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TESTO Perchè non vogliamo ascoltare i profeti di Dio

mons. Antonio Riboldi

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (09/07/2000)

Vangelo: Mc 6,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,1-6

1Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Difficile dire di quanti ricordi è formata la vita di ciascuno di noi: alcuni sono talmente belli che in essi molte volte ci rifugiamo come per avere un motivo di fiducia. Altri invece offrono tanto dolore che appaiono come dure pietre nella salita del nostro personale Calvario.

Mi trovavo di passaggio per una città, in un giorno festivo. Mi venne spontaneo cercare una Chiesa dove stare un momento con Cristo che è il sole della vita, il senso della gioia. Era l'ora della S. Messa. Quasi non me ne accorgevo. Vicino all'altare poche persone. A1l'altare un sacerdote dal volto veramente ispirato, pieno di Dio. Stava offrendo la Parola del Signore. Non ricordo neppure cosa stesse dicendo. Ho bene in mente il volto che più che dire, mostrava Dio. Quella poca gente aveva l'aria annoiata di chi non riusciva a vedere qualcosa di incredibilmente bello. "Mostraci il tuo volto, Signore" tante volte preghiamo. E quel "volto" che si profilava nelle parole del sacerdote non veniva visto.

Ad un certo punto due di quel piccolo gruppo di persone si alzarono ed abbandonarono la S. Messa e quindi la Parola di Dio. Mi passarono accanto e con la voce quasi alterata dissero: "Questi preti non hanno proprio nulla da dirci, mai. Hanno il solo merito di rubarci del tempo prezioso". Continuavo a farmi invadere dalla luce che veniva dalle parole di quel sacerdote, vero profeta disprezzato, e mi caddero due lacrime nel constatare come tanta luce venisse rifiutata: come se Dio venisse messo alla porta. E quante volte questo avviene! Toccò anche a Gesù nella "sua" patria, tra la "sua" gente, quando parlò nella "sua" sinagoga, ai "suoi", che pure lo avevano visto crescere tra di loro, nel cortile di casa loro.

"La sua gente", "i suoi parenti", "la sua casa", per Gesù era il popolo tra cui Egli era nato. E Gesù conoscerà fino in fondo l'amarezza della contestazione della sua patria, di casa sua, il rifiuto della sua parola: fino alla crocifissione.

E' tanto bello, anche se tremendamente gravoso, essere tra gli uomini "un profeta di Dio": ossia colui che da Dio viene scelto per dire agli uomini il pensiero, l'amore, il cuore Suo. Un profeta non è più uomo ma diventa "voce di Dio". E' bello esserlo: bello, perché è Dio che ancora parla agli uomini; e se Dio parla agli uomini, vuol dire che è ancora tra di loro, che c'è la possibilità che ci sia la luce e che quindi gli uomini camminino nella luce. E dovrebbe essere bello anche per chi ascolta un profeta, ossia un uomo che Dio manda: bello perché si viene a diretto contatto con la voce, con il cuore di Dio.

Chi non vorrebbe essere profeta di Dio? O chi non vorrebbe sentire un profeta di Dio? Ci sono oggi questi profeti? Tanti, rispondo con fermezza. Il Papa, vescovi, preti, laici, disseminati per tutta la faccia della terra: come fossero insieme una potente voce, unica voce che parla agli uomini e per gli uomini. E mai la loro voce è stata così chiara, così piena di calore, così vera, così forte. Possiamo veramente dire che oggi Gesù, Verbo del Padre, nella sua Chiesa, è Parola viva, Parola di vita. Ma "la sua gente", "i suoi", l'ascoltano? O si scandalizzano, fino al punto che questo scandalo, questa incredulità ci lascia meravigliati?

C'è di vero che tanti l'accolgono con gioia, la gioia di spalancare gli occhi sulla verità che li fa liberi. E c'è di vero che tantissimi si "scandalizzano" fino quasi a voler cacciare dalla loro vita questi "profeti".

Non è difficile individuare l'ostracismo, il rifiuto anche tra di noi, di tutto ciò che viene dalla Verità che è nella Parola di Gesù, offertaci dai suoi profeti. Danno fastidio alla cecità di chi tale è per i falsi idoli che si è creato. Guai dire al bugiardo che è bugiardo; al ladro che è ladro; al criminale che è criminale; al cieco che è cieco.

Per fortuna il Signore ci dice quanto ha detto ad Ezechiele profeta: "Figlio dell'uomo, ecco ti mando in mezzo agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivolti contro di me... Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: Dice il Signore Dio. Ascoltino o non ascoltino – perché sono una genia di ribelli – sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro" (Ez 2, 2-5).

 

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