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TESTO La strada di Giovanni Battista per incontrare Cristo

padre Antonio Rungi

II Domenica di Avvento (Anno C) (06/12/2009)

Vangelo: Lc 3,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,1-6

1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

5Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

La seconda domenica di Avvento già ci mette davanti a noi una figura esemplare per preparare la strada al Signore che viene nuovamente a noi nel mistero del Natale di quest'anno. E' la figura carismatica, coraggiosa, leale e trasparente di Giovanni Battista, il precursore di Cristo. Egli ci indica tre modalità per incontrare Cristo ben preparati: il deserto, la conversione e l'annuncio.

Si sa che il deserto indica il luogo della solitudine e della penitenza, come pure della preghiera e della riflessione. Non ci può essere vera preparazione al Natale se non ritirandoci in noi stessi non per vivere una sorta di solitudine e di emarginazione, né un modo per rompere i vincoli con il mondo intero e vivere nell'individualismo, ma è un tempo per riflettere, pregare, stare di più con noi stessi, lontani dalle nostre mille occupazioni quotidiane che fanno perdere il senso della vita e il giusto orientamento verso Dio. Certamente noi non lasceremo le nostre case e andremo via lontano dalle nostre famiglie ed attività, ma un tempo di ritiro spirituale, di vero deserto come silenzio, riflessione e meditazione ci farebbe bene anche durante questo Avvento.

L'altra e non minore cosa da fare è quella di mettersi in uno stato di conversione. E quando parliamo di conversione indichiamo il cambiamento radicale di un modo di pensare ed agire. Spesso l'orgoglio, la superbia, ma anche il vuoto esistenziale non possono che ostacolare il nostro andare verso Cristo e verso gli altri. Preparare il nostro Natale annuale significa rivedere seriamente il nostro modo di vivere in netta opposizione con quanto il Natale porta con se.

La terza e ultima modalità è quella dell'annuncio, della missione. Il cristiano che si è convertito ed è toccato dalla grazia di un incontro con Cristo non ha più paura di parlare di Lui. Lo grida forte anche nel deserto dell'immoralità e dell'arroganza, della perdita del senso di Dio e della fede, della carenza dei valori fondamentali dell'etica e della vita sociale. Il messaggio di Cristo deve essere annunciato, anche se questo ci costa il sacrificio della testimonianza coraggiosa, come quella del Precursore. Tutti elementi di un itinerario di fede che è possibile fare mettendosi alla scuola del grande maestro di vita che è Giovanni Battista.

Il vangelo di oggi, tratto da Luca, è molto chiaro e comprensibile. Questo battesimo di conversione lo dobbiamo nuovamente sperimentare nella nostra vita in questo tempo di preparazione al Natale del Signore. Una conversione che trova il suo naturale sbocco e realizzazione nel vivere la carità, nel condividere la carità, nel sentirsi corresponsabili del bene della comunità dei credenti, nel realizzare quel progetto di santificazione mediante il quale anche l'intero organismo ecclesiale ne beneficia, in quanto noi con la nostra vita santa diamo una mano a rendere più santa la Chiesa.

San Paolo Apostolo, nella seconda lettura di questa domenica, tratta dal Lettera ai Filppesi è molto preciso nell'indicare il percorso che, anche in questo caso, siamo chiamati a fare nella piena adesione a Cristo, nostro Salvatore: Possiamo dire che il tempo dell'attesa è tempo di crescita nell'amore e quanto più amore incameriamo dentro il nostro cuore più l'incontro con il Signore sarà splendidamente bello e rassicurante per noi, quasi a venire a confermare in noi quello che abbiamo realizzato man mano non senza sacrifici e difficoltà, non senza ricadute e debolezze, non senza promesse fatte e non mantenute. Tutto questo è possibile realizzare con maggiore sicurezza se diamo spazio nella nostra vita alla preghiera.

Strettamente connessa alla carità è la virtù della speranza. L'avvento è tempo di speranza nel senso più vero e pieno del termine. Si spera nella salvezza che non è una chimera, né un'illusione, ma certezza assoluta in quanto il Cristo annunciato da secoli viene, nel mistero dell'Incarnazione a realizzare tutte le promesse fatti ai padri di Israele e ai loro discendenti e comunicate al popolo eletto mediante l'autorevole voce dei profeti.

Baruc, nel brano della prima lettura di oggi, ci esprime esattamente quello che è la speranza in senso cristiano che mira ad una persona ben precisa che è il Messia e Salvatore. Il Signore che viene a noi nel mistero del Natale deve portare solo gioia, deve eliminare dalla nostra vita ogni velo di malinconia, tristezza, depressione e male di vivere. Solo chi si lascia guidare da una fede vera e sicura in Cristo potrà assaporare la vera gioia di questo incontro annuale con il Signore nel Santo Natale che ci apprestiamo a vivere e a sentire maggiormente man mano che ci avviciniamo alla grande solennità. Temi come la pace, la giustizia, la gioia, la serenità del cuore sono raccordati in modo inscindibile con il Natale. Non sperimentare queste e non viverle nel periodo di attesa e preparazione significa non prepararsi in modo adeguato al Natale.

Sia quindi questa la nostra umile preghiera che vogliamo innalzare al Signore, facendo tesoro dell'insegnamento che ci viene da Giovanni Battista: "O Dio grande nell'amore, che chiami gli umili alla luce gloriosa del tuo regno, raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le alture della superbia, e preparaci a celebrare con fede ardente la venuta del nostro salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio. Amen".

 

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