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TESTO Commento su Matteo 1,16.18-21.24

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S. Giuseppe (19/03/2010)

Vangelo: Mt 1,16.18-21.24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,16.18-21.24

16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa;

Davanti a Giuseppe è facile uscire dalla stanza della meditazione ed entrare in quella della supplica. Queste, fra le tante possibili, alcune parole di un padre all'uomo giusto, sposo di Maria, con udito così fine da ascoltare la voce degli angeli e piegarsi dinanzi al volere di Dio.

Signore,

stavolta è un papà a prendere la parola. Per pregarti nel giorno di festa di Giuseppe, il padre giusto, la trave solida nella casa di Nazareth, lo sposo di Maria, il padre vergine di Gesù, il Figlio tuo.

Com'è difficile la preghiera dei padri. È rara, povera, appena accennata. Ai padri spesso basta lo sguardo in alto, un sospiro trattenuto, una ruga accentuata. Ma anche i padri pregano, chiedono, attendono, e la mia preghiera è per altri: per i figli, innanzitutto, per i cari di casa, per la propria donna che non è solo madre.

Per far prima a dire cosa chiede un padre, Signore, mi affianco a Giuseppe e prendo le misure. Come lui, anche io - padre - vorrei imparare a riconoscere le labili tracce degli angeli; a credere alla Parola portata dall'annuncio; a serbarla stretta, per solo obbedire.

Come Giuseppe, mi basti l'amore sponsale per credere al mistero della vita affidata ad una carne debole e alla fatica delle mani, mi basti a resistere alle minacce di Erode, a custodire la vita, nel silenzio operoso.

Signore, anche i padri conoscono la desolazione, come Giuseppe, quando pensò di rimandare Maria, e sopportò come roccia, perché si fidò di lei e tu visitasti il suo sonno a portargli conforto.

Dammi la fede di Giuseppe, Signore, e visita anche i miei sonni agitati. Anche a me porta il coraggio per non temere la vita e per accogliere ogni cosa che viene da Te.

San Giuseppe, sii tu benedetto, stammi vicino e, con te, vicini mi siano la vergine madre e il figlio dell'Altissimo. Amen

Commento a cura di Don Angelo Sceppacerca

 

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