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Marco Pedron  

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II Domenica dopo Natale (03/01/2010)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Se noi prendiamo i vangeli cosa ci aspettiamo di trovare? Poiché all'inizio i vangeli descrivono la vita di Gesù pensiamo ovviamente ci sia descritto l'inizio della vita di Gesù, cioè la sua nascita. Infatti se prendiamo Lc e Mt notiamo che gli evangelisti descrivono la nascita di Gesù. Se la leggiamo bene ci accorgiamo che descrivono delle cose completamente diverse, alcune poi sono proprio in contraddizione. E questa cosa ci fa pensare: perché sullo stesso evento descrivono fatti così diversi? Se credessimo che i vangeli raccontino la storia della nascita di Gesù, rimarremo sconcertati. I vangeli non raccontano una storia, ma un senso.

Faccio un esempio: anni fa un mio amico che frequentava la quinta superiore non fu ammesso agli esami di maturità. Il fatto è questo. Ma adesso quando lo racconta dice: "Che fortuna che fu quella bocciatura. Fumavo "roba pesante", ero irresponsabile e avevo preso una gran brutta "via" con una gran brutta compagnia. Per fortuna che quella sberla mi svegliò". Il fatto è: "Bocciato". Il senso è: "Che fortuna!".

Questo ci aiuta a capire che ciò che succede non è mai buono o cattivo: "Dipende!". Se tu trovi il senso di ciò che accade allora "è buono". Se non lo trovi è sempre "cattivo".

Se noi prendiamo il vangelo di Mc non troviamo scritto proprio niente della nascita di Gesù; anzi Mc ce lo presenta già grande a trent'anni.

Gv, invece, il vangelo di oggi, non racconta nulla della nascita di Gesù; anzi fa un discorso complesso, teologico, con parole "difficili" da capire e lontane da noi.

Gv cerca di spiegare il senso della nascita di Gesù per gli uomini, cioè: cosa vuol dire che Dio si è fatto uomo, carne? Cosa vuol dire che Dio, che se ne stava lassù, è venuto quaggiù? Cosa vuol dire che Dio si è coinvolto con l'uomo?

Il vangelo inizia dicendo: "In principio...". La prima parola è questa (Gen 1,1): "In principio". "In principio" è la parola ebraica "berescit" (b-r-a-sc-i-t). La prima lettera è una bet la nostra "b", la seconda lettera dell'alfabeto dopo l'alef la nostra "a".

Dio, la "A" (Elhoim a-l-h-i-m) si incarna nel mondo "B", entra con la sua energia nel mondo. Tutto ciò che c'è nel mondo è impregnato dell'energia divina. Colui che è Uno (Alef) si fa due (Bet), mondo, vita, dualità.

La stessa parola berescit, in greco è en-arché (in principio, all'inizio): tutto ciò che esiste è fatto sull'arche-tipo divino, è immagine e somiglianza di Dio, è in qualche modo divinizzato. Questo vuol dire che Dio è "nascosto", "de-caduto (cioè caduto, venuto giù)" nel mondo. Per questo Gv dice: "Venne fra la sua gente ma i suoi non l'hanno accolto" (1,12).

Gv risponde alla grande domanda: "Dov'è Dio?". Cosa risponderesti? Per Gv la risposta è chiara, ovvia: "Dio è qui! Guardati attorno e guarda bene perché Lui è attorno, vicino, dentro di te".

Facciamo una cosa. Mettetevi fronte a fronte con il vostro vicino, fatevi dire il suo nome se non lo sapete e prima uno e poi l'altro, ditegli: "(Nome)..., Dio è in te. Dio è qui, dentro di te". E poi ascoltate quando lui lo dice di voi. Che effetto vi fa?

Se Dio è dentro di te (se io sono divino), come puoi ancora dire: "Faccio schifo! Non valgo nulla! Non servo a nessuno! Sono nato per sbaglio! Non valgo niente!". Non vali niente? Ma ti rendi conto: Dio è in te!

