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TESTO Folle stanche e sfinite

mons. Antonio Riboldi

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XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/06/1999)

Vangelo: Mt 9,36-10,8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù, 36vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. 37Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! 38Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

1Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.

5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

Anzitutto sento il dovere di esprimere una grande gioia per la buona volontà di pace che è spuntata all'improvviso nei Balcani. Era diventata una ossessione non solo per gli Jugoslavi, i Kossovari, gli Albanesi, i Macedoni, quel vivere nel terrore quotidiano o dei bombardamenti o della pulizia etnica (ma che orrenda parola si è inventata per nascondere atrocità contro etnie indesiderate!)

ma anche per noi che partecipavamo o eravamo condannati ad assistere impotenti a fermare bombe o atrocità L'unica cosa davvero 1odevole che ha messo in mostra di che cosa è capace il cuore umano (in contrapposizione alla violenza) e stata l'immensità della accoglienza, della assistenza, fatta nei campi profughi ovunque questi fossero. E cosi i fratelli, vittime degli innocenti, che avevano tutte le ragioni per non capire il 'Caino' che vi e in ciascuno di noi, si imbatterono nei Buoni Samaritani; tanti buoni samaritani di ogni sigla, religione ed etnia, che non esitarono a sporcarsi le mani e sacrificarsi mostrando così il meraviglioso volto di Abele che è poi il volto del Padre.

Fu immensa la violenza; ma ancora più grande l'amore. Ed è una competizione che si affaccerà nel tempo. Ma l'aver visto al lavoro tanto amore, suscita speranza. Vorrei da questo mio 'sito' dire GRAZIE AL DIO DELLA PACE che certamente, sollecitato da tante preghiere ha ispirato i cuori a piegarsi alla pace, mettendo fuori gioco la guerra. A volte sembra Dio sia nascosto o indifferente o impotente di fronte a ciò che noi uomini combiniamo sulla terra: come se non fosse un Padre che ha cura dei Suoi figli. Ed invece Lui è tra noi che con la sua infinita pazienza e misericordia cerca di trovare le vie dei cuori: e sono vie che l'uomo sa riempire di spine a volte perché ogni buon proposito che si accosta salti per aria. Grazie, Signore.

E grazie a tutti, senza eccezione, da quelli che, come la vedova del Vangelo ha dato quello che aveva per soccorrere i profughi, alle famiglie che con semplicità senza rumore hanno accolto tra le loro mura i profughi, rendendo visibile il segno dei cristiani e degli uomini di buona volontà: l'accoglienza. E grazie a quanti hanno scelto di essere là fianco a fianco con la sofferenza, militari o volontari, dando esempio di costruttori di pace capaci di oscurare l'orrendo della guerra. Era un vero "arcobaleno" come la missione che prendeva questo nome.

Il Vangelo di oggi sembra voglia descrivere proprio la nostra realtà e rivelarci il modo con cui si. fa vicino all'umanità. "Gesù, vedendo le folle, – scrive il Vangelo – vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai. suoi discepoli: la messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe". E chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di infermità...Li inviò dopo averli così istruiti: strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" ( Mt.936-10,8)

Questo è il comportamento di Dio e quindi dei cristiani o degli uomini di buona volontà. Capire di vivere, sempre, in un mondo che tante volte fa davvero compassione, ossia suscita più che condanna, pietà "perché non sa quello che fa". E' grande la confusione nella gente e lo abbiamo visto in questi tempi. C'è la voglia di non fidarsi più di nessuno, di isolarsi, di pensare ai fatti propri, se si riesce: sono tante le devianze, le mode, le mentalità, i mali che ci vengono propinati ogni giorno e con ogni mezzo che non si sa più cosa fare e quale è veramente la gioia del cuore. Ci si sente "pecore smarrite, stanche e sfinite, senza pastore". E si ha bisogno di qualcuno in cui porre la propria fiducia. Qualcuno che non ti tradisca: che non dia la mano per un breve tratto di vita, ma ti sia vicino, amico, pronto a capirti, e donarsi per l'eternità Come su è definito Gesù. E con Lui i suoi discepoli, che anche aggi stanno tra noi "guarendo le nostre malattie, cacciando i demoni che affollano la terra. C'è davvero bisogno di veri amici che però conoscano la natura e la legge dell'amicizia che è quella di farsi dono senza chiedere nulla: amici che ti danno la mano, ma ti lasciano le impronte del proprio egoismo: amici che ti fanno la strada, ma stanno nell'ombra perché vogliono che cresci tu e non loro. Come fa Dio con noi.. Ce ne sono grazie a Dio di questi amici di Dio che sanno stare vicino e camminare insieme. Bisogna trovarli o forse li abbiamo trovati: ma non sappiamo accostarli o accettarli.

 

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