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TESTO Commento su Sl 1,1.2

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (08/10/2009)

Brano biblico: Sl 1,1.2 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,5-13

5Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Dalla Parola del giorno

“Beato l’uomo che [...] nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte”

Come vivere questa Parola?

Questo salmo che apre il salterio, costituendone quasi una prefazione, esalta la legge data da Dio agli uomini perché la loro vita si snodi all’insegna della gioia. Vi troviamo la contrapposizione tra coloro che l’accolgono e meditano nel loro cuore e quanti invece la rifiutano procurandosi con le loro stesse mani la rovina.

Non è difficile cogliere la sua piena consonanza con le parole del profeta Malachia, riportate nella prima lettura di oggi. L’empio disprezza la via tracciatagli dal Signore, ma di lui non resterà “né radice, né germoglio”. Chi invece la percorre con perseverante amore sperimenterà che il Signore “avrà cura di lui come il padre ha cura del figlio che lo serve”.

Certo, si tratta di andare contro corrente, di “non seguire la via degli empi”. Una via apparentemente piana e indubbiamente lusinghiera, ma il cui approdo è la sterilità di una vita priva di orizzonti.

Beato, ci assicura invece il salmo, chi trova la sua gioia nella legge del Signore, una legge che - come dirà Gesù – si rivela un carico leggero e soprattutto, fecondo, perché alimentato da un inesauribile corso d’acqua viva, cioè dallo Spirito Santo. Si tratta di dar credito a Dio: di fidarsi e di affidarsi, anche quando i tempi dell’attesa si allungano.

Per la nostra società che alimenta il culto del “tutto e subito”, questo è un discorso non facile da digerire, eppure è indispensabile riappropriarci di queste verità e di scandire su di esse la vita.

Nella mia pausa contemplativa, sosterò, oggi, a riflettere sul dono che la legge di Dio rappresenta per la mia vita, indicandone con sicurezza la rotta da seguire.

Ti lodo e ti benedico, Signore, perché ti prendi cura di me, illuminando con la tua Parola i miei passi e irrorando con l’acqua dello Spirito questa fragile pianticella così che si irrobustisca e produca frutti abbondanti di testimonianza e di santità.

La voce di un padre della Chiesa

La legge è benefica, perché riesce a rendere giusti gli ingiusti, purché solo vogliano ascoltarla; libera gli altri dai mali presenti e promette di rendere immortali quelli che hanno scelto di vivere nella saggezza e nella giustizia.

La conoscenza della legge è caratteristica di un animo buono (Pr 9,10.)
Clemente Alessandrino

 

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