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TESTO Commento su Luca 11,14-23

padre Lino Pedron  

Giovedì della III settimana di Quaresima (11/03/2010)

Vangelo: Lc 11,14-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

E' lo Spirito Santo che ci libera dallo spirito maligno. Nel capitolo quarto del vangelo di Luca avevamo letto: "Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo... Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per tornare al tempo fissato" (Lc 4,1.13). La lotta che Gesù condusse contro satana nel deserto, ora continua. La sua forza è lo Spirito del Padre. Di fronte a questi due contendenti, ognuno deve schierarsi. Non è possibile rimanere neutrali (cfr v. 23).

Le tentazioni che Gesù subì nel deserto ritornano continuamente durante la sua vita. Il diavolo e i suoi amici chiedono sempre e monotonamente la stessa cosa: un segno dal cielo (v. 16). E Dio dà i suoi segni: non quelli della potenza, ma quelli dell'umiltà. Il segno di Dio è il segno della Croce. Non può darne uno più grande. Là infatti dona tutto se stesso e si rivela come amore infinito e incondizionato per noi.

Vincere lo spirito del male è il primo obiettivo della missione di Gesù (cfr Lc 10,18) per donare all'uomo il suo Spirito di Figlio. Ogni vittoria sullo spirito di menzogna e di egoismo si ottiene solo con la forza dello Spirito di verità e di vita (cfr Lc 9,49-50).

Satana ha vinto ogni uomo nel primo uomo, Adamo. Da allora egli è "l'uomo forte, bene armato" (v. 21) che fa la guardia ai suoi possedimenti, che sono tutti i regni della terra (cfr Lc 4,6). Gesù è "il più forte" (cfr Lc 3,16) preannunciato da Giovanni il Battista. Egli viene dall'alto come sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte (cfr Lc 1,78-79). La sua vittoria è automatica, come quella della luce sull'oscurità. Ad essa può sottrarsi solo chi chiude gli occhi nella cecità volontaria (cfr Gv 9,41). Gesù spoglia satana di tutte le sue armi, che sono quelle dell'avere, del potere e dell'apparire, quando more, spogliato di tutto, sulla croce. In questo modo restituisce all'uomo ciò che il demonio gli aveva tolto: la sua vera identità di immagine di Dio e la sua realtà di figlio di Dio.

Lo stare con Gesù è la caratteristica della nostra vita presente (cfr Lc 8,2; Mc 3,4) e della nostra vita futura (cfr 1Ts 4,17). Chi non è con Gesù è con il diavolo. Non esiste una terza posizione, una terza possibilità.

 

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