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TESTO Nutriti d'eternità

don Roberto Seregni  

XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (09/08/2009)

Vangelo: Gv 6,41-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,41-51

41Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

43Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

I Giudei non l’hanno proprio digerita l’uscita del Rabbì di Nazareth: «Io sono il pane disceso dal cielo». E se non bastasse, Gesù aveva pure dichiarato di essere quel pane – l’unico – che sazia la fame e la sete di chi crede in Lui. E’ da qui che scatta la mormorazione dei giudei.

Mentre per le folle il problema intorno a Gesù riguardava l’esaudimento di alcune attese popolari sulla figura del messia, con i giudei il problema è più teologico. La questione è sulla persona di Gesù, sulle dichiarazioni su se stesso, sulla sua identità.

Li immagino...

Ma come? Il figlio di Giuseppe, uno di noi, come noi, che mangia, respira, dorme... come può dire di essere disceso da cielo? Come può pretendere di essere il Messia, di parlare del Padre, di Dio? Come si permette, Lui, di mettersi sopra Mosè e di dichiarare che il Suo pane è migliore di quello che mangiarono i padri!

E’ molto interessante osservare che Gesù non risponde alle mormorazioni ammorbidendo il tono delle dichiarazioni, quasi per trovare un terreno comune di dialogo, anzi! La Sua rivelazione si fa ancora più precisa e più pungente, rivelando il rapporto unico e privilegiato con il Padre.

Ma quello che colpisce l’attenzione è la dichiarazione sulla vita eterna. Gesù pone la fede, il credere in Lui trasparenza del Padre, trascrizione storica del Suo volto d’amore, come fondamento della vita eterna.

La cosa che lascia senza fiato è il verbo che troviamo nella dichiarazione di Gesù: “Chi crede ha la vita eterna”. Attenzione! Non è una promessa per il futuro, ma per l’oggi, per il presente! Chi crede ha la vita eterna, ora, adesso! La vita eterna non è una specie di liquidazione celeste che conquisto a punti di santità e che mi verrà consegnata dopo la morte.

E’ la fede che fa eterna la vita già ora, adesso, perché la riempie dell’eternità stessa di Dio, del Suo amore che è l’unica forza immortale. Un amore da accogliere, a cui arrendersi. Un amore che nutre con il Pane della vita, che è la vita stessa di Dio in noi. Assimilati a Lui. Nutriti da quell’unico amore che non chiede nulla se non di essere accolto, di trovare un varco, una fessura, per donarsi e portare vita nuova.

Buona settimana
don Roberto
robertoseregni@libero.it

 

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