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TESTO Proclamate il Vangelo ad ogni creatura

don Romeo Maggioni  

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Vangelo: Mc 16,14b-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Tempo di democrazia: tutti uguali, e quindi tempo di opinioni, non di verità. Tempo globalizzato: tutte le religioni hanno diritto di cittadinanza; perché mai ce ne deve essere una da privilegiare? Ciascuno ha la sua esperienza, la sua via, la sua salvezza: perché annunciare il vangelo di Gesù?

Eppure Gesù ne ha dato un ordine ai suoi: "Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo da ogni creatura". Rimarcando con forza che questo vangelo e la sua accoglienza è un fatto decisivo per l'uomo: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato". Un bel pugno allo stomaco per tutti gli irenismi, i sincretismi, e forse anche a un certo tipo di .."dialogo interreligioso".

Vediamo anzitutto questa "necessità" del vangelo; e poi l'impegno del suo annuncio.

1) LA NECESSITA' DEL VANGELO

Una prima affermazione radicale: "Uno solo è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (Epist.). Tradotto significa che solo in Cristo si ha la pienezza e la definitiva rivelazione dell'opera salvifica di Dio. In lui Dio si è fatto carne, visibile, proprio per rendere umanamente accessibile l'unico e antico disegno di Dio di salvare gli uomini. "E' in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità; e voi partecipate della pienezza di lui" (Col 2,9-10). "Rimane perciò contraria alla fede la tesi circa il carattere limitato, incompleto e imperfetto della rivelazione di Gesù Cristo che sarebbe complementare a quella presente nelle altre religioni" (Dichiarazione "Dominus Jesus", 6). "La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni... che non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini" (Nostra aetate, 2). Rispetto sì, ma è realtà parziale. Solo Gesù ha detto: "Io sono la via, la verità e la vita" (Gv 14,6).

Da qui il diritto e la necessità che ogni uomo ha di conoscere la verità piena, e possa usare degli gli strumenti completi per la propria salvezza, quelli oggettivamente stabiliti da Dio. Unico è il progetto e unica è l'economia di salvezza stabilita da Dio, quella appunto che passa da Cristo. "In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati" (At 4,12). La sua morte in croce ha destinazione universale perché - dice Paolo - Egli è il secondo Adamo che riscatta il Primo, quale definitivo e positivo Capo della nuova umanità redenta. Per questo "Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità" (Epist.).

E ha affidato alla Chiesa questo compito: "Ed essi - gli apostoli - partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che l'accompagnavano". Cristo, vivo e salito al cielo, può ora essere presente a fianco dei suoi ovunque e in ogni tempo: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Per Paolo la Chiesa è il Corpo di Cristo e la sua Sposa. Capo e corpo non possono essere disgiunti; come sposo e sposa formano "una carne sola". Sant'Agostino parla sempre del "Cristo totale" (Christus totus). Allora, dall'unicità di Cristo come salvatore universale, deriva l'unicità della Chiesa come mezzo di salvezza oggi operante nel mondo. In questo senso si dice: "Extra Ecclesia nulla salus". "Questa Chiesa di Cristo sussiste in un modo pieno nella Chiesa cattolica, riconoscendo nelle Chiese e Comunità ecclesiali non ancora pienamente in comunione, la presenza di elementi di santificazione e di verità" (Dich. Dominus Jesus).

2) L'IMPEGNO DELL'ANNUNCIO

Il vangelo, perché sia accolto da ognuno deve essere anzitutto predicato a tutti. "Come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza alcuno che lo annunci? E come lo annuncieranno, se non sono stati inviati?" (Rm 10,14). La Giornata missionaria mondiale che oggi celebriamo richiama ogni battezzato a una responsabilità coinvolgente e al sostegno della missione ad gentes. Ma la testimonianza di una vita evangelica è parte integrante dell'identità cristiana fatta ogni giorno di coerenza, giustizia e carità: "Scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno". Il beato Carlo de Foucauld, divenuto "fratello universale", diceva: Gridare il Vangelo con tutta la vita!

Alla testimonianza deve seguire l'annuncio specifico, come raccomanda san Pietro: "Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi" (1Pt 3,15). Anche a chi è ostile o di religione diversa, non con spirito di proselitismo, ma "questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo" (1Pt 3,16). Questo significa possedere una fede articolata nei contenuti e capace di senso critico nei confronti della cultura che ci circonda. E il coraggio di non mimetizzarsi o omologarsi all'anonimato religioso che qualifica il mondo secolarizzato in cui viviamo.

Il modo giusto - come suggerisce la prima lettura - è saper intercettare chi già è in ricerca, chi sente la domanda religiosa e vaga a cercar di dare un volto più sicuro "al Dio ignoto" che venera nel profondo del cuore: "E come potrei capire se nessuno mi guida?" (Lett.). E' certamente lo Spirito Santo l'artefice di ogni conversione; a noi è riservato il ruolo di scoperta di questo Suo agire nelle anime, e con delicatezza guidarle allo sbocco del dato oggettivo: nel caso del funzionario etiope, alla Parola di Dio e al Battesimo. A noi l'essere attenti e docili alle indicazioni dello Spirito, come ha fatto il diacono Filippo che si incammina sulla strada di Gaza; e naturalmente preparati a spiegare la Bibbia nel modo giusto a chi la sta già leggendo non nel modo completo.

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C'è una parola che turba all'inizio del vangelo di oggi: "Il Signore Gesù apparve agli Undici e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto". Nella Chiesa la fede di ognuno si alimenta dell'apporto di tutti, in una comunione che è sostegno e arricchimento di vivere esperienze di Dio. In questa intertestimonianza un posto privilegiato tengono certamente i Santi, la cui biografia è sempre un formidabile stimolo al fervore e alla santità. Diceva sant'Agostino: "Se questi e queste, perché non anch'io?".

 

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