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TESTO La paga di Dio

don Luciano Sanvito

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Mercoledì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (22/08/2007)

Vangelo: Mt 20,1-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 20,1-16

1Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. 7Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.

8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Dio paga tutti con la sua pienezza.

Anche se tutti sono diversi e lavorano nella vita in modo diverso.

Questa diversità agli occhi degli uomini si chiama diseguaglianza, agli occhi di Dio si chiama pienezza.

Dio chiede di lavorare per Lui, pagando pienamente.

L'uomo chiede di lavorare per Dio, pagato diversamente.

Ma la logica umana non prevale su quella di Dio.

Sull'amore di Dio non può esserci nessun sindacato, non si può avanzare alcun diritto umano, in quanto la scelta di Dio è un dono che rispetta la giustizia umana, ma la vive non secondo il dovere, ma seguendo l'amore.

Davanti alla misura umana ci sono i primi e gli ultimi.

Davanti alla misura di Dio ci sono solo lavoratori, chiamati da Lui.

Ogni chiamato, nella risposta, non appare solo pagato, ma appagato.

La CHIAMATA è il vero dono, la vera paga, il modo di misurare il valore.
Non è la RISPOSTA umana, che è soltanto la conseguenza.

Quando la risposta umana viene messa prima della domanda fatta da Dio, prima della sua "vocazione" al lavoro, si crea la disuguaglianza.

DIO PAGA TUTTI E SEMPRE, NON ALLA FINE, MA NEL CHIAMARE

 

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