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TESTO Paziente fiducia...

don Carlo Occelli  

III Domenica di Quaresima (Anno C) (07/03/2010)

Vangelo: Lc 13,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,1-9

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Stiamo percorrendo questo itinerario quaresimale come una grande avventura che ci conduce al passaggio finale della Pasqua. Dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dalla tristezza alla gioia. Che bello!

In questo percorso abbiamo già scoperto due passaggi segreti: il silenzio e la bellezza. Questi primi passaggi segreti occorre che continuiamo a custodirli, non ce li dobbiamo dimenticare.

Oggi gli interlocutori del Maestro gli pongono un interrogativo a seguito di due eventi tragici: il massacro di alcuni giudei per mano dei romani e il crollo della torre di Siloe che provocò 18 vittime.

Chi ha peccato? Di chi è la colpa? Come mai in ultimo Dio permette tutto questo? Quelle persone morte avevano colpe più grandi di tutti gli altri?

Sostanzialmente si cerca un colpevole che giustifichi tali massacri.

Ma Dio non c'entra nulla in tutto ciò! Nel primo caso, infatti, l'origine sta nella violenza degli uomini, nello specifico dei romani. Nel secondo caso è probabile che la torre non sia stata ben costruita: oggi probabilmente diremmo che qualcuno speculò sulla qualità del cemento o del ferro...

Insomma, di fronte a queste morti, forse più che cercare altrove i colpevoli, da una parte possiamo chiedere dove sta la responsabilità dell'uomo, dall'altra possiamo anche farci un altro interrogativo.

Di fronte alla morte, infatti, che ci appare sempre come ingiusta!, possiamo forse chiederci: ma che senso ha la vita? Che senso ha la mia vita? Già, perché sotto quella torre potrei anche esserci io, in modo inaspettato. E allora di fronte alla possibilità della morte improvvisa, forse posso domandarmi come vivere meglio la mia vita oggi. Se accadesse a me quella disgrazia? Quale senso sto dando al mio tempo?

Non a caso, in modo deciso e netto, Gesù dice per ben due volte: se non vi convertirete perirete tutti allo stesso modo! Se non vi convertirete, c'è il rischio di morire senza un senso del vivere.

I due passaggi segreti che abbiamo già percorso, allora, ci spingono ad una cambiamento nella nostra vita! Il vangelo ci invita, oltrepassati questi due passaggi, a cambiare vita. Essi ci spingono a tornare indietro, a convertirci, a cambiare strada.

Allora ci domandiamo: dove sta andando la nostra quaresima? A che punto sono? Devo ancora partire? Sto perdendo il mio tempo?

Per entrare nel cambiamento occorre scovare il terzo passaggio segreto. Gesù ce lo mostra con la parabola del fico.

Sono anche io di quelli che stanno sfruttando il terreno, senza portare frutto? Sto forse sfruttando il tempo senza dargli un senso?

Gesù, dopo le parole chiare che ci invitano alla conversione, mostra ancora il suo volto: io ho fiducia in te.

Se un grande personaggio, un vip, verso cui nutriamo una sincera stima - magari un leader religioso, o politico, o un grande della terra, o semplicemente il nostro capo al lavoro - venisse ad incontrarmi e dicesse: "Senti, nonostante tu non abbia portato frutto fino ad ora, io ho grandissima fiducia in te. Tu hai delle spiccate qualità, grandiose potenzialità! Sei veramente in gamba e voglio affidarti delle responsabilità!"... probabilmente me ne andrei a casa tutto felice dicendo ad ogni persona che incontro: "Hei, ma sai che il Signor Tal dei tali - proprio lui!!! - mi ha detto che ha tantissima fiducia in me? Sono proprio felice, mi darò un sacco da fare!...".

Ma ci pensiamo mai che è Dio che viene a sussurrarci: io ho fiducia in te?!
No?... beh, allora fermati un attimo a meditarci :-)

Nella nostra vita, pensandoci un poco, sappiamo che le relazioni che ci hanno fatto crescere, sono quelle basate sulla fiducia. Le persone verso cui abbiamo riconoscenza sono quelle che, alla fine, hanno riposto in noi la loro fiducia. Che non significa passare sopra tutto. La fiducia è esigente... ma anche paziente.

Mi fermo un attimino, respiro con calma, invoco lo Spirito e prego: Signore, non ti stancare mai di me! Continua a zappare, insisti con il concime! E grazie! Grazie della tua fiducia...

Questa settimana Gesù ci indica questo passaggio segreto della vita: la paziente fiducia di quel contadino (è Lui!) che sostiene: "lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime".

Lo stupore verso la fiducia che Gesù pone nei nostri confronti ci apre anche alla qualità delle nostre relazioni. Sono tra quelli che velocemente vogliono tagliare chi non porta frutto? Sono un genitore esigente... ma con paziente fiducia? Sono un amico che semina fiducia? O sono veloce ai sospetti, ai giudizi?

Auguro ad ognuno di vivere questa settimana seminando paziente fiducia... è questa il vero concime che provoca il frutto!
Buona settimana!

 

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