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TESTO Commento su Ne 8,9-10

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III Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (24/01/2010)

Brano biblico: Ne 8,9-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,1-4; 4,14-21

1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

18Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi,

19a proclamare l’anno di grazia del Signore.

20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Dalla Parola del giorno

«Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemia disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro».

Come vivere questa Parola?

Dopo il periodo di schiavitù in Babilonia, gli Ebrei, favoriti da un editto emanato da Ciro, realizzano il ritorno in patria. Il governatore Esdra e il sacerdote Neemia sono le persone provvidenziali che sovrintendono al rientro in Palestina, impedendo ogni possibile disordine e arbitrio.

È interessante notare come ciò avviene. Lo spazio prioritario è dato alla Parola di Dio. La legge di Mosè, le famose "Dieci Parole" che avevano impedito al popolo di disperdersi in cerca di altri dei stranieri, vennero proclamate da Esdra durante una solenne convocazione liturgica. E fu non solo un evento commemorativo del dono fatto da Dio in passato al popolo eletto, ma il rinnovarsi di ciò che assicurava, nel tempo umano, la benevolenza di Dio, cioè l'alleanza del popolo col suo Signore. Questo evento è connotato da due aspetti. Anzitutto si tratta di una fede profonda che scaturisce e si rinnova nella Parola di Dio, nel suo patto santo di amore e fedeltà. Poi si evidenzia il modo che è grande traboccante gioia da comunicare agli altri, con doni concreti: buone vivande, "soprattutto per quelli che nulla hanno di preparato" (v.10).

Quando il sacerdote Esdra raccomanda: "Non vi rattristate perché la gioia del Signore è la vostra forza" fa un grande dono anche a noi oggi. Davvero se viviamo il nostro battesimo che è il sacramento segno della nostra intima alleanza con Dio in Gesù Cristo nostra salvezza, come possiamo lasciarci travolgere a fondo da eventi tristi della nostra storia e di quella di tutti? La forza per rimanere saldi e sereni nella persuasione che Dio è nostro baluardo, colui che non solo ci incoraggia a realizzare cose buone ma ce ne dà l'energia necessaria, è la gioia: quella che Chesterthon chiamava il gigantesco segreto del cristiano.

Gesù, mio sole splendido di gioia, non permettere che io trascini la vita, ma mettimi in cuore canti di gioia.

La voce del santo di oggi

Camminate allegramente e con cuore aperto quanto più potete e, se non potete sempre camminare con gioia, camminate almeno con coraggio e fiducia.
San Francesco di Sales

 

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