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TESTO Commento su Luca 4,16-30

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Lunedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (31/08/2009)

Vangelo: Lc 4,16-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,16-30

16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

18Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi,

19a proclamare l’anno di grazia del Signore.

20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Dalla Parola del giorno

“Lo Spirito del Signore è sopra di me (...) mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione.”

Come vivere questa Parola?

Riprendiamo il cammino del quotidiano ‘Servizio della Parola di Dio’ con la pagina esemplare che ci offre il Vangelo odierno. Si tratta infatti della prima volta che Gesù si presenta pubblicamente nella sinagoga di Nazaret e, proprio lì, nel suo villaggio per nulla famoso, proclama di essere colui che Isaia (e altri profeti) avevano annunciato. Gesù si presenta come il vero e definitivo INVIATO da Dio, sostanzialmente come il Messia promesso.

Ciò che il testo evidenzia è qualcosa di esistenzialmente vero: qualcosa di cui il cuore umano, anche oggi, ha essenzialmente bisogno. Il messaggio infatti è “lieto” (v. 18), consiste nel proclamare un evento di “liberazione” per i “prigionieri” e “gli oppressi” (v. 18b).

Ecco: in queste solenni asserzioni di Isaia, Gesù riconosce la sua identità e verbalizza la sua missione. Finora tutto era stato velato da anni di quotidiano silente lavoro nella bottega dello sposo di Maria, sua madre. Ora si rivela che Lui è il centro della storia, anche della mia della tua storia, proprio perché è il Figlio di Dio che, incarnandosi, non a caso ha preso su di sé il peso, le oppressioni, le catene dell’uomo che, da quando ha detto “no” a Dio, si è infilato da sé le catene della sua prigionia.

Quello da cui oggi voglio lasciarmi provocare è la letizia anzitutto! Si, perché il messaggio – dice il testo – è lieto., ed è indirizzato ai poveri di ogni tipo, dunque anche a me. E poi, ecco desidero penetrare nelle regioni profonde di questa gioia. Si tratta della consapevolezza di sapermi prigioniera di pensieri, preoccupazioni, sentimenti troppo spesso negativi e angustianti. Che respiro sapere per certo che il Signore è venuto come mio, nostro LIBERATORE! In tutto questo non ho tanto da guardare ai pesi che mi opprimono, ma alle divine mani che li sollevano perché io sia un uomo, una donna libero/a.

Signore, è mia gioia ringraziarti! Passo del tempo a gioire di questo “lieto messaggio” che è la tua Parola, in cui ‘respiro’ liberazione e cammino con cuore leggero nella fedeltà del tuo amore.

Le parole di uno scrittore contemporaneo

Signore, liberami dalla mia sonnolenza e donami nuova vivacità. Sii Tu per me l’acqua che placa la mia sete d’amore e che mi ristora, affinché sgorghi nuovamente in me la vita e diventi fonte di benedizione anche per gli altri.
Anselm Grün

 

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