PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Sì, la festa è qui

mons. Roberto Brunelli

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (17/01/2010)

Vangelo: Gv 2,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 2,1-11

In quel tempo, 1vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Prima di considerare il passo evangelico indicato sopra, non si può non ricordare una duplice ricorrenza, per cui i cattolici sono invitati a volgere l'attenzione ad altri credenti nell'Unico vero Dio. Proprio oggi si celebra la giornata nazionale per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra i cattolici e gli ebrei, che mira a superare definitivamente secolari pregiudizi e incomprensioni. In particolare noi cattolici siamo invitati a guardare con rispetto e conoscere meglio quelli che il papa Giovanni Paolo II ha chiamato i nostri "fratelli maggiori", cioè il popolo d'Israele, la nostra "radice santa" (la definizione è di San Paolo nella Lettera ai Romani 11,16) cui appartenne, nella sua umanità, lo stesso Signore Gesù, e con lui la Madonna, gli apostoli e i primi cristiani.

La seconda ricorrenza è costituita dalla settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, che comincia domani e si protrae sino al giorno 25. Da quando i cristiani delle diverse confessioni - cattolici, ortodossi, anglicani, luterani, valdesi eccetera - pregano tutti con questa intenzione, la causa ha compiuto straordinari progressi; è opportuno pertanto continuare e intensificare la preghiera, perché si affretti il giorno in cui si realizzerà appieno la volontà del nostro comune Signore (quale risulta, ad esempio, dal vangelo secondo Giovanni 17,11 e 21).

Quanto al passo evangelico di questa domenica, si tratta del primo miracolo compiuto da Gesù nel corso del suo ministero pubblico. E' il noto episodio delle nozze di Cana, durante le quali, sollecitato da sua Madre, egli non ha disdegnato di mantenere viva la festa cambiando l'acqua nel vino venuto a mancare. Nell'episodio si distingue la figura di Maria: è lei ad accorgersi della difficoltà in cui stanno per incorrere gli sposi, e subito, prima che il problema si manifesti, se ne fa carico, segnalandolo a chi sa che lo può risolvere. "Non hanno più vino", dice al Figlio. Questi le risponde in modo a prima vista duro: "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora". Quell'accenno alla sua "ora" sottintende che Gesù aveva un programma da seguire nella sua auto-rivelazione, un piano d'azione in cui un intervento a Cana non era compreso; tuttavia la sollecitazione della Madre basta a farglielo cambiare.

Anche in base a questo episodio si è diffuso nei secoli il ricorso a Maria da parte dei cristiani, fiduciosi che ella possa continuare ad ottenere il benefico intervento del suo Figlio. Tuttavia sorprende quanti hanno del cristianesimo una cupa visione di penitenze e rinunce, il fatto che Gesù compia un miracolo - e per di più il primo, che è in certo modo programmatico - per un motivo apparentemente futile: fornire altro vino a chi pure ne aveva già bevuto. E invece questo miracolo la dice lunga su come Gesù intenda la vita degli uomini. Egli non li vuole certo tristi: guarisce i malati perché siano in buona salute; nei suoi insegnamenti indica come vivere in armonia; e non è affatto contrario alla festa di chi banchetta in compagnia. Una gioia perseguita senza malizia dà agli uomini la percezione di come sarà la vita eterna, la felicità piena e senza fine che Dio assicura agli eletti. Già Isaia (25,6) l'aveva annunciata con l'esempio di un banchetto: il Signore preparerà per tutti i popoli "un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati". E lo stesso Gesù ha ripreso il concetto, come si legge in Matteo 8,11: "Ora io vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli".

 

Ricerca avanzata  (53997 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: