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TESTO Prologo sulla terra

don Daniele Muraro  

I Domenica di Quaresima (Anno C) (21/02/2010)

Vangelo: Lc 4,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,1-13

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».

5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

affinché essi ti custodiscano;

11e anche:

Essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Avere una storia è una dimensione essenziale dell'uomo (uno ce l'ha anche quando dorme), poterla conoscere e orientare è una componente non secondaria della sua riuscita.

Anche la nostra fede ci parla di una storia, la storia della salvezza. Per di più questa fede proviene da una catena di generazioni che ce l'hanno trasmessa e pretende di condizionare, in meglio, la vicenda personale di ciascuno e quella sociale di tutti.

Quanto sia importante la storia per per la fede del popolo ebraico l'abbiamo ascoltato nella professione: "Mio padre era un Aramèo errante; scese in Egitto... Gli Egiziani ci maltrattarono... Allora gridammo al Signore... il Signore ci fece uscire dall'Egitto... e ci diede questa terra... Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato!"

L'Aramèo errante, nomade attraverso le steppe dell'Oriente, cioè Abramo, è suo padre e non solo un suo lontano progenitore. Il fedele si sente in immediato contatto con lui. È stato lui con la sua fede iniziale a permettergli di godere anche per quell'anno dei frutti della terra, dono di Dio.

Sull'argomento del frutto dovremo tornare in quanto è il tema Diocesano per questa Quaresima. È importante che l'ebreo ricordi la sua storia e la reciti davanti al sacerdote per rinforzare la sua identità e il rapporto che lo lega al Signore, ma per la conoscenza dei fatti il suo racconto non è fondamentale.

La cronaca degli avvenimenti sarebbe nota lo stesso anche se senza che tutti la ripetessero ogni volta. Infatti riguarda episodi pubblici.

La cronaca delle tentazioni di Gesù invece nel Vangelo appartiene alla sfera privata. Nessuno avrebbe potuto non solo dettagliarla ma nemmeno congetturarla, se Gesù non avesse parlato lui personalmente ai suoi apostoli rivelando un episodio nascosto della sua esistenza terrena.

Un po' come quella volta nell'Orto degli Ulivi quando i suoi soli tre accompagnatori erano caduti addormentati. Solo da una informazione diretta uscita dalla bocca del Signore risorto i suoi Apostoli hanno potuto conoscere il dettaglio di quei momenti di angoscia. Significativamente si tratta del momento iniziale e di quello finale della vita pubblica del Signore.

Alla stessa maniera nella Bibbia troviamo rivelati particolari che altrimenti non potremmo conoscere, dell'inizio e della fine della storia del mondo, ossia la tentazione e la caduta di Adamo nel paradiso terrestre e la trasformazione finale del mondo con la gloria dei risorti.

Anche di quest'ultimo argomento ha parlato Gesù e ne ha dato un assaggio anticipato sul monte Tabor al momento della Trasfigurazione, come sentiremo domenica prossima.

Dunque ci furono delle tentazioni subito dopo il Battesimo per il Signore, come ci fu una prova per Adamo; con una differenza, Adamo barcollò e cadde e invece Gesù rimane saldo in piedi e vince.

Due sono le osservazioni da fare sul tema. La prima è che per quanto pensiamo di avere tutti i fatti sotto controllo c'è una parte della realtà che ci sfugge ed è quella che si consuma nel segreto della coscienza di ogni persona.

Esiste un'area segreta nella vita di ciascuno che è il santuario della coscienza, inacessibile e inviolabile dall'esterno dove ciascuno decide del destino proprio ed esistono occasioni eccezionali in cui si prendono decisioni capaci di condizionare tutto il resto della propria esistenza.

Diceva uno scrittore francese: "La vita intera di un uomo dipende da due o tre sì e da due o tre no detti tra i sedici e i vent'anni." Tutto il percorso seguente di una persona procede da poche decisioni enumerabili sulla dita di una mano assunte nella propria adolescienza.

La storia civile per lungo tempo è stata raccontata facendo perno sulle guerre, qualcuno nel millesettecento ha proposto di scandirla secondo le scoperte scientifiche. Poi è venuta la bomba atomica, e adesso siamo più consapevoli che una giusta ripartizione delle epoche storiche deve considerare le tappe del progresso morale dell'umanità cioè delle buone pratiche apprese e delle cattive condotte lasciate.

La seconda osservazione è che noi siamo condizionati, non solo dall'esterno, dalle tentazioni che ci assalgono, ma anche dall'interno, dalla nostra stessa imperfetta ferita umanità.

Poiché Adamo ha voluto troppo presto e male, noi siamo sempre sul punto di cedere alla soddisfazione e al piacere immediato a scapito del nostro bene persistente. Si chiama concupiscienza.

Perciò la Chiesa consiglia la rinuncia. Il vero bene sta al di là di un fossato; per afferrarlo occorre fare un salto. Chi gli corre incontro banalmente incespica e cade; bisogna prendere la rincorsa. Si tratta di tornare indietro, almeno dapprincipio, di prendere le distanze da ciò che sembra un bene totale e invece ne è solo un mezzo.

Alle tentazioni del potere, della ricchezza e del successo, è capace di rinunciare chi non ha rinunciato all'amore di Dio. Come Gesù nel Vangelo. L'esperienza comprova che il desiderio sregolato conduce alla delusione e alla rovina. All'opposto la la Scrittura proclama: "Chiunque crede in Lui (Dio) non sarà deluso".

La Quaresima è proprio il tempo adatto per riprendersi spiritualmente e moralmente. Anche rinunciando a qualcosa.

 

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