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TESTO "A" come Attesa

don Roberto Seregni  

II Domenica di Avvento (Anno C) (06/12/2009)

Vangelo: Lc 3,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,1-6

1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

5Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Ecco l'uomo dell'Avvento, l'ultimo dei profeti: Giovanni, figlio di Zaccaria.

Con la sua tipica precisione, Luca ci fa passare davanti agl'occhi la carrellata dei potenti del tempo. Certo, all'evangelista interessa inquadrare il contesto storico, ma ci vuole pure far cogliere la dispersione della dominazione straniera e il numero di potenti che si contendono quella terra. In questa sfilata di nomi e poteri, c'è però una svolta inattesa. La Parola di Dio non va alla ricerca di uno di quei grandi della terra, non si aggira tra i templi sacri, ma scende su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.

Mi piace davvero questa contrapposizione, sembra quasi che Luca abbia volutamente costruito un quadro ridondante per esaltare l'investitura del profeta nel deserto. I palazzi del potere non vengono nemmeno sfiorati, la logica di Dio inizia a svelare la sua inaudita novità. I criteri di scelta e di elezione sono diversi da quelli degl'uomini e del mondo. Non il potere, la forza, la fama o la gloria, ma un criterio misterioso guida i privilegi offerti da Dio.

Al centro di questa pagina incontriamo Giovanni, presentato più come profeta e predicatore, che come asceta e battezzatore. Sappiamo poco di Lui: figlio di Zaccaria, vive nel deserto, viaggia nella regione del Giordano e annuncia un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

Nelle sue parole, che riprendono quelle del grande Isaia, troviamo le caratteristiche di una nuova "A" che guida il nostro cammino di Avvento, quella di "Attesa".

E già, perché è facile dire che attendiamo Gesù. Ma che vuol dire? Da che parte si inizia? Basta fare un bel presepe e tentare di non farci coinvolgere nelle spreconerie del natale commerciale? Beh, già questo non è male, ma le esigenze della vera conversione ci portano oltre.

Mi ha sempre colpito l'esigenza della proposta di Isaia che Giovanni riprende: raddrizzare i sentieri, riempire ogni burrone, abbassare ogni monte e ogni colle! Però... Qui non c'è davvero spazio per il compromesso, non basta dare qualche ritocchino qua e la... Lo stile dell'attesa che Giovanni ci propone è quello di un cantiere in pieno lavoro!

Coraggio, cari amici! Rimbocchiamoci le maniche e abbandoniamo le mezze misure, smettiamola di rimandare o di far finta di nulla. Lo Spirito ci dona la possibilità di ripartire, di spianare le montagne del nostro peccato e riempire i burroni delle nostre paure. Un lavoro duro e faticoso, ma - come scrive Fabio Volo - il problema non è quanto attendi, ma chi attendi. E noi sappiamo bene chi stiamo attendendo...

Buona attesa!
don Roberto

robertoseregni@libero.it

NB. Nei "Ritagli dello Spirito" (www.oratoriotirano.wordpress.com) troverai nuovi testi e preghiere per il tuo cammino di Avvento. Questa settimana proponiamo un brano di Enzo Bianchi e uno di don Tonino Bello.

 

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