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TESTO Commento su Luca 6,27-38

a cura dei Carmelitani  

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Giovedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (10/09/2009)

Vangelo: Lc 6,27-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,27-38

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

1) Preghiera

O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...


2) Lettura del Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca 6,27-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.

A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.

Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.

Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

3) Riflessione

• Il vangelo di oggi ci narra la seconda parte del “Discorso della Pianura”. Nella prima parte (Lc 6,20-26), Gesù si dirige ai discepoli (Lc 6,20). Nella seconda parte (Lc 6,27-49), si dirige “a voi che mi ascoltate”, cioè a quella moltitudine immensa di poveri e di malati, venuta da tutte le parti (Lc 6,17-19).

• Luca 6,27-30: Amare i nemici! Le parole che Gesù dirige a questa gente sono esigenti e difficili: amare i nemici, non maledirli, porgere l’altra guancia a chi ti colpisce sul volto, e non reclamare quando qualcuno prende ciò che è tuo. Prese letteralmente, queste frasi sembrano favorire i ricchi che rubano. Ma nemmeno Gesù le osserva letteralmente. Quando il soldato lo colpì sul volto, lui non porse l’altra guancia, bensì reagì con fermezza: “Se ho sbagliato, provalo! Altrimenti, perché mi colpisci?” (Gv 18,22-23). Ed allora, come capire queste parole? I versi seguenti aiutano a capire ciò che Gesù vuole insegnare.

• Luca 6,31-36: La Regola d’Oro! Imitare Dio. Due frasi di Gesù aiutano a capire ciò che lui vuole insegnare. La prima frase è la così detta Regola d'Oro: "Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, fatelo a loro!” (Lc 6,31). La seconda frase è: "Siate misericordiosi come vostro Padre del cielo è misericordioso!" (Lc 6,36). Queste due frasi indicano che Gesù non vuole semplicemente cambiare la situazione, perché non cambierebbe nulla. Lui vuole cambiare il sistema. La Novità che vuole costruire viene dalla nuova esperienza di Dio Padre pieno di tenerezza che accoglie tutti! Le parole di minaccia contro i ricchi non possono essere occasione di vendetta da parte dei poveri! Gesù esige l’atteggiamento contrario: "Amate i vostri nemici!" L’amore non può dipendere da ciò che ricevo dall’altro. L’amore vero deve volere il bene dell’altro, indipendentemente da ciò che lui/lei fa per me. L’amore deve essere creativo, poiché così è l’amore di Dio per noi: "Siate misericordiosi, come il Padre dei cieli è misericordioso!" Matteo dice la stessa cosa con altre parole: “Siate perfetti come il Padre dei cieli è perfetto” (Mt 5,48). Mai nessuno potrà arrivare a dire: "Oggi sono stato perfetto come il Padre del cielo è perfetto! Sono stato misericordioso come il Padre dei cieli è misericordioso”. Staremo sempre al di sotto della misura che Gesù ha posto dinanzi a noi.

Nel vangelo di Luca, la Regola d’Oro dice: "Fate agli altri ciò che vorreste che gli altri facciano a voi!” (Lc 6,31) Il vangelo di Matteo riporta una formulazione un po' diversa: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, fatelo anche a loro.” E aggiunge: “In questo consistono la Legge ed i Profeti" (Mt 7,12). Praticamente tutte le religioni del mondo intero hanno la stessa Regola d’Oro con formulazioni diverse. Segno che qui si esprime un’ intuizione o un desiderio universale che nasce dal fondo del cuore umano.

• Luca 6,37-38: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio.” Sono quattro consigli: due in forma negativa: non condannare; e due in forma positiva: perdonare e dare in misura abbondante. Quando dice “e vi sarà dato”, Gesù allude al trattamento che Dio vuole avere con noi. Ma quando il nostro modo di trattare gli altri è meschino, Dio non può usare con noi la misura abbondante e straboccante che vorrebbe usare.

Celebrare la visita di Dio. Il Discorso della Pianura o il Discorso della Montagna, fin dall’inizio, porta gli uditori ad operare una scelta, a optare a favore dei poveri. Nell’Antico Testamento, varie volte, Dio mette la gente dinanzi alla stessa scelta: benedizione o maledizione. Alla gente viene data la libertà di scegliere: "io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza" (Dt 30,19). Non è Dio che condanna, ma il popolo stesso secondo la sua scelta, tra la vita e la morte, il bene e il male. Questi momenti di scelta sono i momenti di visita di Dio al suo popolo (Gn 21,1; 50,24-25; Es 3,16; 32,34; Ger 29,10; Sal 59,6; Sal 65,10; Sal 80,15, Sal 106,4). Luca è l’unico evangelista che usa questa immagine della visita di Dio (Lc 1,68. 78; 7,16; 19,44; At 15,16). Per Luca Gesù è la visita di Dio che pone alla gente dinanzi alla scelta tra benedizione o maledizione: "Beati voi, poveri!" e "Guai a voi ricchi!" Ma la gente non riconosce la visita di Dio (Lc 19,44).

4) Per un confronto personale

• Guardiamo la vita e le persone con lo stesso sguardo di Gesù?

• Cosa vuol dire oggi "essere misericordioso come il Padre del cielo è misericordioso"?


5) Preghiera finale

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie.
(Sal 138)

 

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