PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Cristo è per noi. Malati, peccatori.

don Roberto Rossi  

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/06/2002)

Vangelo: Mt 9,9-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 9,9-13

In quel tempo, 9mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

La Parola di Dio di questa domenica ha accenti appassionati. Osea fa risuonare la voce del Signore che con amore sofferto chiede al suo popolo: "Che dovrò fare per te, Efraim, che dovrò fare per te, Giuda?" E considera la qualità del loro amore: un amore incostante, incerto, infedele. Dio vuole l'amore e non il sacrificio: vuole il rapporto con lui, vuole la nostra vita e non le cose.

La pagina di Osea ci chiede di verificare il nostro amore per Dio. A lui che si rivela padre, fratello, amico, e che chiede di essere accolto nella nostra vita, amato e conosciuto, quale "peso" diamo? Il Signore vuole da noi amore, Lui che ha talmente amato i suoi figli, quando ancora erano peccatori, da donare del suo Figlio in riscatto per tutti.

In questo atteggiamento di amore sincero si colloca Abramo, il primo vero adoratore di Dio. Con lui si apre nel cuore dell'umanità una strada sulla quale si cammina con il passo della fede e della speranza. Paolo scrive che Abramo "ebbe fede contro ogni speranza" e così divenne padre di molti popoli.

Si delinea così un rapporto personale dell'uomo con Dio, dove l'amore è testimoniato dalla pazienza della fede e dall'ardimento della speranza.

Ma l'amore e la fedeltà che Dio reclama dal suo popolo sono prima vissuti da Lui nei nostri confronti. È venuto infatti non per salvare i giusti, ma i peccatori. L'amore di Dio per il suo popolo, risplende nell'incontro con Matteo seduto al banco delle imposte. Egli, con sobrietà, narra la sua chiamata, racconta a noi ciò che ha sconvolto la sua vita, il suo incontro con Gesù. È Gesù a prendere l'iniziativa: passa e chiama, invita a seguirlo.

In quelle parole rivolte a lui da uno sconosciuto ha sperimentato la felicità attesa da una vita. Cristo si accosta all'uomo, a qualunque uomo. Basta una parola sola e Matteo diviene un fedele discepolo del Maestro.

Matteo si è lasciato amare, si è lasciato afferrare dall'amore di Dio e si è lasciato cambiare. Gesù non si limita ad intervenire dall'esterno, ma si fa vicino a Matteo, entra nella sua vita, lo accoglie così com'è. Per questo siede a tavola. E a quella tavola sono seduti dei "peccatori", gente poco rispettabile, gente che fa' chiacchierare... Infatti i farisei "chiacchierano" su Gesù, domandando ai discepoli come mai il loro maestro mangia con tale gente! Ma l'atteggiamento di Gesù vuol far capire che la morale farisaica è superata dall'amore di Gesù che è venuto proprio per i peccatori. I poveri, i malati, i peccatori sono la fissazione di Gesù. La misericordia è il vero volto di Dio; l'amore è il compendio della Legge e dei profeti. In Matteo vediamo confermata la missione di Gesù, la sua scelta preferenziale per i peccatori. Il Figlio di Dio non viene a giudicare. Egli è la mano amica di Dio che nel suo amore e nella sua misericordia si offre ad ogni uomo che ascolti la sua voce, risponda al suo invito e accolga nel cuore il suo amore. Spesso nel vangelo sono riportati gli incontri di Gesù per le strade o nelle case con le persone, che, proprio perché miserabili, si aprono con commozione e convinzione alla tenerezza e alla misericordia di Dio. E un Dio così non lo dimenticano più: trasforma la loro vita.

Alla fine Gesù ci inviterà alla "sua cena" dove darà se stesso, pane spezzato e vino versato, per la salvezza di tutti.

Oggi Matteo ci racconta il "suo" incontro decisivo ed appassionante con Gesù. Il suo invito, "Seguimi!", oggi è rivolto a noi. Gesù non si spaventa del peccato, del limite, della miseria umana. Ciò che frena la risposta del cuore dell'uomo sembra piuttosto l'illusione di sentirsi "giusto". Ma quando ci si apre a Dio, così come si è, deboli, fragili, peccatori.l'amore del Signore può trasformare anche noi.

 

Ricerca avanzata  (53983 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: