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TESTO Commento su Atti 9,15

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Conversione di S. Paolo Apostolo (25/01/2010)

Brano biblico: At 9,1-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 16,15-18

15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Dalla parola del giorno

"Egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele".

Come vivere questa Parola?

Ci siamo forse abituati all'idea che il Signore scelga per le sue opere proprio chi, per la mentalità comune, è una persona di poco conto, ma in questo caso - verrebbe da dire - esagera. È, in fondo, quanto ha provato a esternare Anania nel brano degli Atti che oggi siamo sollecitati a meditare.

Paolo, da bravo fariseo saldamente ancorato alla fede e alle tradizioni ebraiche, non riesce a tollerare quella spina nel fianco di Israele che sono i cristiani. Il suo zelo lo spinge all'intolleranza più radicale. Ed eccolo sulla via di Damasco nell'intento di soffocare quella che per lui non è altro che una perniciosa eresia. Ebbene: Gesù ha scelto proprio lui perché diventasse l'apostolo delle genti.

Non sorvoliamo in fretta sull'episodio che, data la sua notorietà, rischia di non disturbarci più di tanto, e alla sua luce proviamo a leggere i nostri tempi.

Oggi si conclude l'ottavario di preghiera per l'unità dei cristiani. Proviamo ad accostare la "conversione di Paolo" a questa esperienza.

Paolo è onesto nel fare le sue scelte, sia pure sbagliate. Non è pregiudizialmente chiuso alla verità. È quanto basta perché il Signore possa aprirsi una breccia nel suo cuore e liberarlo dalla inconsapevole cecità di cui è vittima.

Quel Paolo, oggi, sono io, siamo noi che ci gloriamo del bel nome di cristiani e che vogliamo custodire il prezioso deposito che ci è stato consegnato. La storia ci ha portato a seguire strade diverse, ma la meta è la stessa: Cristo Gesù che ci ha conquistati e vuole fare di noi degli apostoli che portino nel mondo un messaggio di amore. Le modalità di accostarci alla verità possono essere diverse, ma questo non solo non deve ostacolare l'"essere un cuore solo", ma può diventare l'occasione per rendere più credibile quel messaggio di cui siamo tutti depositari. Che il mondo possa dire, come per i primi cristiani: "Guarda come si amano" e come convergono nella sincera ricerca della verità, pur nella difficoltà che viene loro dalle diverse modalità di accostarsi ad essa!

Donaci, Signore, di trasformare in ponti i muri che abbiamo elevato con la pretesa di difendere la verità. Rendici consapevoli che la verità ci trascende e noi possiamo afferrarne solo qualche lembo. Ciò che conta è il permanere nell'atteggiamento umile del discepolo che ne accoglie la luce da qualunque feritoia le giunga.
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La voce delle Chiese cristiane

Certamente, se non riusciamo a vedere Cristo nel prossimo, non lo riusciamo a vedere affatto.

Dal sussidio per la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

 

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