Qualche anno fa a San Francisco c'era un ragazzo povero, affetto da rachitismo dovuto a malnutrizione, con le gambe arcuate e i polpacci così atrofizzate che lo chiamavano "Stecchino". Aveva un amore viscerale per il football americano ed era innamorato del leggendario Jim Brown, running back dei Browns di Cleveland. Non aveva soldi e si accontentava di vedere gli ultimi minuti delle partite quando aprivano il cancello. Un giorno ebbe la fortuna di incontrare nella gelateria vicino allo stadio proprio il suo mito Jim Brown. "Mr Brown, sono un suo grandissimo ammiratore". "Va bene, va bene, ragazzino". "Mr Brown, io conosco tutti i suoi record e tutti i suoi touchdown". "Bene", disse seccato l'altro. "Mr Brow, Mr Brown", e Mr Brown si voltò, seccato: "Che c'è adesso?". E il ragazzino: "Sa Mr Brown, io batterò tutti i suoi record". "Va bene", disse. "Senti un po', come ti chiami tu, ragazzino?". "Mi chiamo Orenthal, signore, Orenthal James Simpson... ma gli amici mi chiamono O.J". E fu così! Perché credo in me? Perché io sono impregnato di Dio. Ho tutta la forza per...

Adesso giratevi dall'altra parte e senza dire niente guardate quella persona. Non ridete (lo so è un po' difficile all'inizio perché ci chiede di centrarci in noi), non parlate, guardatevi negli occhi: "Dio è qui". E se dite o se pensate: "Ma io non lo vedo!", allora vuol dire che i vostri occhi sono chiusi. E se rimarranno chiusi non lo vedrete mai! Immersi nell'acqua, morirete di sete.

E quando gli occhi sono chiusi... attenzione perché tutto è possibile.

L'ideologia nazista ha ucciso sei milioni di ebrei e provocato la seconda guerra mondiale (sull'elmetto dei nazisti c'era scritto: "Dio è con noi!"); quella stalinista nelle famose "purghe" sessanta milioni di morti. In nome di Dio i cristiani sono andati a fare le crociate; in nome di Dio gli estremisti islamici mettono bombe sugli aerei e creano attentati in tutto il mondo; in nome del liberismo muoiono ogni anno quindici milioni di bambini.

Un giorno dissero a Marx: "Hanno creato il marxismo e un gruppo che studia Marx". Allora egli ribatté: "Non mi riguarda. Sono antimarxista. Il mio problema non è il marxismo, il mio problema sono i proletari e gli oppressi". Quando mi chiedono: "Ma tu sei di destra o di sinistra?" Io rispondo: "Io sono dell'uomo". "Che spiritualità vivi?", "A quale corrente psicologica aderisci?". "A nessuna, io sono per l'uomo".

L'incarnazione dice: "Il criterio di divinità è l'umanità". Non mi importa cosa tu dica, se sei di destra o di sinistra, cristiano o religioso.

Se favorisci, onori e rispetti l'uomo, bene. Altrimenti sei contro Dio.

La domanda per sapere se uno è cristiano è: "Sei battezzato? Credi in Dio". Ma la vera domanda è: "Quello lì, ama gli uomini?". Se è "sì", allora crede davvero in Dio.

Gv dice: "Il Verbo si è fatto carne". Carne è dabar (d-b-r): la carne è la porta (d) di Dio, del Principio (b-r). Ma la stessa parola deber (d-b-r), la lingua ebraica non ha vocali, vuol dire peste. Cioè: tutto ciò che esiste è "Dio", carne, sua manifestazione ... se hai occhi per vederlo. Tutto ciò che esiste è nulla, niente, peste, cosa ... se non hai occhi per vederlo. Tutto è niente, peste, se rimani in superficie. Tutto è vita, "Dio", carne, se raggiunge il tuo cuore. Se ciò che vedi non ti entra dentro, nella pelle, se il tuo sguardo non trapassa la carne, allora è niente.

Tua moglie. Dabar: è la madre dei tuoi figli; con lei hai condiviso i momenti più intimi; la conosci in profondità e lei ti conosce in profondità; lì c'è l'amore, l'unione, lo slancio. Se vai oltre la carne tua moglie è la strada verso Dio: "Guarda meglio perché Lui è qui". Deber: ci si dice solo chiacchiere, solo cose; non c'è più tempo per entrare dentro; meglio tenersi dentro le cose; non c'è più tempo per stare, per appassionarsi, per amarsi. Allora ciò che era dabar, divino, diventa peste.

