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TESTO La forza degli umili

Monaci Benedettini Silvestrini  

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Sabato della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (17/10/2009)

Vangelo: Lc 12,8-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,8-12

8Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; 9ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.

10Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.

11Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, 12perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

La testimonianza è indubbiamente lo strumento privilegiato dell'annuncio. Capita però che la verità vada spesso a cozzare contro la mala condotta dei reprobi e dei falsi. Questi poi sono spesso posti in autorità e sono quindi in grado di far tacere le voci scomode con ogni sorta di violenza. Dinanzi a queste difficoltà - è lo stesso Cristo a predirlo ai suoi - si troveranno gli apostoli e i loro successori. È in queste circostanze che urge maggiormente la forza per resistere alla tentazione del rinnegamento e dell'apostasia. Non saranno sufficienti le migliori forze umane, occorrerà la forza che viene da Dio stesso e che egli solo può dare. Sarà lo Spirito Santo a fortificare i deboli apostoli e dopo di loro la schiera sei seguaci. Con quella santa energia la Chiesa è uscita indenne dalle numerose e violenti persecuzioni che ha subito nel corso dei secoli. Dal sangue dei suoi martiri ha tratto anzi l'alimento migliore per rinvigorirsi ulteriormente e diffondere la sua luce nel mondo. Così è riuscita a rendere testimonianza al suo Sposo e Signore. Al trionfo dei martiri si contrappone la misera sorte dei persecutori e soprattutto di coloro che negano l'essenza stessa di Dio, il suo Amore. Questo peccato viene definito da Gesù, imperdonabile. Sì, perché il perdono sgorga soltanto dall'amore misericordioso e se questo si rinnega in nessun altro modo lo si potrà ottenere.

 

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