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TESTO Missione è non vergognarsi di chiamarli fratelli

padre Romeo Ballan  

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (04/10/2009)

Vangelo: Mc 10,2-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,2-16

2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Riflessioni

Con linguaggio poetico e mitico, la Parola di Dio ci rivela verità luminose circa l’essere umano -uomo e donna- circa la famiglia e il cosmo. La prima verità è che Adamo non si è creato da sé: è Dio che l’ha creato (I lettura). La parola Adamo, in questo caso, vuol dire l’uomo e la donna. Questo Adamo (l’uomo e la donna) vive nella solitudine, alla quale Dio stesso pone rimedio: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (v. 18). Al limite, stando al testo biblico, si potrebbe dire che neppure Dio sia sufficiente per riempire la solitudine di Adamo. Per la sua esistenza storica, Adamo ha bisogno anche di cose, di animali, piante... che il Creatore gli fornisce in quantità nel fascino dell’universo, dandogli anche il potere di imporre il nome agli esseri viventi, cioè il potere di tenerli sotto il suo dominio (v. 19). In base alla teologia biblica, tale potere di dominio sulle cose create da Dio corrisponde, naturalmente, all’essere umano nella sua completezza di uomo e donna, con uguale dignità.

Dio, che ha chiamato Adamo alla vita,lo chiama ora alla comunione, ad una vita di incontri e di relazioni che portino la persona umana alla pienezza e alla maturità. Adamo, infatti, non è soddisfatto con il dominio sulle cose: cerca un aiuto che gli corrisponda (v. 20), in piena alterità e uguaglianza. Dio stesso presenta all’uomo tale aiuto, la donna, Eva, alla quale questi sente di non poter imporle il nome, cioè di dominarla, perché la riconosce uguale a sé, parte di se stesso: “osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne” (v. 23). Sono ambedue uguali in dignità, chiamati ad una piena comunione di vita. Il primigenio progetto del Creatore era splendido, ma il peccato umano è venuto a rompere l’equilibrio dei rapporti tra eguali: al rispetto è subentrata la volontà di dominio di un coniuge sull’altro, con le risapute sequele dolorose. Gesù (Vangelo), dopo aver rimproverato la sua gente “per la durezza del cuore” (v. 5), ha cercato di riportarli al progetto iniziale di Dio. Purtroppo, con scarsi risultati, allora e fino ai nostri giorni.

Il Concilio Vaticano II ha parole che illuminano la dignità e la santità del matrimonio e della famiglia: “L'intima comunità di vita e d'amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita dall'alleanza dei coniugi, vale a dire dall'irrevocabile consenso personale. E così, è dall'atto umano col quale i coniugi mutuamente si danno e si ricevono, che nasce, anche davanti alla società, l'istituzione del matrimonio, che ha stabilità per ordinamento divino. In vista del bene dei coniugi, della prole e anche della società, questo legame sacro non dipende dall'arbitrio dell'uomo. Perché è Dio stesso l'autore del matrimonio, dotato di molteplici valori e fini: tutto ciò è di somma importanza per la continuità del genere umano, il progresso personale e la sorte eterna di ciascuno dei membri della famiglia, per la dignità, la stabilità, la pace e la prosperità della stessa famiglia e di tutta la società umana” (Gaudium et Spes, 48). A tal fine, la preghiera della Chiesa si fa insistente, “perché l’uomo e la donna siano una vita sola, principio dell’armonia libera e necessaria che si realizza nell’amore” (orazione colletta). (*)

La vita condivisa dell’uomo e della donna nel matrimonio non è soltanto in vista del bene della coppia, ma ha una irradiazione missionaria sui figli, sull’ambiente sociale ed ecclesiale. Dopo aver parlato della famiglia, Gesù si rivolge subito ai bambini, e più in generale ai deboli e ai poveri, dando loro affetto, protezione, stima, benedizioni (v. 13-16). Gesù è entrato pienamente nel tessuto e nei meandri della storia degli uomini, facendosi solidale con essi, condividendone l’origine e le sofferenze. Fino al punto che l’autore della lettera agli Ebrei (II lettura), con parole commoventi, afferma che Cristo, “per questo non si vergogna di chiamarli fratelli” (v. 11). Cristo non esclude nessuno da questa relazione fraterna. Fosse anche la persona più biasimevole e lontana! È sempre Lui il modello più radicale per ogni missionario. E un appello per tutti nel mese missionario.


