PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Se non vi convertite, perirete tutti

mons. Gianfranco Poma

mons. Gianfranco Poma è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

III Domenica di Quaresima (Anno C) (07/03/2010)

Vangelo: Lc 13,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,1-9

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

l cap.13 del Vangelo di Luca di cui leggiamo un brano (13,1-9) nella domenica III di quaresima, si colloca proprio al centro del viaggio di Gesù verso Gerusalemme, lungo il quale il discepolo viene educato a stare con lui, per condividere la passione e sperimentare la forza della sua risurrezione.

Per due volte risuona il richiamo deciso di Gesù alla conversione, come condizione necessaria perché non sia distrutta l'esistenza umana. Ma che cos'è questa "conversione" a cui Gesù richiama "tutti", questa "inversione di rotta" secondo la nostra terminologia, o "ritorno" secondo l'ebraico, o "cambiamento di mentalità" secondo il greco?

La conversione a cui Gesù richiama i suoi ascoltatori ha un senso preciso, estremamente denso, che coinvolge tutta la persona, con la sua intelligenza, la sua responsabilità e la sua libertà e implica la decisione circa l'orientamento radicale da imprimere alla propria vita. Non per nulla il brano che precede richiama alla necessità di saper discernere "i segni dei tempi", alla responsabilità di saper "giudicare da sé" e al coinvolgimento totale della propria vita.

Certo, la conversione suppone l'ascolto del bisogno di verità a cui il cuore dell'uomo aspira e l'incontro con Dio come unico bene che può soddisfare l'inquietudine dell'uomo: Gesù chiede ai suoi discepoli la conversione guidandoli all'esperienza interiore della verità e all'incontro con Dio, in realtà, proponendo se stesso, la propria esperienza personale, come via da percorrere per raggiungere la verità di una vita pienamente realizzata.

Tutto comincia così: "In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici". Riferiscono a Gesù di un massacro di pellegrini galilei avvenuto nel Tempio, ordinato da Pilato: era ben nota la crudeltà con la quale il governatore della Giudea reprimeva ogni tentativo di ribellione al potere romano. Probabilmente vogliono spingere Gesù, Galileo, a prendere posizione, mettendolo in difficoltà di fronte all'autorità romana e rafforzando così i suoi oppositori. L'intenzione di Luca che lega strettamente la questione posta a Gesù con ciò che egli prima aveva detto, è di mostrarci che cosa significhi saper interpretare "i segni dei tempi": come leggere un evento di crudeltà non in chiave politica, ma come "parola di Dio"? Come leggere nella fede un fatto di sangue della cronaca?

Gesù, di sua iniziativa, allarga il discorso ad un altro fatto, non causato da uomini, non politico: è una disgrazia accaduta, è la morte di diciotto persone per la caduta della torre di Siloe: come leggere nella fede questo evento nel quale sono morte, per caso, diciotto persone?

Gesù che si dimostra ben informato, ben inserito nella vita concreta del suo popolo, invita a riflettere su due eventi drammatici, uno causato dalla crudeltà degli uomini, l'altro accaduto al di fuori della volontà umana. Anche la fede ebraica si poneva la domanda su come interpretare il problema del male, della sofferenza: il libro di Giobbe aveva indagato questo problema sotto tutti gli aspetti e aveva concluso confessando l'inadeguatezza della mente umana nel rispondere, ed affermando una fiducia rinnovata nel mistero di Dio creatore.

Gesù, posto di fronte al massacro dei Galilei e alla catastrofe della torre di Siloe, si trova, come ogni uomo, ancora nella stessa situazione di Giobbe: perché il dolore? Perché il dolore causato da uomini? Perché il dolore innocente? Anche i discepoli di Gesù non sfuggono al tentativo di dare una risposta alle domande più angoscianti stabilendo una relazione tra il peccato e la sofferenza. La risposta di Gesù è categorica: "No, dico a voi", per due volte con forza afferma che non c'è legame stretto tra il peccato e la sofferenza. I Galilei non erano più peccatori degli altri e i diciotto morti sotto la torre di Siloe non erano più colpevoli degli altri abitanti di Gerusalemme: Gesù riprende esattamente la posizione della conclusione di Giobbe.

Ma Gesù va avanti: "Ma se non vi convertite tutti alla stesso modo perirete". Dopo aver negato il rapporto tra sofferenza e peccato, Gesù sembra poi affermarlo: in realtà egli ci invita ad un cammino nuovo di ricerca di verità. Affermare il rapporto diretto tra peccato e sofferenza significa anzitutto "giudicare" l'altro come peccatore, condannarlo alla sua sofferenza giudicata meritata, tendere a deresponsabilizzare se stessi ed evitare di scendere nel profondo complesso della propria interiorità, ma significa soprattutto pensare a un Dio che castiga, dimenticando che Dio ama ciò che Lui ha creato.

Ed è proprio in questa luce che possiamo capire l'invito altrettanto forte di Gesù: "Ma se non vi convertite tutti allo stesso modo perirete".

Già i profeti antichi hanno invitato il popolo alla conversione. Ma essi stessi, prendendo sempre più piena coscienza della realtà umana fragile, sono arrivati con Geremia ed Ezechiele ad annunciare un tempo nel quale Dio stesso avrebbe dato all'uomo un cuore nuovo. Nella parabola che Gesù adesso pronuncia, in qualche modo sintetizza tutto il cammino compiuto dall'esperienza del popolo ebraico: "Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna". E' Dio il padrone che ha piantato un fico. "Venne a cercare frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Taglialo dunque". Anche Giovanni il Battista, ultimo dei profeti antichi, ha minacciato il popolo in nome di Dio: adesso il vignaiolo è Gesù che non minaccia, ma si assume tutto l'impegno di venire incontro alla debolezza dell'uomo, è lui che intercede, prega per l'uomo. Gesù dà un senso nuovo alla storia: non è più il tempo del peccato dell'uomo e della collera di Dio, è il tempo della fragilità dell'uomo condivisa dal Figlio che Dio ama.

"Se non vi convertite tutti allo stesso modo perirete", non è più una minaccia ma una preghiera rivolta a tutti gli uomini perché "cambino mentalità", cambino il loro rapporto con Dio: di fronte alla sofferenza e al dolore non pensino ad un Dio che punisce ma rinnovino la loro fiducia in un Dio che è mistero di tenerezza e di bontà e di perdono e si convincano che l'esperienza dell'infinita misericordia di Dio cambia i rapporti tra gli uomini: la storia non è più il luogo della prepotenza, dell'odio, della distruzione, ma è l'inizio di una meravigliosa esperienza di fraternità e di amicizia.

 

Ricerca avanzata  (54001 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: