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TESTO Le domande fondamentali per la conversione natalizia

padre Antonio Rungi

III Domenica di Avvento (Anno C) - Gaudete (13/12/2009)

Vangelo: Lc 3,10-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 10le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

La terza domenica di Avvento ci pone alcune domande fondamentali per convertirci al Signore nella pienezza del nostro essere ed agire: cosa dobbiamo fare? La domanda la pongono a Giovanni Battista i suoi seguaci, ma la domanda rimbalza anche oggi per noi uomini del XXI secolo dell'era cristiana. Una domanda posta da tutti al grande profeta e precursore di Cristo e a tutti Giovanni risponde rispetto alla loro condizione di vita e alla loro situazione personale. Il testo del Vangelo rivela un'ansia ed una preoccupazione autentica e vera da parte della gente circa il cambiamento della loro vita che vogliono assolutamente effettuare. D'altra parte, la parola e la testimonianza di vita estremamente convincenti del Precursore non lasciano posto o spazio al temporeggiamento o all'attesa inconcludente. In realtà si tratta di dare un risposta immediata circa questa volontà di rinnovamento che ha precisi obiettivi da perseguire: la generosità, la carità vissuta, la sensibilità verso i poveri e gli affamati, il sapersi accontentare senza pretendere l'eccesso, il rispettare se stesso e gli altri ed essere felice di quanto si possiede, fosse anche poco e limitato, evitare ogni maltrattamento.

Il testo del Vangelo di Luca ci indica questa precisa strada di rinnovamento personale, interiore ed esteriore che tradotta in termini biblici si dice conversione. Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Anche noi siamo chiamati a rispondere a questi interrogativi soprattutto in vista dell'annuale celebrazione del Santo Natale. Cosa dobbiamo fare per prepararci al Natale 2009. E' evidente che siamo chiamati a compiere opere di bene e di vera conversione del cuore e della monte. Un nuovo atteggiamento nei confronti della vita, delle persone, delle cose e delle situazioni, senza drammatizzare, ma responsabilizzandoci. E il modo migliore è quello di esaminarci attentamente sulle cose che non vanno nella vita e che non riflettono più la nostra scelta per apportare dei correttivi e far sì che il nostro agire recuperi in credibilità. Un esame a largo raggio e non nel ristretto orizzonte delle cose che ci interessano o ci possono motivare di più rispetto ad altre. La coscienza etica personale e comunitaria ci induce a non fermarci alle apparenze ed alla crosta, ma è necessario andare a fondo delle nostre questioni e risolverle nel rispetto della legge di Dio.

Ascoltando oggi il brano della prima lettura tratto dal profeta Sofonìa ci rendiamo subito conto di quanto sia ancora lungo il cammino che siamo chiamati a fare come rispetto a questo Dio che ci ama fino a mandare suo Figlio sulla terra per salvarci dalla condizione di peccato.

Questa domenica terza di Avvento che viene indicato come "laetare" siate felici e contenti ci dice esattamente da che parte sta la vera felicità: è sapere che Dio è con noi e non ci abbandonerà mai, perché è Dio con noi ed è l'Emmanuele. Chi si prepara al Natale non può non essere persona di gioia e di trasmissione di gioia che nasce dal cuore di una persona credente e credente davvero. E sulla gioia è incentrato il breve ma profondo brano di San Paolo Apostolo ai Filippési.

Alla gioia deve corrispondere l'affabilità, l'amabilità, la serenità del cuore anche di fronte alle avversità della vita. Perché angustiarsi se viene a noi il Padre della gioia, l'autore della nostra vera ed eterna felicità. Non a caso a Natale siamo tutti più buoni e più disponibili alla generosità, al perdono, alla riconciliazione, alla tolleranza. Ben vengano dalla Parola di Dio di questa terza domenica gli inviti ad una conversione che se vera ed autentica arreca solo grande gioia ai fedeli, a quelli che fanno del Natale un appuntamento con la fede e con la revisione del proprio sistema di pensiero e di azione.

Preghiamo allora con la stessa orazione che ascolteremo oggi all'inizio della celebrazione eucaristica della domenica della gioia e della quale condividiamo ogni espressione e contenuto: "O Dio, fonte della vita e della gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché corriamo sulla via dei tuoi comandamenti, e portiamo a tutti gli uomini il lieto annunzio del Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio".

 

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