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TESTO Accoglienza, problema di oggi

mons. Antonio Riboldi

XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/06/1999)

Vangelo: Mt 10,37-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: 37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Credo che tutti siamo scandalizzati da quanto è avvenuto e sta avvenendo nella ex Jugoslavia: anni fa in Bosnia ed Erzegovina (ricordate il dramma di Serajevo? di Mostar, ecc.,) oggi è la volta del Kossovo. Sembra proprio che l'uomo non sia capace di "accogliere" l'altro, che è in tutto simile a lui, fuorché in diversità, come la religione o l'etnia, che sono la cultura e la fede di un uomo, ma non possono mai intaccare la comune grande dignità di essere "figli di Dio", tutti, allo stesso modo.

E fa veramente male vedere sbattere le porte in faccia a chi nel bisogno bussa alla nostra casa, o peggio a ignorarne la sofferenza e la presenza, ed infine a volerne l'eliminazione con le atrocità che sono sfilate sotto gli occhi di tutti. E questo non avviene solo nei Balcani, ma avviene in alcuni Paesi dell'Africa e dell'America Latina. Ma sarà così l'inferno che tanti dicono non esista? Non è già questo un'immagine viva e spaventosa?

Ben diversamente è la natura dell'uomo che porta nella vita l'impronta del Padre che l'ha creato. Un Padre che non fa distinzione tra di noi e non fa differenze. "Fa piovere sui buoni e sui cattivi e fa splendere il sole su tutti" perché il sole, come la terra è di tutti: ed il sole e il cielo è per tutti.

Dio del resto "accoglie sempre tutti". Tanto è vero che quando ci rivolgiamo a Lui Lo preghiamo chiamandolo "Padre nostro". E Lui, come "papà", non solo ama ciascuno di noi individualmente, come sanno fare le nostre mamme e i nostri papà, ma vuole, che così facciamo noi gli uni gli altri.

C'è un bel racconto di accoglienza oggi raccontato dalla Bibbia, nel Libro dei Re: "Un giorno il profeta Eliseo, passava per Sunem dove c'era una donna facoltosa, che l'invitò con insistenza a tavola. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei. Essa disse al marito: "Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa da noi. Prepariamogli una piccola camera al piano di sopra, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia, una lampada, sì che venendo da noi si possa ritirare". Recatosi egli là un giorno, si ritirò nella camera e si riposò. Eliseo chiese al suo servo: "che cosa si può fare per questa donna?" Il servo ripose: purtroppo essa non ha figli e suo marito è vecchio. Eliseo disse: "chiamala". La chiamò: essa si fermò sulla porta. Allora disse: "L'anno prossimo, in questa stessa stagione, tu terrai un figlio in braccio" ( II Re; 4,8-16)

Una accoglienza che attira subito la generosità di Dio, accolto nel profeta che viene ricompensata con una inattesa e prodigiosa maternità: il dono più grande si poteva fare a quella donna ricca di beni, ma povera di figli. L'accoglienza è il segno che distingue i cristiani. Non si può pensare ad un cristiano che sbatta la porta in faccia al fratello, o lo rifiuti.

Se si legge la parabola del buon Samaritano, troviamo il modo di farsi vicino a chi nella vita conosce il bisogno di noi. Non solo, ma nel racconto che Gesù fa del giudizio universale, invita a "venire, come benedetti nel suo regno", quanti l'hanno accolto come affamato, assetato, ignudo, ammalato, forestiero, ecc. E dice espressamente: "quello che avete fatto a uno di questi lo avete fatto a Me" anche se nessuno dei "benedetti" afferma di non averlo mai visto. Così come diranno i "maledetti" che hanno rifiutato di accogliere i fratelli. A questi dice: "Andate, maledetti.".

Ed oggi Gesù insiste: "chi accoglie voi, accoglie me e chi accoglie me accoglie Colui che mi ha mandato" ossia il Padre! Che meravigliosa realtà in queste parole: una realtà che dovrebbe cancellare tutte le infamie viste in questi nostri tempi: così come dovrebbe cancellare discriminazioni o insofferenze per chi cerca tra di noi un posto per vivere. Certo occorre discernimento che impedisca a chi ha cattivi propositi di chiedere posto tra di noi. Ma nel cuore tutti dovremmo sentirci, come una casa aperta, una mensa che accoglie, come di fatto è il banchetto che Gesù appronta ogni giorno nella Eucarestia.

Dovremmo sempre ricordarci, che tutti, ricchi o poveri, abbiamo bisogno gli uni degli altri: anche i ricchi. Se non altro abbiamo bisogno di Dio che a sua volta ci viene in aiuto nella misura in cui noi accogliamo il bisogno degli altri. E' bello questo per chi è generoso, come lo fu Sunem verso il profeta Eliseo. Ma è preoccupante per chi ha l'abitudine di chiudere il cuore ai fratelli che bussano al suo cuore.

Una riflessione, carissimi amici di Internet, che va proprio bene oggi, per tutti. Non c'è che da accoglierla!

 

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