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TESTO La gioia dei figli

mons. Antonio Riboldi

Santissima Trinità (Anno C) (10/06/2001)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 16,12-15

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Leggiamo nel libro dei Proverbi, oggi festa della Santissima Trinità, queste stupende affermazioni che disegnano in modo mirabile quale sia la presenza di Dio accanto a noi, "Quando disponevo le fondamenta della terra, allora io ero con lui come un architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, mi rallegravo davanti a lui in ogni istante; mi ricreavo nel globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo (Pr.8,22-31).

Una gioia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che oggi sembra non respirano che in pochi, come se noi uomini potessimo fare a meno di quella gioia: come se quella gioia non fosse la vera sostanza della nostra esistenza, senza della quale la vita è davvero amara, come un fallimento. Credo che tutti noi, tante volte, facciamo memoria dell'inizio della nostra esistenza, quando vivere era davvero un'atmosfera di immensa dolcezza, che ci veniva dai genitori capaci di descriverci il senso della vita, più vicino al cielo che all'inferno.

A parte che fu mia mamma a educare la mia mano, ogni giorno e più volte al giorno, a tracciare il segno della croce, accompagnando i gesti con le parole che contengono le verità di fede: "Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo"; ma subito seguiva la pedagogia della esistenza ossia il suo perché. "Chi ti ha creato?" Era il suo ritornello "Dio" era la risposta. "Perché ti ha creato?" "Per conoscerLo, amarLo, servirLo e poi goderLo in Paradiso".

E su quelle verità di fede ho giocato la mia vita. E sono felice, anche al solo pensiero di avere un Padre che ha continuamente cura di me, come solo un padre sa fare: di avere Gesù che è con me, condividendo tutto della mia vita: e di sentire i miei passi ispirati e sostenuti dallo Spirito Santo.

Mi trovavo un mattino all'aeroporto di Reggio Calabria, dove mi ero recato per una conferenza sulla pericolosità della criminalità organizzata detta "ndrangheta". Avevo l'amaro in bocca perché la conferenza conobbe quello che chiamiamo un "flop". Accanto a me, nell'aerostazione, c'era l'On.le Enrico Berlinguer che la stessa sera aveva chiuso la campagna elettorale per il comune di Reggio ed anche per lui fu un "flop". Era persona seria, di quella serietà difficile a trovare oggi. nel campo politico; mi riconobbe e con molta deferenza si accostò. In breve parole mi disse il suo disagio politico. Poi, fissandomi profondamente, come volesse una risposta, che non avrei saputo dare, mi disse: "Padre, io la conosco bene: l'ammiro. Ammiro il suo coraggio, il suo amore per la giustizia che condivido pienamente, ma mi lasci dire, soprattutto invidio la sua profonda fede che spiega quanto fa con passione". E si chiuse nel silenzio come volesse continuare la sua riflessione di "cercatore di Dio inconsapevole".

Chissà quanti, onestamente, oggi, soffrono della mancanza di fede nel Padre, come l'On.le Berlinguer! Hanno sicuramente a loro favore l'onestà della ricerca di Dio, che presto o tardi si fa trovare.

Questa nostalgia del Padre oggi è in tanti, forse anche in voi. che mi date la gioia di leggermi, voi che considero amici carissimi.

Anche se tanti continuano a definire il nostro tempo: "tramonto del sacro" "tramonto di Dio". E si potrebbe affermare certamente "tramonto dell'uomo", un triste tramonto che la cronaca ogni giorno descrive amaramente.

Così descriveva il grande Paolo VI la "nostalgia" di Cristo. Oggi, l'ansia di Cristo pervade anche il mondo dei lontani, quando in essi vibra qualche autentico movimento spirituale. La storia contemporanea ci mostra nelle sue salienti manifestazioni i segni di un messianismo profano. Il mondo, dopo aver dimenticato e negato Cristo, lo cerca. Ma lo vuole cercare quale è e dove è. Lo cerca fra gli uomini mortali; ricusa di adorare il Dio che si è fatto uomo, e non teme di prostrarsi servilmente davanti all'uomo che si fa Dio. Il desiderio di trovare un grand'uomo, un prototipo dell'umanità, un maestro di sapienza somma, un profeta di nuovi destini, un liberatore da ogni schiavitù e da ogni miseria, assilla oggi generazioni inquiete, che forti di qualche sconsacrato frammento di verità, tolte al Vangelo, creano miti effimeri, agitano inumane politiche e preparano così grandi catastrofi...Ma nello stesso tempo dalle dolorose esperienze umane, prorompe fatale una confessione al Cristo assente: di Te avremmo bisogno (Lettera pastorale Quaresima 1955). E non è una storia di oggi solo quella di pensare ad un "tramonto di Dio": è la difficile e triste storia dell'uomo di sempre, che ha occhi e cuore per cogliere la gioia del Cielo e li tiene bassi verso la terra., chini su "dei senza cuore" che preparano "la notte dell'uomo". Si racconta che agli inizi del secolo scorso, un saggio indigeno delle isole Samoa, certo Tuiavii, compì un viaggio in Europa. Al ritorno comunicò al suo popolo le sue impressioni sulla "tribù dei bianchi". Così parlò: "Ragionevoli fratelli, siate felici di non conoscere la scelleratezza e la miseria del bianco. Il missionario dice che Dio è Amore, che solo al grande Dio andrebbe l'adorazione.

Il missionario ci ha ingannato. Perché il metallo rotondo e la carta pesante, chiamati denaro, queste sono le vere divinità del bianco. Egli è malato e posseduto perché ha dato la sua anima al metallo rotondo. Pensate, fratelli, che il bianco riesce a essere allegro anche se il fratello che è vicino a lui è triste ed infelice".

Una amara impressione che vorremmo riuscire a spazzare via. Ma occorre avere la Sapienza dello Spirito che, al posto del metallo rotondo, metta il cuore del Padre. Difficile? Sì, ma non impossibile per chi ama e cerca la vera gioia che solo il Padre sa dare.

Quando avremo questa gioia capiremo ciò che spesso preghiamo: "Sia gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo".

 

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