Tuo figlio. Dabar: l'hai messo al mondo tu, l'hai "tirato su" tu. Quando lo vedi dormire non puoi che emozionarti. Quando ti porta a casa una piccola vittoria per farti vedere quanto è bravo, quando viene a coccolarsi sulle tue ginocchia, quando ti dice che sei il papà o la mamma più bella del mondo, quando ti guarda con quegli occhi sgranati pieni di luce ti vibra l'anima. Non vale tutto questo più di mille giorni di lavoro? Deber: se non hai tempo per lui diventano pesanti le sue richieste; se sei pieno di risentimento e di rabbia non puoi accettare il suo urlo o il desiderio di vivere e allora scatti; se tu sei pieno, averlo diventa un "peso", "difficile", un impegno, un lavoro, un pentimento.

Una persona soffre. Dabar: "Sento la sua sofferenza e mi colpisce il cuore". Deber: "Ma cosa vuole da me? Ognuno ha le sue rogne!". Neanche ti rendi conto che sta male, manco lo vedi.

Il tuo amico è triste. Dabar: lo fai parlare, lo ascolti, senti che ha bisogno di te. Deber: fai finta di niente; la cosa non ti tocca e neppure ti accorgi che sta soffrendo.

Fai un incidente. Dabar: "Cosa la Vita mi sta dicendo?". Deber: "Che sfiga!".

Ti viene l'influenza. Dabar: "Qual è il pericolo-nemico vicino?". Deber: "Malattia stagionale; l'inverno!".

Un'altra volta un amico ti lascia. Dabar: "Che cosa io faccio, agisco senza accorgermene, per cui tutti mi lasciano?". Deber: "Che mondo crudele! Che brutto mondo!".

Sei sempre nervoso. Dabar: "Che cosa bolle dentro?". Deber: "Guarda quanto ti tocca correre? Se corressi un po' meno non sarei così! Non si può andare avanti così!".

Un giorno un giornalista occidentale stava osservando Madre Teresa che curava le ferite di un ammalato di peste (cosa non bella da vedere!). Le dice: "Sa, Madre, io non lo farei neanche per un milione di dollari". E Madre Teresa: "Neanch'io!". Lei lo faceva perché dietro quel cumulo di stracci, dietro quel derelitto umano vedeva qualcun altro.

Einstein dice che E=MC2. E non è la stessa cosa? Tutto ciò che esiste è materia (deber, peste) e allora non ti dice niente. Tutto ciò che esiste è dabar, "Dio", luce e tutto ti parla di Lui.

Se il Verbo si è fatto carne vuol dire che tutto ciò che esiste parla di Lui. Pensate un po': il corpo umano è composto da qualcosa come un milione di miliardi di cellule. Ogni giorno ne muoiono seicento miliardi e lo stesso numero si rigenera. La vita media di una cellula della pelle è di sole due settimane circa; le cellule delle ossa si rinnovano tutte ogni tre mesi. In un anno il 98% degli atomi di un organismo viene sostituito. Vuol dire che io fra un anno non sono più io!

Tutto in me cambia. E allora perché io sono sempre io? C'è qualcosa in me che va oltre a me. Non è materia, non è visibile, eppure è molto reale altrimenti io non ci sarei. Dio è già "nascosto" in me.

Facciamo un altro esempio: il 73% di ciò che esiste nell'universo è energia oscura (sappiamo cioè della sua presenza grazie agli effetti gravitazionali ma non genera luce). Del resto il 23% è fatto di materia oscura (anche questa non la vediamo ma capiamo che c'è). Solo il 4% è la materia ordinaria. Vuol dire che l'invisibile è il 96% dell'universo. E' ciò che sta dietro, lo spirito, che sostiene tutto ciò che esiste. D'altronde di cosa è fatto l'atomo: di vuoto. E' lo Spirito (il Vuoto) che sostiene la materia.

Pensate al nostro corpo: tutto parla di Dio (dabar), se hai occhi per vedere. Niente, se sei cieco (deber). Il nostro corpo, la nostra forma ci parla di Dio, ci rivela dei principi, ci rivela un senso profondo.

