PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Accogliamo l'invito alla festa

mons. Antonio Riboldi

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (10/10/1999)

Vangelo: Mt 22,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,1-14

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

Forma breve: Mt 22,1-10

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

Ogni volta che cerchiamo di immaginarci in che cosa consista il "Regno dei cieli" rimaniamo a corto di parole. Il più delle volte lo releghiamo ad un insieme di meraviglie quali solo si possono trovare presso Dio.

Soprattutto lo descriviamo "lontano da noi", "fuori" dalla nostra vita terrena: un "aldilà" che riconosciamo impossibile raggiungere qui con la povertà della nostra intelligenza. Tanti poi lo dipingono così lontano e fantasioso da pensarlo come una favola che va bene per i bambini ed i poveri senza paradisi sereni. Come se paradisi possano chiamarsi quelli dei così detti ricchi che sono solo tormenti. Gesù ci prova a descriverlo il Regno dei Cieli, che è anche tra di noi. E lo fa con la semplicità delle parabole.

Immagina un re: ed a quei tempi la parola "re" conteneva tutto; un potere illimitato; una ricchezza che più grande era, più illuminava il regno; sconfinava addirittura nella fantasia dei poveri, come un vero paradiso. Un re che sposa un figlio ed alla festa del matrimonio invita alcuni che credeva suoi amici.

Cosa c'era di più ambito che partecipare alla festa più grande che un re può dare, ossia le nozze del figlio? Già essere invitati vuol dire essere prediletti, scelti: in secondo luogo vuol dire essere partecipi della stessa potenza, della stessa gloria, di tutto insomma ciò che era del re.

Noi avremmo fatto a gomitate per andarci. Basta leggere le cronache mondane e ci si accorge che l'Italia e il mondo è pieno di inviti a banchetti "esclusivi": ci si arriva da ogni parte. "E' un mondo da favola" mi diceva un giorno uno di questi invitati illustri reduce da uno di questi banchetti: "Lì ti sfilano davanti bellezza, ricchezza, prestigio, felicità, almeno quella che riescono a mettere insieme gli uomini: e ti pare che partecipando tutto questo è in qualche maniera anche tuo che sei lì". I poveri, gli storpi altra sorte non hanno che assistere alla sfilata degli invitati, magari fotografandoli per averne un ricordo, con la netta impressione che "quel mondo di bellezza e di prestigio" non è fatto per loro: loro avranno sempre la sorte di guardare, invidiare, fantasticare.

Gesù dice: il Regno dei cieli è molto ma molto più di questi banchetti "esclusivi". Qui a invitare è Dio: l'opera che compio io, ossia la redenzione, sono le mie nozze, la più grande festa che si possa allestire. Ed è così.

Gesù che viene tra di noi, ci ama, annuncia la buona novella, dà la vita per la nostra salvezza e risorge, è la più grande solennità che si possa celebrare in cielo e in terra: più grande della stessa festa della creazione. Chi non accetterebbe un invito alla festa che viene da Dio? Solo i pazzi potrebbero dire di no. La logica vorrebbe che tutti gli invitati, come fanno gli uomini di questo nostro mondo, spendessero anche una fortuna per prepararsi l'abito, magari facendo grossi debiti. Ed invece, narra Gesù, "gli invitati non vollero venire". Dietro l'insistenza del re "costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari: altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero". Come mai questo atteggiamento?

Evidentemente avevano tenuto in nessun conto l'invito. Quella festa non li interessava: non era abbastanza festa; ed il re poco contava per loro; e poco contavano le nozze di suo figlio: contava quindi
niente essere stati scelti.

Il re non si arrende: non può lasciare una festa imbandita senza chi la consumi e comanda: "andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". "Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi e 1a sala si riempì di commensali" (Mt 22, 1-14).

Una storia quella narrata da Gesù, che pare una "storia impossibile a credere". Ma è la storia nostra, quella di tutti i giorni.

E' la storia del giovane cui Gesù aveva detto: Se vuoi essere perfetto, va' vendi quello che hai, dallo ai poveri, vieni e seguimi; ma il giovane si rattristò e se ne andò perché aveva molti beni.

E' la storia di tanti, ma di tanti di noi, ieri e oggi, che abbarbicati a un gruzzolo di beni non riescono ad alzare gli occhi verso la bellezza, il dono inesprimibile dell'amore che Dio ci offre.

Una storia di superbia, di sufficienza dell'uomo, che è capace di vedere solo l'angolino del proprio io illuminato da false luci al neon, incapace di spalancare gli occhi sulla vastità del sole che è il Regno di Dio. Dio non voglia sia la nostra storia. Per saperlo basterebbe confrontarsi con quanto dice Paolo oggi.

E' quella di Paolo la risposta dei "poveri" che Dio ha fatto chiamare dai crocicchi: i poveri che non hanno superbia cui arroccarsi, ma solo povertà da mostrare e colmare.

"Fratelli – scrive Paolo – ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco: sono stato iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. Tutto posso in co1ui che mi dà la forza... Il mio Dio colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù" (Fil 4, 10-20).

Come vorrei che io, voi, ci sentissimo oggi quei poveri.

 

Ricerca avanzata  (54041 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: