PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Preferire la misericordia...

LaParrocchia.it  

LaParrocchia.it è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/06/2002)

Vangelo: Mt 9,9-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 9,9-13

In quel tempo, 9mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

C'è un desiderio quotidiano negli uomini che decidono di credere - e, con altri risvolti comunque interessanti e significativi, in quegli uomini che desiderano vivere bene e scrutare i misteri della nostra esistenza -, ed è quello di conoscere più a fondo il mistero di Dio e ricavarne da esso la sua significanza per la vita degli uomini.

Dio c'è - lo troviamo scritto indecifrabilmente perfino sui cartelli delle nostre autostrade -, ma vorremmo coglierne i messaggi di salvezza che siano significativi per la vita di noi uomini: ha senso affidargli la vita o, ancora di più, vivere alla stregua dei suoi insegnamenti? Qual è il nucleo essenziale e inconfondibile del suo messaggio? C'è qualche segreto Œstraordinario' che renda appetibile le Sue intenzioni e Œstrategica' la sua rivelazione?

La Liturgia di questa Domenica tocca il cuore di Dio e, indirettamente, diventa un paradigma di vita e di impostazione della nostra esistenza: Chi sei, Signore? Sono uno che preferisce la misericordia!!!

A. Interessato ai pubblicani e ai peccatori. Fa sempre piacere capire donde parta la fede, questo particolare e indecifrabile atto di fiducia nei confronti di Dio. Tanti testimoni hanno voluto parlarne e scriverne... ed anche l'uomo comune della strada, se ne parla, annota e registra le sue emozioni e le sue domande.

Si fa fatica non tanto a cogliere il valore e la necessità della fede, quanto a delinearne le dinamiche interiori e a capirne perché ne valga la pena. E' solo una strategia per vivere bene? C'è qualche interesse recondito che sfugge alle nostra considerazioni? Vi è, forse, un risultato di uno sviluppo di immagine che ne condizioni la sua scelta? Ci esalta, oggi, sapere che Gesù di Nazareth - l'inviato di Dio - abbia preferenza per gli uomini calcolatori seduti al banco delle imposte o per quegli strani e chiassosi e insopportabili pubblicani e peccatori che più vorresti aiutarli e più camminano per i propri sentieri e con le propria smaniose voglie di libertà!

Perché credere? Perché Dio preferisce incontrarsi solo l'uomo, con le sue povertà e le sua fragilità, immerso in questa vita così refrattaria e incapace di produrre o scegliere cambiamenti significativi. C'è una tenerezza straordinaria che diventa propedeutica ad ogni accoglienza e invoca condanna per ogni giudizio affrettato e inopportuno contro l'uomo: a Dio interessano gli uomini e basta, così come sono e niente di più. Ci siamo forse dimenticati questo cuore del messaggio evangelico?

B. Proiettati al cambiamento. A tutti oggi - e, soprattutto, a noi che frequentiamo le stanze del Tempio - ci è richiesto questo gioco di conoscenza: affrettiamoci a conoscere il Signore. Sembra turbarci questa fretta ossessiva che ci viene indicata, ma non dimentichiamo che la nostra vita è come un soffio.

Amore voglio e non sacrificio: slogan o consapevolezza? Credo che la Parola di questa Domenica ci inviti non solo a tuffarci nel mistero di Dio, ma anche a sceglierne operativamente gli stili - e solo quelli - - che possano rivelarne il volto: accogli, o Dio, il dono del nostro amore.

Se c'è da cambiare, oggi, è sicuramente su questo binario: assistiamo ad un mondo che fa guerra alla dolcezza e alla pace e che si barcamena ad ostentare forme esasperate di classificazione della vita degli altri ben lontani da eventuali forme auto ed eterosviluppo. C'è una sorta di Œstatus quo' intellettuale che pensa di produrre o di stimolare cambiamenti interiori a forza di proclami o di analisi invece di stimolare relazioni significative, sincere e, in una parola, umane. E non parliamo, poi, delle nostre Œinamovibili arzigogolasti convincimenti' che sembrano ridurre il Cristianesimo in un cumulo di regole, di analisi o di progettualità senza anima!

Come facciamo a proiettarci al cambiamento se ci manca la capacità o la scelta o la consapevolezza di volerci incontrare ed accogliere accettandoci nel nostro limite e aiutandoci a individuare i binari o i percorsi perché la vita sia migliore?

Il Signore verrà ad aiutarci come la pioggia che feconda la terra: chissà quando e se saremo disposti a produrre e scegliere strategie di conversione.

C. Una continua speranza. Ben a ragione Paolo ci consegna il modello del cambiamento, un paradigma simpatico ed efficace qual è Abramo, l'uomo della fede.

Cercatore e tenace uomo di Dio, camminatore instancabile, Abramo è l'uomo della speranza. Mi viene in mente quanto scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica sulla speranza: "La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il Regno dei Cieli e la vita eterna come nostra felicità". Il Vangelo di oggi penso che ci inviti alla speranza. Cioè a capire che l'uomo vive bene se tutti i giorni è guidato e illuminato da desideri buoni, contraddistinti da quel desiderio intensissimo che si chiama Œfelicità' e da quella convinzione impareggiabile che l'uomo può sempre salvarsi perché l'artefice della sua salvezza è solo il Signore, che noi crediamo essere onnipotente.

Mi piace ricordare, infine, che chi ha detto e ha scritto che il Cristianesimo è umanesimo, credo che abbia non solo colto l'essenza della Rivelazione di Dio, ma anche la segreta felicità che accompagna i nostri poveri giorni: Dio si interessa di noi uomini, della nostra vita e non di quello che, purtroppo, combiniamo. Vuole solo incontrarsi perché vuole regalarci la salvezza!

La tristezza del nostro tempo è che non glielo permettiamo. Quanto siamo strani!

 

Ricerca avanzata  (54016 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: