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TESTO Il valore della Parola

mons. Antonio Riboldi

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IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (30/01/2000)

Vangelo: Mc 1,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che inizia la sua missione di Messia, mandato dal Padre a procurare la nostra salvezza: e nello stesso tempo, in modo che a noi uomini è sorprendente, al punto da non riuscire ancora oggi a coglierne tutta la meraviglia divina, è PAROLA, che rivela la natura del Padre. E' davvero grande questo dono: ossia il fatto che si possa conoscere CHI E' NOSTRO PAPA'. ConoscerLo è entrare nel profondo della meraviglia celeste che è la vita di Dio, in tutta la sua dimensione. Non solo ma conoscerLo è partecipare a ciò che Lui è. L'evangelista Giovanni quando parla di Gesù, lo definisce PAROLA. Una parola che non può mai essere rumore senza contenuto; o vuoto di verità e di amore. E' sempre amore, verità, conoscenza.

"In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste" (Gv.1,1-4).

Nell'Ultima Cena, quando "aveva amato i Suoi li amo sino alla fine" disse loro tra le altre parole: "Vi chiamo amici perché vi ho fatto conoscere tutto ciò che il Padre mi ha rivelato". In altre parole, Gesù chiamava amicizia essere partecipe di quello che il Padre è; ossia entrare nella Sua vita.

Del resto noi quando iniziamo una amicizia, quella vera, con la "A" maiuscola, tanto difficile oggi, ma meraviglioso dono, la prima cosa che facciamo è quello di fare entrare l'amico nel segreto della nostra vita, là dove nessuno entra se non per partecipare. E così la parola diventa un dono di sé all'altro.

Così descrive l'inizio della missione di Gesù: "A Cafarnao, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi...Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!" Così la sua fama si diffuse subito ovunque nei dintorni della Galilea" (Mc.1,21-28).

Quella dottrina nuova con autorità è lì da duemila anni sotto gli occhi di tutti nel Vangelo. "Lampada ai miei passi" la chiama la Scrittura. E di tutte le parole dette da Gesù, del suo insegnamento, non è cambiata neppure una virgola. Per la semplice ragione che Gesù è il Signore ieri, oggi, sempre. E la VERITA' rimane sempre la stessa.

C'è una bella differenza, carissimi amici, tra le nostre parole – e ne diciamo tante, troppe, – i nostri insegnamenti e quelle di Gesù.

Non fermiamoci neppure un istante sul "parlare per parlare", ossia sul vuoto delle parole che arrivano da tante parti e costruiscono il nulla.

Due amici – è veramente accaduto – un giorno fanno una passeggiata insieme per le vie cittadine. Uno di loro non sapeva trattenere la voglia di conversare: l'altro era piuttosto silenzioso e distratto. Alla fine della passeggiata il primo chiede: "E allora, che ne dici di tutto?" Il secondo: "Di che si tratta?" Incredibile, ma in due ore uno aveva parlato senza essere ascoltato, l'altro chissà a che pensava o a chi internamente parlava. Voglio invece sottolineare la frase del Vangelo: "Insegnava con autorità". Ossia quanto Gesù affermava conteneva aveva la forza della verità che allarga gli orizzonti del cuore ed erano guida sicura nelle scelte della vita. E l'uomo ha bisogno di tutto questo.

La stessa "autorità"' dovrebbe averlo l'insegnamento dei genitori verso i figli. Ma le parole di papà e mamma, suscitano la stessa meraviglia che suscitava Gesù nei figli, o quanto dicono tante volte è deviante per il cammino verso la verità e quindi verso Dio?

Mi ha sempre impressionato l'affermazione che tra di noi, in tutti i tempi si sono affacciati "cattivi maestri". Pensiamo al filosofo Marx che ha influito negativo sulla nostra storia e drammaticamente. Pensiamo ad Hitler e alla sua dottrina sulla purezza della razza ariana che portò all'olocausto di sei milioni di ebrei nei campi di concentramento.

Personalmente ricordo ciò che mi dicevano figli ex-terroristi nell'incontrarli nelle carceri: "Siamo stati vittime dei cattivi maestri che ora siedono comodamente in posti di responsabilità".

L'insegnamento di Gesù non ha mai tradito alcuno. Anzi, i Santi, i Beati, i buoni cristiani sono "figli" della sua Parola.

E Dio sa come tutti noi vorremmo trovare qualcuno che, soprattutto in alcuni momenti della vita, ci fosse amico e ci dicesse parole vere, autorevoli!

 

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