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TESTO Missionari con bagaglio leggero

padre Romeo Ballan  

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (12/07/2009)

Vangelo: Mc 6,7-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,7-13

7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. 8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Riflessioni

Poveri per essere liberi e credibili! In sintesi è questo il messaggio di Gesù, che chiama e manda i suoi discepoli al mondo, a due a due (Vangelo), con un messaggio di vita: invitare alla conversione e liberare la gente dagli spiriti impuri e dalle malattie (v. 7.12-13). Il linguaggio di Gesù circa il modo e gli strumenti per l’annuncio è duro ed esigente, fino al paradosso. Lo scopo è chiaro: far capire che l’efficacia della missione (di Gesù e dei discepoli) non dipende dalla quantità di mezzi materiali di cui si dispone né dal favore dei potenti che, eventualmente, la promuovono o la proteggono. Questi poteri umani non fanno che svigorire il messaggio evangelico, privarlo della sua forza interiore e condizionare sia il missionario che i destinatari dell’annuncio.

L’abbondanza di mezzi, l’organizzazione, il favore dei potenti non devono inquinare la trasparenza e la credibilità del messaggio che il profeta/missionario è chiamato ad annunciare con libertà. L’esperienza del profeta Amos è emblematica (I lettura). Amasìa, sacerdote del tempio di Betel, nel regno di Samarìa, gode i favori del re Geroboamo II (VIII sec. a.C.); è un alto funzionario di corte, ma ha perso la sua libertà; arriva fino a respingere Amos, profeta di Dio, proveniente dal sud e inviato al regno del nord: Vattene, veggente, ritirati nella tua terra d’origine (v. 12). Amasìa, complice della struttura regale, non tollera che Amos, uomo rude, mandriano e contadino (v. 14), abbia il coraggio di attaccare aspramente gli abusi dei dirigenti, re compreso, dei proprietari terrieri, dei commercianti... che sfruttano esosamente i poveri (vedi i cap. 5-6-8). Per di più Amos non ha paura di denunciare la pratica religiosa ormai esteriore e incoerente. All’ostilità di Amasìa, Amos risponde presentando decisamente le sue credenziali: è il Signore che l’ha tirato fuori dalle stalle e dai campi e lo ha mandato lì a fare il profeta. Quindi lui non si muoverà di lì.

Gesù è sulla scia dei profeti più radicali. È forte la sua insistenza sulla povertà (Vangelo), come condizione per la missione: né pane, né bisaccia, né soldi. “È una povertà che è fede, libertà e leggerezza. Anzitutto, libertà e leggerezza: un discepolo appesantito dai bagagli diventa sedentario, conservatore, incapace di cogliere la novità di Dio e abilissimo nel trovare mille ragioni di comodo per giudicare irrinunciabile la casa nella quale si è accomodato e dalla quale non vuole più uscire (troppe valigie da fare, troppe sicurezze a cui rinunciare). Ma la povertà è anche fede: è segno di chi non confida in se stesso, ma si affida a Dio. Il rifiuto è previsto (v. 11): la Parola di Dio è efficace, ma a modo suo. Il discepolo deve proclamare il messaggio e in esso giocarsi completamente, ma deve lasciare a Dio il risultato. Al discepolo è stato affidato un compito, non garantito un successo” (Bruno Maggioni). Il successo è opera ed è noto allo Spirito, anima della Chiesa. (*)

Viene a proposito la riflessione di domenica scorsa, partendo dalla testimonianza di Paolo: la vera missione si realizza nella debolezza. Tutti i discepoli -ciascuno di noi- sono chiamati e mandati a portare il Vangelo di Gesù, ma non come un’impresa personale, bensì come membri della fraternità nuova inaugurata da Gesù (li mandò “a due a due”; “dove due o tre sono riuniti nel mio nome...”). Per questo ogni discepolo ha ricevuto gratuitamente da Dio il dono meraviglioso di conoscere Gesù Cristo. Paolo (II lettura) lo conferma con linguaggio altamente teologico: in Cristo il Padre ci ha scelti e benedetti per essere santi, immacolati, figli adottivi, gratificati, redenti e perdonati (v. 3-7), con il sigillo dello Spirito: “In Cristo anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo” (v. 13). In tal modo ci ha abilitati per la missione al servizio del piano di Dio (v. 14), perché la famiglia umana abbia vita in abbondanza.


Parola del Papa

(*) “Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa. Senza di Lui a che cosa essa si ridurrebbe? Sarebbe certamente un grande movimento storico, una complessa e solida istituzione sociale, forse una sorta di agenzia umanitaria. Ed in verità è così che la ritengono quanti la considerano al di fuori di un’ottica di fede. In realtà, però, nella sua vera natura e anche nella sua più autentica presenza storica, la Chiesa è incessantemente plasmata e guidata dallo Spirito del suo Signore. E’ un corpo vivo, la cui vitalità è appunto frutto dell’invisibile Spirito divino”.
Benedetto XVI

Regina Caeili nella festa di Pentecoste, 31.5.2009

Sui passi dei Missionari

- 13/7: S. Enrico II (973-1024), imperatore romano e re di Germania; con la moglie S. Cunegonda propagò la fede in Europa, fondò monasteri e Diocesi.

- 13/7: B. Mariano di Gesù Euse Hoyos (Colombia 1845-1926), sacerdote Diocesano, esemplare per semplicità, integrità di vita e zelo apostolico nelle attività parrocchiali.

- 13/7: B. Carlo Manuel Rodríguez Santiago (1918-1963), laico, primo beato di Porto Rico; apostolo fra i giovani, dedito alla liturgia e alla catechesi.

- 14/7: S. Camillo de Lellis (1550-1614), sacerdote italiano, dedito al servizio degli incurabili; fondatore dei Ministri degli Infermi (Camilliani).

- 14/7: S. Francesco Solano (1549-1610), francescano, missionario in Panamà, Perù e Argentina.

- 14/7: B. Ghebre Michael (Etiopia, 1791-1855), lazzarista; convertitosi dalla Chiesa copto-ortodossa, soffrì persecuzione e martirio; è il primo sacerdote etiopico del Vicariato di Abissinia.

- 15/7: S. Vladimiro (+1015), principe della Russia di Kiev, si convertì (988) e divenne fondatore del Cristianesimo in Ucraina.

- 15/7: BB. Ignazio de Azevedo, sacerdote, e altri 38 martiri gesuiti spagnoli e portoghesi, uccisi dai pirati in mare (vicino alle Is. Canarie, +1570), mentre erano in viaggio verso il Brasile.

- 15/7: B. Anna M. Javouhey (1779-1851), francese, ardente missionaria, fondatrice delle Suore di S. Giuseppe di Cluny, per i bisognosi e le missioni.

- 16/7: S. Maria del Monte Carmelo, luogo che fu il rifugio del profeta Elia; divenne il luogo ispiratore dell’Ordine dei Carmelitani.

- 16/7: BB. Andrea di Soveral, gesuita brasiliano, e Domenico Carvalho, uccisi durante la celebrazione della Messa (+1645) a Cunhaú, vicino a Natal (Brasile).

- 17/7: BB. Teresa di S. Agostino (M. M. Claudina Lidoine) e altre 15 monache carmelitane scalze, ghigliottinate a Parigi (+1794), negli anni della Rivoluzione Francese. Nella stessa epoca, in luoghi diversi della Francia sono stati uccisi, per motivi antireligiosi, numerosi sacerdoti e suore.

 

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