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TESTO Commento su Luca 6,36-38

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Lunedì della II settimana di Quaresima (01/03/2010)

Vangelo: Lc 6,36-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,36-38

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Dalla Parola del giorno

"Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato."

Come vivere questa Parola?

Il cammino che i testi della liturgia quaresimale ci offre è ancora all'insegna di un forte impegno ad amare. A questo invito del Vangelo fa da sfondo la prima lettura. Vi leggiamo un testo del libro di Daniele colmo di quella umiltà sincera che sgorga dal cuore di chi è consapevole di essersi allontanato da Dio, provocando a sé e agli altri tanto male. "A noi conviene la vergogna sul volto [...]. A te la giustizia, la misericordia, il perdono [...]. Noi siamo stati ribelli, non abbiamo ascoltato la tua parola". È proprio dal cuore contrito e umiliato che sgorga la capacità nuova di amare. Anzi: solo chi è umile sa veramente amare. Onestamente come fai a giudicare gli altri, se pensi come Dio abbia diritto di giudicare te, il tuo poco amore? E non è forse il fatto che da persona degna di condanna hai ottenuto il più largo perdono da Dio, che ora l'onda del perdono può passare da te al prossimo? Ma, nella sua infinita benevolenza, il Signore ha voluto che anche qui vincesse la legge dei... vasi comunicanti. Quanto più instauri una larga misura di misericordia, di perdono e di gratuità nel tuo rapportarti al prossimo, tanto più apri in te una capienza a ricevere grazia dal Signore: qui e soprattutto nella vita che durerà sempre.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, interiorizzo l'atteggiamento di umiltà profonda del testo di Daniele. Poi, prostrato nel cuore davanti a Dio così grande nella misericordia e nel perdono, chiedo a Gesù di arrestare e recidere in me, appena nasce, il filo perverso di giudizi negativi nei confronti del prossimo. Invoco da Lui prontezza e facilità nel perdonare, generosità nel dono di me agli altri realizzato in umiltà.

Signore, abilitami tu a usare verso il mio prossimo "una misura buona e traboccante" nella gioiosa certezza che con la stessa misura tu mi ricolmerai.

La voce di un Padre della Chiesa

Chi perdona suo fratello, libera se medesimo da ogni accusa, prima ancora che suo fratello, senza che gli costi alcun sacrificio. Chi giudica le colpe degli altri con moderazione e con indulgenza, accumula in tal modo per se stesso un grande tesoro di misericordia.
Giovanni Crisostomo

 

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