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TESTO Diritto e spianato

don Daniele Muraro  

II Domenica di Avvento (Anno C) (06/12/2009)

Vangelo: Lc 3,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,1-6

1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

5Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Andare diritto e spianato al proprio obiettivo è il desiderio di tutti, o almeno di tutti quelli che ritengono di avere le idee chiare su che cosa realizzare nella vita.

I nostri propositi e le nostre intenzioni per forza però si devono confrontare con quelle degli altri. Talvolta trattando con loro riceviamo una spinta di incoraggiamento, talaltra ci sentiamo frenati e contrariati.

Per san Paolo a Filippi le cose andarono piuttosto bene. A motivo della corrispondenza alla predicazione e della generosità nei fatti i cristiani di Filippi occuparono sempre un privilegiato nel suo cuore.

Egli può ben dire: "Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell'amore di Cristo Gesù." Nello stesso tempo egli è consapevole che i cristiani di quella comunità non sono ancora giunti alla perfezione della fede e della pratica cristiana e di conseguenza aggiunge: "prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili..."

Se si lasceranno guidare dall'amore di Dio essi sapranno raggiungere una completa maturità e saranno "ricolmi del frutto della giustizia". Sarebbe a dire che non si ostacoleranno l'uno con l'altro, né si confonderanno a vicenda, ma insieme si aiuteranno a migliorare sempre più. In una parola, secondo l'indicazione del nostro Vescovo contenuta nel programma dell'anno, diventeranno cristiani corresponsabili.

Tale corresponsabilità fu praticata in maniera eccelsa da Giovanni Battista il quale non si accontentò di essere giusto e irreprensibile per se stesso, ma si assunse l'incarico di sollecitare a questo riguardo i suoi compatrioti.

Egli non poteva più tenere per sé quel che aveva capito e che ormai era diventato parte della sua stessa persona, perciò si rivolge a tutto il popolo.

Dopo aver avere fatto posto nella sua vita alla Parola di Dio ascoltandola e meditandola e dopo aver lavorato lunghi anni sul suo carattere e sul suo comportamento, dall'alto della sua condizione spirituale egli si guarda attorno e, sotto metafora, intravede un panorama desolante: valli da colmare, colli da abbassare, strade tortuose da raddrizzare. Sembrerebbe una di quelle descrizioni di come vanno le cose al mondo a cui l'informazione quotidiana ci ha abituati, se non fosse per l'appello finale alla conversione: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!"

In questo paesaggio così tormentato entrerà ben presto una presenza nuova e molte cose cambieranno: sta per venire il Signore.

Il compito di ciascuno allora non sarà di arrivare fino a trovare il Signore semmai ci riesca, ma di preparare per Lui un sentiero il più spianato e diritto possibile.

Vogliamo fargli trovare una strada tutta buche e piena di curve oppure un cammino diritto? Nel linguaggio cristiano questo secondo maniera di fare si chiama conversione.

Il Signore entrerà nel mondo comunque e in ogni caso arriverà da te nel Natale, ma non è lo stesso che Lui ti trovi ad aspettarlo mettiamo sulla piazzola dell'autostrada, o invece che fuori mano al termine di un sentiero sconnesso pieno di saliscendi e tortuosità.

Diritto e spianato dunque deve essere il cammino per il Signore, non propriamente il nostro e questo per un motivo semplice, che le mete giuste non possiamo essere noi a stabilire quali siano, ma è il Signore che ce le mette davanti.

Chi vuole arrivare diritto al suo scopo, senza tenere conto né di Dio né del prossimo, possiamo star sicuri che costui si complicherà la vita al massimo grado a se stesso e agli altri.

Se la conversione è un requisito del tempo di Avvento, quest'anno siamo invitati a darle anche un valore comunitario.

Giri di parole, finzioni, vanterie, false proteste di umiltà sono l'armamentario necessario a chi vuole affermare i propri obiettivi a scapito del vero bene. Nella comunità cristiana però non può essere così.

La corresponsabilità pastorale comporta di raddrizzare le strade in obbedienza alla Parola del Signore e alle esigenze del Vangelo e non secondo i propri gusti.

San Paolo è contento dei suoi interlocutori e insieme li esorta. Gli interessa che la Parola di Dio portifrutto, non portare avanti la sua idea. Per questo può essere insieme benevolo e esigente.

Per lo stesso motivo san Giovanni Battista è pieno di speranza nonostante tutte le cose storte che vede intorno. Sa bene infatti che il Signore è più forte di tutte le deviazioni dalla giustizia e di tutte le distorsioni della verità.

"Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!", ma non è indifferente da quale posizione ciascuno lo avvisterà arrivare. Se arriverà di sorpresa o se invece la sua venuta sarà preparata, se ci troverà isolati o invece inseriti in una comunità.

Le strade per definizione sono proprietà comune: tutti possono percorrerle e la loro utilità è di mettere in comunicazione vicini e lontani.

Il Signore viene e noi vogliamo accoglierlo assieme, nello spirito della corresponsabilità facendo ciascuno la nostra parte per farGli trovare pronti i sentieri che percorrerà e che ci mettono in comunione con Lui e con gli altri.

 

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