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TESTO L'amore risponde all'amore così

mons. Antonio Riboldi

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (15/08/1999)

Vangelo: Mt 15,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Sono i giorni questi in cui tutta la Chiesa è in festa per l'assunzione di Maria Santissima in cielo. Una gloria che Dio concede a Colei che "aveva creduto alla Parola dell'Angelo" ed aveva accompagnato, come "serva fedele fino in fondo", il mistero della vita, morte e resurrezione del Figlio di Dio. L'Amore risponde all'amore così, con la gloria eterna.

Una festa quella dell'Assunzione che risalta ancora di più nella Chiesa perché stiamo vivendo l'immensa grazia dell'anno mariano: un anno privilegiato in cui la Mamma si fa più vicina a noi suoi figli e speriamo noi ci facciamo più vicini a lei.

Voglio anch'io viverla questa festa anziché con una riflessione con una preghiera che è dialogo con Maria, tratta dal libretto "Maria, nostra Madre" che ho offerto ai miei fedeli per una recita meditata del santo rosario durante l'anno mariano. E' la contemplazione del quarto mistero glorioso, ossia l'assunzione di Maria SS. al cielo.

"Voi ora siete tristi, ma io vi rivedrò e voi vi rallegrerete e nessuno vi toglierà più la gioia. Quando quel giorno verrà, non mi farete più nessuna domanda" (Gv 16, 22-23). Ho sentito la stessa frase, Madre di tutti noi che siamo pellegrini in questo mondo, accanto al letto di una donna che stava passando da questa vita alla vita presso il Padre in cielo. Attorno a lei vi erano tanti parenti giustamente addolorati. "Perdiamo la persona più cara che abbiamo" dicevano. Era la loro mamma. E non si sa mai bene, in questi casi, chi sente di più il distacco, se la mamma o i figli: e quindi non si sa bene chi sente di più la voglia di rimanere assieme o di rivedersi presto, se i figli o la mamma. La mamma, che mostrava sul volto la lunga fatica di un'esistenza spesa tutta nell'amore per i figli e per fare la volontà di Dio disse con una serenità disarmante: "Non abbiate paura; un poco non mi vedrete e poi torneremo a vederci, ma per sempre, in cielo. E là non ci separeremo più. Là non soffriremo più". Proprio come diceva tuo Figlio ai suoi Apostoli.

"Venne, Maria, anche il tuo turno di passare al Padre. Non so quanti anni tu avessi. Dicono ottanta. Tanti passati nella povertà della tua famiglia: vivevi in una grotta. Tanti altri passati sempre a Nazaret nella casa di Giuseppe con Gesù tuo figlio. Devono essere stati anni di vero paradiso quelli passati a Nazaret nella semplicità e nella durezza della vita quotidiana che anche noi conosciamo. Poi gli anni della breve, ma faticosissima attività di tuo Figlio, che non si dava mai pace perché noi uomini potessimo conoscere ed avere la pace, quindi il martirio di Gesù sul Calvario e la gioia della resurrezione.

Infine i tanti anni, silenziosi, accanto alla Chiesa che era nata a Gerusalemme il giorno della Pentecoste e che era stata affidata sotto la croce a te, che di Gesù eri una testimone singolare e privilegiata. Lì nella prima comunità cristiana che conducevi nei suoi primi passi, proprio come fa una mamma e come facesti con Gesù piccolo: e come spero tu faccia anche con noi, tua famiglia, che ci sentiamo sempre piccoli, per fortuna! Tu avevi speso una vita intera per il Signore. Mai nulla di te, della tua esistenza era stato intaccato da un minimo atto che suonasse rifiuto all'amore e al disegno del Padre. Tutto di te fu "suo"; tutto fu come "bruciato" sull'altare della donazione e del servizio, fino alla fine. Come tuo Figlio ora potevi dire: "Tutto è stato compiuto". Come Lui potevi affermare: "Nelle tue mani ripongo il mio spirito". E certamente il Padre, che conosceva tutto di Te, che amava tutto di Te, che si era servito del tuo corpo santo per la nascita di Suo Figlio e nostro fratello Gesù qui tra di noi, non poteva abbandonare al disprezzo della morte e della corruzione, il tuo corpo. E cosi la tua morte fu solo un dolce sonno che ti portò direttamente nelle braccia del Padre. Un ritorno che Lui attendeva. E mani di angeli ti portarono direttamente in cielo.

Sono felice, sai, di avere una Mamma così. Una Mamma tanto bella che niente ha potuto imbruttire, ma solo la luce e la gloria di Dio hanno circondato. Sono orgoglioso, sai Mamma, che tu sia mia Madre.

Qui mi assale una profonda tristezza e tu aiutami a superarla. Non è facile vivere "immacolati" in questo mondo e liberi da questo mondo. Lo attraversiamo in ogni momento tanto da esserne permeati fino nelle ossa. E senti che ti penetra dentro con tanti atti che gli sono propri come la superbia, l'ira, l'avarizia, la lussuria, l'invidia. Sento che molte volte brucio le mie forze, consumo il mio corpo in fatti e pensieri che non dovrebbero neppure sfiorarmi e che dovrebbero farmi arrossire.

Eppure tante volte né arrossisco, né mi vergogno. Non solo, o Madre di misericordia, rifugio dei peccatori, ma a volte mi sento così sporco, corrotto, da avere paura anche del sacramento della misericordia, che il Padre ha donato per lavarci da ogni impurità. Per questo oggi, o mia Regina tutta piena di splendore, ti prego, suscita in me pensieri di totale conversione. Che torni, con il tuo aiuto, una volta per sempre nelle braccia del Padre. E quando il Padre mi chiamerà, stammi vicina: prendi la mia mano fortemente ed insieme varchiamo la porta del cielo, incontro al Padre che finalmente ci farà dono della luce del suo volto.

 

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