Parola del Papa

(*) “Scopo della missione della Chiesa è di illuminare con la luce del Vangelo tutti i popoli nel loro cammino storico verso Dio, perché in Lui abbiano la loro piena realizzazione ed il loro compimento. Dobbiamo sentire 1’ansia e la passione di illuminare tutti i popoli, con la luce di Cristo, che risplende sul volto della Chiesa, perché tutti si raccolgano nell’unica famiglia umana, sotto la paternità amorevole di Dio.
Benedetto XVI

Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2009

Sui passi dei Missionari

- 4/10: S. Francesco d’Assisi (1182-1226), amante di Cristo povero, fondatore della famiglia francescana, missionario tra i mussulmani; inviò gruppi di frati ad evangelizzare in varie parti.

- 4/10: B. Francesco Saverio Seelos (1819-1867), sacerdote redentorista tedesco, missionario in varie regioni degli USA, morto di febbre gialla a New Orleans, Louisiana.

- 5/10: SS. Froilano e Attilano, vescovi spagnoli del X secolo, che lasciarono la vita eremitica per dedicarsi all’evangelizzazione delle regioni liberate dal dominio degli arabi musulmani.

- 5/10: S. Faustina Kowalska (1905-1938), religiosa polacca, destinataria di speciali rivelazioni sulla “Divina Misericordia”: una devozione che ha avuto una rapida diffusione mondiale.

- 5/10: Ricordo di Annalena Tonelli (1943-2003), laica missionaria italiana in Kenya e Somalia per 30 anni, uccisa a Borama (Somalia) da uno sconosciuto. Ecco alcune sue parole: “Ho fatto una scelta di povertà radicale”. – “Un giorno il bene trionferà”.

- 6/10: S. Bruno (Germania 1030-1101 Italia), professore di teologia, poi eremita, fondatore della ‘Grande Chartreuse’ (Grenoble), promotore della vita monastica, eremitica e cenobitica.

- 6/10: B. Maria Rosa (Eulalia) Durocher (1811-1849), canadese del Quebec, fondatrice.

- 7/10: Festa della Madonna del Rosario: preghiera popolare atta a far rivivere i misteri della vita di Cristo e di Maria, in sintonia con le gioie, le speranze e i problemi missionari del mondo intero.

- 8/10: S. Giovanni Calabria (1873-1954), sacerdote di Verona, fondatore di due Congregazioni della Divina Provvidenza, per i giovani, i poveri e gli ammalati.

- 9/10: S. Giovanni Leonardi (1541-1609), fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio. Con il prelato spagnolo G. B. Vives, fondò a Roma una scuola per futuri missionari ad gentes, precorritrice del Collegio di Propaganda Fide (1627).

- 9/10: S. Ludovico Bertràn (1526-1581), sacerdote domenicano spagnolo, missionario in Colombia, dove evangelizzò i popoli indigeni e ne prese le difese davanti agli oppressori.

- 10/10: S. Daniele Comboni (1831-1881), primo vescovo-Vicario apostolico dell’Africa Centrale; elaborò un Piano per “salvare l’Africa per mezzo degli Africani” e fondò due istituti missionari. Morì a Khartoum (Sudan) all’età di 50 anni.

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A cura di: P. Romeo Ballan – Missionari Comboniani (Verona)
Sito Web: www.euntes.net “Parola per la Missione”
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