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TESTO Vergine e Madre

don Romeo Maggioni  

Domenica dell'Incarnazione - 6a Tempo di Avvento (anno C) (20/12/2009)

Vangelo: Lc 1,26-38a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38a

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Maria divenne madre per intervento diretto dello Spirito Santo: "Lo Spirito santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra". Da vergine - senza contatto con Giuseppe - divenne madre: Madre di Dio perché quel bambino Gesù era della sua carne fecondata direttamente dallo Spirito, "che è Signore e dà la vita".

Ma vergine significa che anzitutto nel cuore fu tutta per Dio, prima e più alta creatura a vivere di fede: "Beata colei che ha creduto" (Lc 145), la saluterà Elisabetta.

Per questa apertura totale di fede, divenne sposa dello Spirito Santo e da lei venne una maternità divina: "Colui che nascerà sarà chiamato Figlio di Dio".

Contempliamo la sua maternità divina; imitiamo la sua verginità di fede.

1) MATERNITA' DIVINA

La concezione verginale ad opera dello Spirito Santo svela come il figlio che nasce è seme divino, è il Figlio di Dio: "Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. A lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi" (Mt 1,20.23). Quel bambino figlio di Maria e non di Giuseppe, è figlio vero e diretto di Dio anche come uomo: venuto da (ek) Maria e da Spirito santo. Il Figlio di Dio è generato dall'eternità dal Padre: "Luce da luce, Dio vero da Dio vero, della stessa sostanza del Padre"; ora da Maria viene e si manifesta come uomo, prendendo da lei carne e umanità visibile e vera: "Per noi uomini e per la nostra salvezza.. si fece uomo". E' la Persona del Verbo che diviene anche uomo. E' uomo-Dio. Maria può essere così chiamata Madre di Dio: "Theotokos", come la definisce il Concilio di Efeso del 431.

Quel bambino che nasce a Betlemme è Dio in persona. Tutta la fede cattolica si fonda su questo dato: che Gesù è Dio. Non un grande uomo soltanto o un grande profeta... ma Dio stesso. "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). Gesù lo ha dimostrato per tutta la vita con segni e miracoli e con la sua risurrezione. Vero uomo e vero Dio. E' il senso ultimo dell'Incarnazione: il Dio invisibile si è reso visibile in un uomo: "E' in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità" (Col 2,9). Gesù ne avrà chiara coscienza col dire: "Chi vede me vede il Padre" (Gv 14,9). "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10,30).

L'intervento dello Spirito Santo - lo Spirito creatore che aleggiava all'inizio della creazione del mondo - dice che siamo davanti ad una nuova creazione. Si tratta qui infatti di un secondo Adamo, capostipite d'una nuova umanità, della quale il primogenito è proprio l'Unigenito del Padre che da Maria prende consanguineità con l'uomo per esserne il fratello maggiore. "Dio si fa quello che siamo noi, perché noi diventiamo quello che è lui" (sant'Ireneo). Un mistero che assorbe nell'eterno il tempo, che sostanzia di divino il nostro profondo bisogno di totalità.

2) VERGINITA' DI FEDE

Scrive sant'Agostino: "L'utero della Vergine fu la stanza nuziale, poiché è là che si sono uniti lo Sposo e la sposa, il Verbo e la carne» (In 1Gv 1,2). Maria davanti al mistero di Dio dice il suo sì: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Il suo sì è come la punta di diamante dell'umanità che si apre a Dio, e la riassume tutta: Maria... primizia e immagine della Chiesa! «Piena di grazia» la saluta l'angelo, e fin dal primo istante della sua esistenza fu tutta per Dio: «Il Signore è con te». E fu, la sua, una progressiva peregrinazione di fede fino a giungere ai piedi della croce dove s'è lasciata «trapassare l'anima» fino in fondo da quella spada penetrante che è la Parola di Dio. «Beata colei che ha creduto»: cuore indiviso, tutta per Dio, vergine per questo unico amore al Signore, sposa autentica di un unico Sposo! Trovandola così docile, Dio ha potuto «fare in lei grandi cose» (Lc 1,49).

E' questa disponibilità del cuore la prima condizione a che si attui anche per noi quello sposalizio che ci divinizza: appunto la verginità della fede. Sant'Ambrogio dice che Maria ha generato Dio prima nel cuore con la sua fede che nel corpo con la carne. Sant'Agostino dice addirittura che Maria fu più grande per essere stata discepola di Gesù, che non sua madre. Dirà Gesù proprio in riferimento a sua madre: «Mia madre e i miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8,21). A una donna che aveva fatto elogio alla madre di un tale profeta, Gesù rispose: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano» (Lc 11,28). E' una grandezza allora più che accessibile, una santità possibile anche ad ognuno di noi

Potremmo dire allora che la fede di Maria è stata la condizione che ha fatto scattare l'opera dello Spirito Santo per la presenza di Dio nella nostra carne. Di fronte all'iniziativa di Dio, l'uomo non ha che l'accoglienza trepidante e fedele. Si tratta del sì della fede, di quella verginità spirituale che si apre a Dio e che offre allo Spirito la possibilità di continuare nel tempo l'incaranzione di Dio e la divinizzazione dell'umanità. Fede e Spirito Santo sono la fonte di ogni fecondità spirituale nella Chiesa, l'anima di ogni apostolato, la forza e l'efficacia d'ogni testimonianza cristiana. Non ci resta allora che chiedere a Maria di rendere anche noi capaci di quella sua stessa fecondità del divino per generare - sempre in unione connla Chiesa - ancora Dio nel nostro mondo di oggi.

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A Maria, primizia e modello d'ogni fecondità ecclesiale, eleviamo la preghiera specifica di questa festa della sua verginale maternità divina:

O Vergine, Madre di Dio, anello di congiunzione tra l'anelito degli uomini e la risposta di Dio, offrendo al mondo visibilmente il Dio invisibile col dargli un corpo di carne: fa' della Chiesa e di ognuno di noi generatori di Dio.

Lo Spirito Santo ti ha resa feconda della fecondità del divino, per una iniziativa gratuita ed esaltante del Signore che vuole ogni uomo partecipe della sua divinità: rendici desiderosi e orgogliosi di tale fecondità, disdegnando le banali fecondità terrene che generano labilità e insoddisfazione.

Nel tuo cuore con la fede, prima che nella carne, hai generato Dio, offrendoti come serva obbediente al tuo Signore per il suo grandioso disegno: forma in noi un cuore come il tuo, vigile e generoso alla Parola e alla vocazione che il battesimo ci ha dato per generare Dio nel nostro mondo di oggi.

Sempre come partecipazione della fecondità della Chiesa, con la tua protezione di Madre, a servizio del mondo, per il Regno di Dio. Amen.

 

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