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TESTO Commento su Giovanni 8,12-20

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della V settimana di Quaresima - Anno C (22/03/2010)

Vangelo: Gv 8,12-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

"Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio".

Come vivere questa Parola?

Una frase su cui verrebbe da sorvolare nella certezza che almeno su questo punto stiamo a posto. Magari ci sono tante cose da rivedere nella nostra condotta non sempre in sintonia con le esigenze evangeliche. È il cammino in cui appunto ci stiamo impegnando. Ma conoscere Dio: su questo punto stiamo a posto! La stessa convinzione dei farisei che stanno colloquiando con Gesù.

Al di là della connotazione negativa che il termine farisei ha assunto, essi erano esperti conoscitori della Parola di Dio a cui cercavano di attenersi scrupolosamente. Ne fa fede lo stesso Paolo che dichiara di essere cresciuto nella più rigida osservanza. Eppure Gesù, proprio a loro dice: "Non conoscete né me, né il Padre mio".

L'ammettere che di fronte alla persona di Gesù, del Padre e dello Spirito Santo le nostre conoscenze non vanno oltre all'incerto e confuso balbettio di un bambino, è il primo indispensabile passo da compiere perché Dio stesso possa diradare le tenebre che offuscano il nostro sguardo.

È partendo di qui che l'affermazione di Gesù: "Io sono la luce del mondo" può farci trasalire di gioia, lasciando intravedere la possibilità di una conoscenza che non si riduca a una sterile elaborazione intellettiva di sapore filosofico, ma che sgorghi da una relazione, da un'esperienza viva, forse intraducibile verbalmente, ma sicuramente più vera.

Quando si fatica a trovare parole adeguate per esprimere chi è l'altro, anzi chi sono io, vuol dire che si è vicini a una conoscenza autentica della persona. Se questo vale per la persona umana, quanto più lo si deve dire di Dio!

Quello che chiamiamo il cammino spirituale è riconducibile a quest'unico impegno: lasciarsi raggiungere dalla luce di Cristo per essere guidati verso una conoscenza esperienziale di Dio, nell'umile consapevolezza che non la esauriremo mai, né oggi, né nell'eternità.

Nella mia pausa contemplativa, proverò a tacitare il pensiero nel suo legittimo e certamente lodevole intento di scandagliare la Parola di Dio, per lasciarmi folgorare dalla luce di Cristo. Mi aiuterò ripetendo lentamente, fin quando il pensiero ne sia totalmente assorbito: Tu sei la luce del mondo.

Alla mia richiesta di mostrarmi il Padre, tu, Gesù, mi rispondi di fissare lo sguardo su di te. Ebbene, aiutami a non distoglierlo mai, neppure quando sono nell'attività più frenetica: che nel mio cuore ci sia sempre un angolo tranquillo, inondato dalla tua luce, dove io sosti ininterrottamente.

La voce di un Dottore della Chiesa

La natura di Dio in sé stessa, nella sua propria sostanza, supera ogni rappresentazione. Nessuno può in qualche modo rendersela familiare, giacché sfugge a ogni tentativo di formulazione. [...] Chi ha purificato il suo cuore può contemplare l'immagine della divina natura nella sua stessa anima.
san Gregorio di Nissa.

 

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