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TESTO A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio

don Roberto Rossi  

II Domenica dopo Natale (03/01/2010)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Il Verbo divino si è fatto carne, si è fatto vero uomo in un preciso momento storico, ha preso cuore, volto, nome di uomo, Gesù; la grande luce che ha rischiarato le tenebre che avvolgevano il mondo: è questo il cuore del messaggio che Giovanni ci dona. Eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Il Verbo fa l'esperienza non soltanto di essere una piccola luce in un grande buio, di essere uno sconosciuto tra gli uomini in genere, ma persino di essere un estraneo tra i suoi, la sua gente, il suo popolo. In questo scena rio dove si alternano luci e ombre, l'Evangelista ci vuol far capire che davanti a Gesù non possiamo restare indifferenti, dobbiamo compiere delle scelte coraggiose come «quanti lo hanno accolto» con la certezza, tuttavia, che nella vita di ogni giorno, fatta di alti e bassi, di momenti belli e positivi, ma anche di momenti pesanti e faticosi, dobbiamo credere e affidarci a quel Dio che si è fatto come noi, che ha posto la sua tenda in mezzo alle nostre case per condividere ogni cosa con gli uomini e le donne di ogni tempo. Chiediamoci: quali sono, in noi, le tenebre che non accettano o che respingono o che si contrappongono alla luce del Figlio di Dio? Nelle nostre giornate sempre piene di tante cose, quanto e quale spazio troviamo per la Parola del Signore? Chiediamo al Padre di aiutarci ad accogliere questa Parola che vuole abitare pienamente nel nostro cuore. Per accogliere la Parola, occorre coltivare il silenzio contemplativo, la capacità di rientrare nel nostro intimo, di ritrovare il centro di noi stessi, vincendo l'ansietà e la fretta che divorano e fermandoci ad ascoltare le domande vere per ricevere su di esse la luce di Dio che parla. (card. Martini)

L a Chiesa, partecipe delle gioie e delle speranze, delle angosce e delle tristezze degli uomini, è solidale con ogni uomo ed ogni donna, d'ogni luogo e d'ogni tempo, e porta loro la lieta notizia del Regno di D i o, che con Gesù Cristo è venuto e viene in mezzo a loro. (Dottrina Sociale della Chiesa, 60)

 

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