Perché due orecchie e una sola bocca? Perché bisogna ascoltare il doppio del parlare. Ascoltati bene, prima di dire qualcosa su di te. Ascoltalo bene prima di dire qualcosa su di lui. Se uno parla tanto, avete già capito: non si ascolta. Se vuoi conoscere una persona: parla poco e ascoltala molto. Così saprai chi hai davanti. Se vuoi conoscere chi sei tu: parla poco e ascolta molto cos'hai dentro. Così saprai chi sei. Se vuoi conoscere tuo figlio: parlagli ma ascoltalo il doppio (ascolta le sue parole e i suoi silenzi).

Perché i piedi sono così? Perché i piedi non possono andare indietro? Perché il nostro corpo (il Verbo in noi) ci dice: "In ogni situazione sempre avanti!". Mai fermarsi, mai s-cor-aggiarsi (perdere il cuore), mai di-sperarsi (perdere la speranza). Sei fatto per andare sempre avanti. I nostri piedi sono fatti così perché l'uomo deve sempre progredire: "Non ti girare mai indietro, non tornare mai indietro". Noi uomini siamo pieni di sensi di colpa, di ciò che avremmo potuto fare e che non abbiamo fatto, di ciò che avremmo potuto essere e non siamo stati, di ciò che avremmo dovuto dire e non abbiamo detto: "Non ti girare mai indietro: ciò che è fatto è fatto, è passato. Adesso basta. Adesso vivi l'oggi. Quello di ieri non lo puoi più cambiare, puoi, però, intervenire sull'oggi". Non ritornare mai sul passato, su come avremmo dovuto agire. Non rimangiarti mai le parole.

E gli occhi? I nostri occhi sono fatti per guardare sempre avanti, per avere uno sguardo lontano. Nella vita guarda sempre avanti e guarda sempre lontano. Sempre avanti vuol dire: "Abbi speranza, abbi fiducia e non rivendicare mai i bei tempi passati. Sono belli solo perché sono passati. E qualunque cosa succeda... riparti".

Sempre lontano vuol dire: "Abbi uno sguardo generale delle cose, una visione dall'alto. Chi non vede più in là del suo naso inciamperà. Chi è miope, chi ci vede poco non andrà molto lontano. Abbi una visione grande delle cose, una mente aperta e uno sguardo grande. Non fermarti alle piccineria delle persone e abbi sogni grandi, visioni di te e degli uomini grandi".

E le mani? Perché le mani sono lì e non da un'altra parte? Le mani sono alle estremità perché l'agire è la conseguenza di quello che hai dentro al centro (cioè nel tuo cuore). Tu fai quello che sei. Tu agisci quello hai dentro: l'estremità è governata dal centro. Quello che un uomo agisce (mani) è quello che è. Uno schiaffo o un pugno sono segno di un cuore aggressivo e arrabbiato. Un uomo che ruba è segno di un cuore derubato, che si sente inferiore. Le mani fanno quello che l'interno decide. Così tutto il nostro corpo, la nostra carne parla di Dio, è creata secondo un principio logico.

Spesso le persone dicono: "Non va!". "Ok, inizia a far qualcosa". "E da dove devo iniziare?". "Ogni parte è buona, purché inizi!". Per iniziare un cammino spirituale, basta anche poco, ma bisogna volerlo.

Gv dice: "In principio era il Verbo (la Parola/Dabar)". Cosa vuol dire? Iniziare dalle tue parole è un cammino di trasformazione, di benessere e molto spirituale. "Ascolta ciò che dici perché tu diventi ciò che dici".

Il giapponese Masaru Emoto ha fatto degli esperimenti meravigliosi. Ha preso dell'acqua e poi ha esposto quest'acqua a varie parole dette da alcune persone ripetutamente. Poi ha congelato quest'acqua e si sono formati dei cristalli d'acqua che ha fotografato. Le parole negative, odio, disperazione, diavolo, "non va bene per niente, "sei stupido", ecc hanno formato dei cristalli disomogenei, non armonici, angoscianti e paurosi. Le parole positive: "Ti amo; grazie; ce l'hai messa tutta; sei bello; armonia; preghiera; adorazione; amore, amico mio", hanno formato dei cristalli bellissimi, armonici e perfetti.

E di che cosa siamo composti noi? Per il 70% noi siamo composti d'acqua! Le parole contengono una vibrazione: la parola "odio" o "ti uccido" contiene una vibrazione fortemente negativa che si ripercuote in chi la dice su tutto il corpo, come invece la parola "sei bello" oppure "grazie" contiene una vibrazione fortemente positiva che si riverbera in tutto il nostro corpo.

