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TESTO Il Regno di un Dio crocifisso, che non fallisce

padre Romeo Ballan  

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) - Cristo Re (22/11/2009)

Vangelo: Gv 18,33b-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 18,33-37

33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Riflessioni

Che strano modo di proclamarsi Re! Il Cristo della Passione, in dialogo con il procuratore romano (Vangelo), ha le insegne da re: una corona sul capo, un bastone in mano, un manto scarlatto, i saluti ossequiosi dei soldati... Tutti segni di un re sconfitto! Ormai i capi religiosi, la gente in piazza, i soldati romani ne sono convinti: pensano di aver vinto, di averlo distrutto. Pilato rimane perplesso davanti alla serenità di quel uomo che, pur in quelle condizioni, continua a chiamarsi re, anche se non di un regno di questo mondo. Pilato non è in grado di intendere questo linguaggio, e meno ancora il discorso sulla verità (v. 36-37). Le sue domande inquisitorie hanno un senso politico: gli basta aver capito che quel tipo, così conciato, non costituisce una minaccia per l'impero di Roma. Anche oggi, è lungi dall'essere una minaccia il segno dell'uomo-Dio crocifisso, appeso ad una parete. È anzi un beneficio oggettivo! Lo capisce serenamente qualunque persona minimamente informata, che ha un cuore retto e libero da ideologie fuorvianti,

Sarà lo stesso Pilato, rappresentante dell'impero più potente del mondo, a riconoscere la regalità di Cristo, con quella tabella affissa alla croce: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei" (Gv 19,19). Gesù incarna il vero "figlio d'uomo", quel misterioso personaggio -preludio di un nuovo popolo!- annunciato dal profeta (I lettura), che riceve da Dio potere e regno presso "tutti i popoli, nazioni e lingue": un regno che "non sarà mai distrutto" (v. 14). Il popolo di Daniele, al momento, sperimenta l'oppressione, ma non rinuncia a sogni grandiosi per il futuro. Il popolo del nuovo Regno avrà come punto di convergenza il Cristo. Lo hanno trafitto, ma Egli è l'Alfa e l'Omèga (II lettura).

Gesù non rinuncia al suo titolo di re, ma lo svuota delle cose vane dei regni di questo mondo e lo arricchisce di contenuti nuovi, evangelici: chi è primo deve servire gli altri; non si allea con i potenti e i ricchi, ma sceglie di stare dalla parte degli ultimi; non dà ordini, ma obbedisce; non uccide nessuno, ma muore Lui per tutti; l'importante non è essere servito, ma farsi servitori. (*)

Pilato mostra a tutti l'uomo, il re sconfitto, coronato di spine... Gesù ha già proclamato più volte la sua identità, il suo Vangelo. Chi ha voluto capire l'ha capito. Ora Gesù è lì, davanti a tutti, attende in silenzio. Ognuno deve dare la sua risposta personale, fare la sua scelta di vita: optare per la via facile del potere e delle ricchezze, o trionfare facendosi discepoli umili e poveri di un re sconfitto, crocifisso e risorto. Per amore!. Seguire i passi di un re sconfitto può sembrare un'impresa fallimentare, eppure il Regno di Dio non fallisce! Il Papa lo ha ricordato ai vescovi della Svizzera (omelia 7.11.2006), commentando in forma ampia e creativa la parabola degli invitati alla grande cena (cf Lc 14,15-24). Nonostante i continui rifiuti da parte della libertà umana, Dio non fallisce. Egli trova sempre nuovi cammini per realizzare il suo piano di salvezza per tutta la famiglia umana.

In questa opera di salvezza Dio vuole coinvolgere tanti amici e impegnarli per la Missione in tutto il mondo. I modi e i tempi di coinvolgimento sono molteplici. Accanto ad iniziative che danno visibilità all'opera evangelizzatrice (congressi, sinodi, documenti, pubblicazioni...), c'è il lavoro capillare e nascosto di missionari e di missionarie; c'è la presenza continua di sacerdoti e di laici educatori e catechisti; ci sono i gesti generosi di ragazzi e di giovani; c'è il supporto di preghiere e sofferenze offerte dagli ammalati; esiste l'impegno per la promozione della giustizia e dei diritti delle persone più deboli; e tante altre iniziative che, pur limitate e nascoste, servono a rinnovare e sostenere l'ardore missionario per il Regno di Dio.


Parola del Papa

(*) "Durante la sua passione, Gesù rivendicò una singolare regalità davanti a Pilato, il quale lo interrogò esplicitamente: "Tu sei re?", e Gesù rispose: "Tu lo dici, io sono re" (Gv 18,37); poco prima però aveva dichiarato: "il mio regno non è di questo mondo" (Gv 18,36). La regalità di Cristo, infatti, è rivelazione e attuazione di quella di Dio Padre, il quale governa tutte le cose con amore e con giustizia... Il regno di Cristo non è di questo mondo, ma porta a compimento tutto il bene che, grazie a Dio, esiste nell'uomo e nella storia. Se mettiamo in pratica l'amore per il nostro prossimo, secondo il messaggio evangelico, allora facciamo spazio alla signoria di Dio, e il suo regno si realizza in mezzo a noi. Se invece ciascuno pensa solo ai propri interessi, il mondo non può che andare in rovina".
Benedetto XVI

Angelus nella festa di Cristo Re, 23.XI.2008

Sui passi dei Missionari

- 22/11: Solennità di nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'universo.

- 22/11: S. Cecilia, martire romana. - Giornata Internazionale della Musica.

- 23/11: S. Colombano, abate (+615), nato in Irlanda, missionario itinerante in Francia, Svizzera e Italia, fondatore di numerosi monasteri.

- 23/11: B. Michele Agostino Pro (1891-1927), gesuita messicano, martirizzato durante la persecuzione contro la Chiesa. Assieme a lui, si ricordano tanti altri martiri dello stesso periodo.

- 24/11: S. Andrea Dung Lac (+1839), sacerdote, e vari altri compagni martiri in Vietnam. Giovanni Paolo II nel 1988 ne canonizzò 117: vescovi, sacerdoti e laici uccisi in vari luoghi, modi e tempi.

- 24/11: BB. Pietro Kibe Kasui (1587-1639), gesuita giapponese, e 187 compagni martiri, uccisi fra il 1603 e il 1639; di essi, quattro erano sacerdoti e tutti gli altri laici, fra i quali anche donne e bambini. Questo 3° gruppo di martiri giapponesi (dopo quelli del 1597 e 1622) sono stati beatificati a Nagasaki il 24 novembre 2008.

- 26/11: S. Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751), sacerdote francescano, itinerante, dedicato alle missioni popolari. È l'ideatore della Via Crucis.

- 26/11: B. Giacomo Alberione (1884-1971), fondatore della Famiglia Paolina (con una decina di istituzioni), per diffondere il Vangelo con i mezzi di comunicazione sociale e per promuovere le vocazioni.

- 26/11: Ricordo del Card. Charles Lavigerie (1825-1892), vescovo francese di Algeri, fondatore dei Missionari d'Africa (Padri Bianchi).

 

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