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TESTO Natale missionario: buona notizia per tutti i popoli

padre Romeo Ballan  

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Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2009)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Riflessioni - Appunti

Il Natale, tema familiare a tutti, si può contemplare partendo da angolature ed esperienze diverse, con la certezza che il mistero non si esaurisce, anzi offre ad ognuno -in ognuno epoca della vita e della storia- ricchezze impensabili, tesori sempre nuovi da scoprire. Nell'ambito di questa serie di commenti biblici-missionari, preferisco, per questa volta, presentare alcune riflessioni sciolte, prese da contesti culturali e geografici differenti, che ci possono aiutare nella contemplazione missionaria del mistero ed aprire delle piste per condividere con altri -vicini o lontani- la gioia della nascita del Figlio di Dio in carne umana. Con questa apertura di orizzonti, la lettura missionaria del Natale sarà più vicina all'avvenimento storico di Betlemme.

Dio in carne umana: per tutti

Natale è incarnazione, significa Dio in carne umana. "Caro salutis est cardo" (la carne è cardine-fondamento della salvezza), come dicevano i primi Padri della Chiesa. Siamo in presenza di un fatto storico: la salvezza passa attraverso la carne di Cristo, la sua nascita, passione, morte, risurrezione, ascensione, Eucaristia... È la carne di Dio, la carne di Maria. Non è un'apparenza di carne, come dicevano i primi eretici, i docetisti, ma carne concreta, componente essenziale della persona umana. La salvezza di Dio ci arriva, storicamente, attraverso la carne di Cristo Redentore; ma, allo stesso tempo, passa necessariamente attraverso la nostra carne: carne redenta e carne da redimere. Occorre parlare con termini realisti e crudi della nostra carne in tutte le sue situazioni e tappe: -è la carne forte degli anni giovanili e adulti (lavoro, attività, viaggi...); -è la carne bella (ricerca di bellezza, mode, lussi, vanità...); -è la carne fragile (debole, malata, sofferente, moribonda, morta...); -è la carne destinata alla risurrezione, come diciamo nel Credo. Senza distinzione di colori: la salvezza di Dio è la stessa per tutti. La liturgia canta in questo tempo: "ogni carne (cioè, ogni essere umano) vedrà la salvezza di Dio". È questa la bella notizia, la grande gioia annunciata dagli angeli a Betlemme per tutto il popolo e per tutti i popoli (Lc 2,10).

Da Betlemme al Calvario

Ai tempi di Hitler, Edith Stein compose l'opera Il mistero di Natale, dove scrissee: "I misteri del cristianesimo sono un tutto indivisibile. Colui che approfondisce un mistero, finisce per toccare tutti gli altri. Così il cammino che comincia a Betlemme avanza irresistibilmente verso il Calvario, va dal presepio alla croce". Basta vedere le parole di Simeone nel tempio, la fuga in Egitto, la strage dei bambini innocenti... Suor Teresa Benedetta della Croce (E. Stein) consumò il suo olocausto nel 1942 ad Auschwitz. I fatti si ripetono, oggi come ieri. In Iraq, ad Orissa (India), in Indonesia, in Nigeria, in Sudan, nella Rep. Dem. del Congo, in China, in altre parti del mondo, continua il martirio di cristiani e di altri innocenti. Ma il Bambino del presepio è il Risorto. Edith Stein conclude: "Ognuno di noi, l'umanità intera giungerà, assieme al Figlio dell'Uomo, attraverso la sofferenza e la morte, alla stessa gloria". Sono queste le ultime parole del Mistero di Natale, scritto da una martire del nostro tempo.

Messaggio da Betlemme

"Da questo luogo vorrei raggiungere tutta l'umanità, vorrei che giungesse a tutti il messaggio che nasce da questa grotta spoglia: anche nelle più piccole cose della nostra giornata, anche in quelle più nascoste o apparentemente insignificanti, anche in quelle che ci fanno soffrire, è presente il mistero di Dio che con amore si volge verso di noi. Ritorno come ogni anno dalla Messa di Natale presso la grotta con occhi un po' nuovi. Anche la visione della città di Betlemme, con la sua desolazione e il suo abbandono per la scarsità di pellegrini, ci dà occasione di sperare che un giorno tutto questo lascerà il posto alla gioia, al benessere e alla pace".

(Lettera da Betlemme, 2004, del card. Carlo M. Martini, arcivescovo emerito di Milano).

Gli occhi del pittore

Giotto, pittore fiorentino nel Medioevo, creatore della pittura moderna, ha pitturato in un affresco la nascita di Gesù a Betlemme, che si trova nella Cappella Scrovegni di Padova. L'affresco mette in evidenza il momento del primo sguardo: Maria e il Bambino si guardano negli occhi. Si guardano per la prima volta. Sorpresa, stupore, gratitudine, gioia...! Maria scopre sul volto del Bambino il suo stesso volto, perché Gesù è solamente suo. Il Bambino si riflette sul volto della Madre e rende grazie a Dio suo Padre. In quegli occhi che si contemplano mutuamente, si scopre il nuovo sguardo di Dio sull'uomo, e il nuovo sguardo dell'uomo su Dio e sui fratelli. Sguardo di misericordia, accoglienza, fiducia... Da quel momento, le relazioni con Dio, tra gli esseri umani e con il creato, si scoprono beneficamente contagiate da questo scambio di sguardi, che segna il nuovo stile, basato sul rispetto, la misericordia, la fraternità...

Detti a commento del Natale

- "Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione"
(Salmo 130,7, De profundis, ai Vespri di Natale).

- Se Dio è entrato nella storia, la storia non è più semplice storia: è storia di salvezza.
- Dio non si rifiuta di nascere nello spazio e nel tempo,

però preferisce nascere nel cuore delle persone, preferisce nascere nella comunità.

- La risposta di Dio davanti alle violenze presenti nella storia è la bontà, è l'amore.

Buon Natale!
"Ci impegniamo anche noi a discendere...
Non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura, ma per amarlo;
per amare anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore
c'è, insieme a una grande sete di amore,
il volto e il cuore dell'amore.
Ci impegniamo, perché noi crediamo all'amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perpetuamente"

(Don Primo Mazzolari)

- Viviamo con gioia il Natale e annunciamolo a tutti.
Come i pastori, missionari del primo Natale!
- "Come sono belli sui monti i piedi
del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie
che annuncia la salvezza!" (Is 52,7).
BUON NATALE MISSIONARIO!

 

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