Vuoi crescere? Vuoi diventare più spirituale? Inizia dalle tue parole, inizia dal verbo. Fermati e ascoltati: come parli? Com'è il tuo tono di voce? Se sei sempre arrabbiato stai mangiando "rabbia". Prova allora ad essere dolce nelle parole e ad avere parole di tenerezza e di misericordia.

Se parli sempre vuol dire che stai tenendo a bada un fiume di emozioni dentro di te. Allora ascoltale e ad ognuna dì: "Sei la benvenuta in casa mia. Se ci sei vuol dire che hai ragione d'esserci". Se usi parolacce o bestemmie sappi che questo si riverbera in te e ti crea. Diventi ciò che dici.

Quante volte abbiamo detto: "Non ci riuscirò mai!". "Ma se devi ancora provarci!". Così prima di iniziare ci siamo già tagliati le gambe. Proviamoci prima... e poi vedremo.

"E' difficile" (che lett. vuol dire: "Non fare"). Ma come posso affrontare una cosa con l'incoraggiamento: "E' difficile"? Sarà un'impresa titanica. Meglio dire: "E' una sfida!".

"Non riesco a fare nulla?". Ma è proprio vero che non riesci a fare nulla o si riferisce solamente a poche cose, in genere poi sola ad una cosa? Se credo a ciò che dico, non farò davvero mai nulla.

"Non interesso a nessuno?". Ma è proprio vero? Proprio a nessuno, nessuno? Guarda bene e vedrai che non è proprio così.

"Non gli piaccio!". Ma come fai a saperlo? Glielo hai chiesto?

O quelle frasi tremende: "Bisogna... devi... a tutti i costi.. è necessario... assolutamente bisogna/si deve". "Ma chi l'ha detto? E' così grave se poi non succede?". In genere no! Sono frasi che ci trasmettono ansia da prestazione, che ci richiedono di essere perfetti.

La Parola si è fatta carne: ascolto cosa dico e come dico. Inizio ad ascoltare le mie parole. Perché le mie parole sono vibrazioni che influiscono su di me e sulla mia anima.

La Ligier non capiva perché la sua auto Nova non vendesse in Spagna. In Spagna Nova vuol dire: "Non va!". Come poteva vendere un auto simile? Occhio alle tue parole!

Qualche mese fa si è suicidato un ragazzo. I prof dicevano a sua madre: "Non ce la fa', signora" (ma in realtà era sempre stato promosso). Suo padre gli diceva sempre: "Guarda che figlio! Non sa combinare niente di buono!". Giocava in una squadra di calcio e non era niente male. Il suo allenatore gli diceva sempre: "Puoi fare di più!" (tradotto vuol dire: "Così non vai bene; non riesci neanche qui!"). Quando la sua fidanzata lo ha lasciato dicendogli. "Non mi vai più bene", lui si è suicidato. Ha scritto su di un biglietto prima di morire: "Non combino niente di buono, a che serve stare a questo mondo?".

Le parole non sono parole: le tue parole ti trasformano. Le tue parole vengono da te; ma tu divieni le tue parole.

Gandhi diceva: "La tua storia produce le tue convinzioni. Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri. I tuoi pensieri diventano le tue parole. Le tue parole diventano le tue azioni. Le tue azioni diventano le tue abitudini. Le tue abitudini diventano i tuoi valori. I tuoi valori diventano il tuo destino".

Nella storia di una donna i suoi genitori si sono separati in maniera conflittuale e distruttiva. Convinzione (della bambina e sua sofferenza): "Quando si ama si soffre terribilmente". Pensiero: "Meglio non sposarsi!". Parole: "Difficile trovare l'uomo giusto!" (tradotto: "Non è il caso che me lo trovi!"). Azioni: tante relazioni ma tutte si concludono. Valori: "Io non sono fatta per il matrimonio; io sono fatta per un amore più grande" (!). Destino: "Non si è mai sposata ed è rimasta ad accudire la madre". Era il suo destino o erano le sue credenze?


Pensiero della Settimana


Se non vedi Dio, chiudi gli occhi che guardano fuori
e apri quelli che guardano dentro.

 

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