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TESTO Andò, si lavò e tornò che ci vedeva

mons. Antonio Riboldi

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A) (14/03/1999)

Vangelo: Gv 9,1-41 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

Forma breve (Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38):

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita; 6sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Ha fatto molta impressione in tutta Italia, e non solo in Italia, la notizia della fede o della conversione del grande pittore Renato Guttuso. Molti si sono come scandalizzati, come se fosse un reato, una cosa brutta che squalifica l'uomo " entrare nella verità e nella luce". Altri si sono rallegrati. Ma i più si sono interrogati seriamente sulla presenza di Dio nella vita e nel mondo. E così, in un momento di "false religioni" e di cecità, chiamate visioni della vita, di illusioni definite e credute vere felicità o traguardi da proporsi, spunta prepotentemente ancora una volta e per fortuna di tutti, Cristo, luce del mondo. Leggendo i tanti commenti sulla fede di questo artista, ritrovata o sempre conservata, mi veniva in mente "il processo" che la sinagoga dei farisei fa al cieco nato che riceve la vista da Gesù. Non si vuole ammettere il miracolo anche se è sotto gli occhi di tutti. E il modo di testimoniare semplice, quasi sbalordito del cieco dalla nascita, assomiglia proprio alla sorpresa gioiosa di chi ritrova la fede. Avesse potuto dipingere un quadro Guttuso, nella pienezza della fede, certamente avrebbe dipinto questo quadro del Vangelo di oggi: e chissà con quale luce e colori!

La Quaresima provoca anche noi a ricordare il momento del Battesimo, in cui i nostri occhi sono stati come plasmati dal sacerdote perché si schiudessero alla luce che è Cristo.

Chi è un cieco nato? Uno che non sa cosa sia la bellezza delle creature illuminate; uno che vive senza poter dare volto alla persona che gli è accanto; al cielo, che gli splende sopra la testa, ai colori, che formano l'arcobaleno del creato, al fiore, che a volte sembra una nota del concerto dell'arte con cui Dio ha dipinto la sua opera; uno che soprattutto non sa cosa sia fissare negli occhi una persona cara e amarla. Deve essere di una tristezza profonda avere gli occhi e non vedere, affidandosi alla immaginazione, costretti a camminare per le vie con un bastone tra le mani, indovinando e non capendo gli ostacoli!

D'altra parte la persona che non ha la fede, che non conosce Gesù – la sola verità che illumina il mondo, dà senso ai fatti, spazio alla intelligenza, profondità all'amore, gusto a tutto ciò che siamo e facciamo, affetti compresi – che ne sa della luce? O meglio con quale luce cammina? O ancora meglio: alla luce di che cosa giudica le cose e vive?

Li conosciamo tutti questi "ciechi" che no "vedono" la bellezza del vivere, dando la loro vita perché gli altri siano felici; che non vedono la povertà dello spirito perché pieni della ricchezza del regno dei cieli e quindi annaspano tra mute ricchezze; che non vedono la felicità di essere amati da Dio, chiusi nel loro egoismo che è la perfetta cecità; che non vedono come la violenza sia la più tragica e grottesca potenza che si stagli su una montagna di morti e di gente che soffre; che non vedono neppure come il loro parlare sia un "bla-bla" destinato ad aumentare il già assordante rumore che è attorno; che non vedono, infine, che quella che loro chiamano civiltà è una tragica fiera delle vanità.

Chi rompe questa cecità è Gesù, la luce; come ha fatto con il cieco nato. Non sappiamo cosa, il cieco nato, abbia pensato della bellezza del creato che finalmente scopriva; immaginiamo la nausea di trovarsi di fronte alla ottusità dei farisei che, anziché glorificare Dio per quanto aveva fatto, lo scacciano dalla sinagoga come un bestemmiatore. Ma sappiamo che i suoi occhi finalmente si sono riempiti di luce quando hanno visto in faccia la sua salvezza: Gesù Cristo. "Tu credi nel Figlio dell'uomo?" gli chiede Gesù. "E chi è, Signore, perché io creda in lui?" Gli disse Gesù "Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui". Ed egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si prostrò innanzi (Gv 4,35-39).

"Vedere" così la vita, noi stessi, illuminati dal volto di Dio, è "vedere la vita" in ben altro modo. Basta chiederlo a chi di noi ha la vera fede. "Vede" persone, fatti, avvenimenti, anche i più tristi, con una luce diversa, la luce della verità. E camminano nella vita, andando diritti per i sentieri del Signore, come seguendo un fascio di luce che non permette di perdersi.

Nel Battesimo abbiamo ricevuto questa luce. Ora, dovremmo poter dire: "Noi vediamo!" Ma è così? Basterebbe per un attimo considerare come ci comportiamo, cosa pensiamo, come amiamo, quale luce o non luce è dentro di noi. Chi siamo? Gente illuminata o gente che brancola nel buio? Veggenti o ciechi dalla nascita? Siamo qui, allora, a chiedere a Gesù che si compie il miracolo. "Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: "Va' a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa 'Inviato')". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva".

Quanta voglia, diciamolo francamente, di poter, finalmente, "vedere" con la luce della verità, di Cristo! Non ne possiamo più di brancolare o vedere alla maniera degli uomini. Chiediamo di vedere il volto di Dio.

 

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