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TESTO Commento su Sl 150,1-2.6

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (10/09/2009)

Brano biblico: Sl 150,1-2.6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,27-38

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Dalla Parola del giorno

“Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza [...]. Ogni vivente dia lode al Signore.”

Come vivere questa Parola?

Con la dossologia di questo salmo che chiude il salterio, la liturgia ci fa rispondere all’invito paolino della prima lettura: “La parola di Dio dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali” (Col 3,16).

La vita cristiana è un cammino che ha come meta la pace di Cristo, raggiunta nel segno dell’unità. Un progressivo svincolarsi “dall’uomo vecchio” con le sue passioni per rivestire “l’uomo nuovo” abitato da sentimenti di misericordia, bontà, umiltà, mansuetudine, pazienza... Un convergere verso ciò che unisce secondo il disegno di Dio. Allora tutto il nostro essere diventerà lode e da ogni nostra azione si sprigionerà l’inno di riconoscenza.

È la liturgia della vita, quel culto in “spirito e verità” che attinge all’altare e si rifrange nel quotidiano, mantenendo desta la consapevolezza della presenza di un Dio che mi ama immensamente e sostiene il mio impegno a lasciarmi configurare a Cristo.

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi farò eco della lode che inconsapevolmente sale a Dio da tutta la creazione.

Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza [...]. Ogni vivente dia lode al Signore.

La voce di un testimone di oggi

Lodare significa struggersi ai suoi piedi in parole di ammirazione e d'amore. Significa ripe-tergli che Egli è infinitamente perfetto, infinitamente amabile, infinitamente amato. Significa dirgli che Egli è buono e che l'amiamo.
Charles de Focauld

 

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