha fatto Gesù.
Servire chi? - Mi chiedo. - Servire l'altro in che cosa?
Difficile per me lasciarmi "lavare i piedi" dagli altri.

Lasciarmi servire da chi? In che cosa?

PREGHIERA

Signore Gesù, sai ciò che ti aspetta dopo,
e nonostante tutto continui a tendere la mano, a servire.
Anche a Giuda lavi i piedi, oltre che a Pietro,
che per superbia o per pudore non voleva!
Ti togli le vesti spogliandoti della tua dignità,

in nome della tua investitura battesimale.

Sorgendo ti abbassi e lavi i tuoi discepoli,
per insegnare loro a servirsi nel loro bisogno e perdonarsi.

Poi rimetti le vesti, come per riappropriarti di ciò che t'appartiene, e t'adagi.

Mi rendo conto di quanto mi sia difficile amare come te Gesù: per-dono,
non tenendo conto delle offese ricevute,
vuoto a perdere, a qualsiasi prezzo e sempre.

Il mio amore è fondato sul contraccambio.

Sono incapace di servire l'altro gratuitamente e regalare,

soprattutto se questo richiede abnegazione, rinuncia e sacrificio.
Voglio che gli altri mi amino secondo le mie aspettative,

e se questo non avviene allora sono guai!

Il mio voler bene non è eterno,
finisce ai primi accenni di rifiuto e di ostilità.
Non riesco ad essere fedele, sono adultero,
ogni occasione è buona per tradire!

Pietà di me Signore Gesù, ho servito l'altro calcolando il ritorno dei miei interessi.

Ti consegno, Signore, questa mia incapacità di servire con umiltà:
l'altro che mi rinnega e mi tradisce
l'altro che parla male di me e che mi è ostile,
l'altro che non obbedisce ai miei voleri e che mi snobba,

l'altro che non mi considera ed è ingrato.

Pietà di me Signore Gesù,

anch'io sono stato ingrato con quanti mi hanno servito nel mio bisogno,

pensando che tutto mi era dovuto.

Benedetto quel luogo, Signore Gesù, dove hai lavato i tuoi discepoli,
spezzato il pane, fatto bere all'unico calice,

alitato il tuo Spirito, e perdonato ogni peccato.

 

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