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TESTO Commento su Luca 21,6

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/11/2009)

Vangelo: Lc 21,6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

"Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutto."

Come vivere questa Parola?

Queste parole di Gesù fanno parte del discorso escatologico del vangelo di Luca. Gli sconvolgimenti che accadranno quando starà per realizzarsi totalmente il Regno di Dio tra gli uomini riguardano la fine del mondo. Quando però ciò dovrà accadere, Gesù non lo ha mai detto, anche se di arbitrarie interpretazioni ne esistono a iosa.

Oggetto di ammirazione qui è il tempio di Gerusalemme che era, per gli Ebrei di allora, l'espressione più alta e splendida della potenza del popolo la cui èlite: farisei, scribi, dottori della legge, non dava consistenza di fede sincera al proprio vivere ma veniva intessendo di privilegi e di apparenze tutto quello che proponeva a sé e agli altri.

Proprio su ciò che vi era di più splendido ed emblematico di grandezza poggia quel dire profetico e sapienziale di Gesù che parla pure oggi. Adesso, anche se avulso dal contesto storico e ambientale in cui le parole sono state pronunciate, ciò che conta è ascoltarle in cuore per persuaderci di quanto sono vere e ‘terapeutiche'. Sì, ogni cosa sta passando. Anche la più sontuosa, ricca, splendida. Lo scorrere veloce del tempo è un tarlo roditore di ogni opulenza. Qui dove abito, gli archeologi non hanno ancora completato certi scavi che portano alla luce enormi pietre di edifici correlati un tempo tra loro che furono la villa (sede estiva) dell'imperatore Nerone a Subiaco. Di tutta quella magnificenza non resta che pietra su pietra. Caducità di tutto quello che è sulla terra! E dunque perché attaccarci il cuore e la vita.

A questo penso nella pausa contemplativa mentre prego:

Signore Gesù, Tu solo sei la verità, la vita, l'amore che non passano. Che io agganci l'aratro della mia esistenza fugace a quel che tu eternizzi nel tuo amore.

La voce di un dottore della Chiesa

Quanto alle parole che dice ora, esse rispondevano a verità per il tempio costruito da Salomone, e che per primo doveva essere distrutto dal nemico all'epoca del giudizio: non c'è infatti opera umana che la vetustà non corrompa, o che la violenza non distrugga, o che il fuoco non consumi. Ma c'è anche un altro tempio, [...] in ciascuno di noi, che crolla se viene a mancare la fede; soprattutto quando si ostenta il nome di Cristo per impadronirsi dei sentimenti interiori.
S. Ambrogio

 

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