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TESTO La fede di Abramo

don Romeo Maggioni  

V domenica dopo Pentecoste (Anno B) (05/07/2009)

Vangelo: Gv 12,35-50 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 12,35-50

35Allora Gesù disse loro: «Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. 36Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce». Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose loro.

37Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, 38perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia:

Signore, chi ha creduto alla nostra parola?

E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?

39Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse:

40Ha reso ciechi i loro occhi

e duro il loro cuore,

perché non vedano con gli occhi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano, e io li guarisca!

41Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui. 42Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. 43Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio.

44Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45chi vede me, vede colui che mi ha mandato. 46Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. 47Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 48Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. 49Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. 50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Queste domeniche dopo Pentecoste rievocano le grandi tappe della storia della salvezza, iniziata con la creazione del mondo, segnata dalla ribellione dell’uomo, ripresa dalla iniziativa di Dio con l’Alleanza proposta al popolo di Israele, fino al compimento in Gesù di Nazaret, vertice della passione salvifica di Dio per tutti gli uomini.

Ogni tappa richiama l’antico intervento di Dio, visto però come inizio e prefigurazione di quanto Cristo farà in modo definitivo con la sua rivelazione piena e i suoi gesti di salvezza.

Oggi si rievoca l’Alleanza proposta ad Abramo e la sua risposta di fede, per capire la nuova alleanza proposta da Gesù e l’accoglienza di fede che vi corrisponde.

1) L’ALLEANZA CON ABRAMO

Dopo che l’umanità, inquinata dal peccato di Adamo, si era dispersa lontana da Dio, si riprendono ora le fila di un dialogo, quasi spezzato con il diluvio, tra Dio e l’umanità: è l’iniziativa della alleanza che il Signore propone ad Abramo, promettendogli una terra e una lunga discendenza: “Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne” (Lett.). Ha già uno sguardo lungo il Signore! Come contropartita è richiesta la fedeltà a questa alleanza: “Io sono Dio l’Onnipotente: cammina davanti a me e sii integro” (Lett.). Fedeltà richiamata dal segno della circoncisione: “Da parte tua devi osservare la mia alleanza: sia circonciso tra voi ogni maschio” (Lett.).

L’iniziativa è di Dio e precede ogni merito e opera umana. Nulla è dovuto all’uomo; l’alleanza è un dono gratuito, unilaterale e incondizionato. Dio ama sempre per primo e gioca d’anticipo, facendo credito all’uomo. “A chi lavora, il salario non viene calcolato come dono, ma come debito; a chi invece non lavora (cioè non ha pretese di meriti), ma crede in Colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia” (Epist.). San Paolo lo esplicita bene meditando la gratuità dell’opera di Cristo: “Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi” (Rm 5,8). E proprio perché gratuita, l’alleanza è universale, ben oltre il cerchio della discendenza fisica: “In tal modo egli divenne padre di tutti i non circoncisi che credono, cosicché anche a loro venisse accreditata la giustizia” (Epist.).

A gratuità deve corrispondere gratuità. Certo il patto richiede una risposta, quella fede cioè che è pura accoglienza fiduciosa e d’amore: “Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia” (Epist.). E’ l’umiltà di chi sente la sproporzione tra il dono di Dio e la propria piccolezza, anzi spesso la propria ribellione. “Beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere”, si sente cioè oggetto della premura “graziosa” di Dio e cammina quindi “sulle orme della fede del nostro padre Abramo prima della sua circoncisione” (Epist.), e - si deve aggiungere - prima della grande prova! “Chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, preciserà Gesù, non entrerà in esso” (Lc 18,17).

2) LA LUCE DI GESU’

Il compimento dell’alleanza è offerto da Gesù: egli porta il dono del Padre, che è “vita eterna”. “Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”. La nuova ed eterna alleanza l’ha compiuta Gesù sulla croce, offerta gratuitamente da colui che “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 13,1). Egli è l’incarnazione dell’amore del Padre: “Chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Il Padre che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire”. La sua è stata l’opera della piena riconciliazione dell’umanità con Dio, la definitiva alleanza: “E’ piaciuto a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli” (Ef 1,19-20). A messa ogni giorno il sacerdote ripete: “Questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza versato per voi e per tutti in remissione dei peccati”.

L’offerta richiede la risposta, e anzitutto il riconoscimento dell’opera di Gesù: “Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce”. Ma i fatti si possono anche misconoscere: “Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui”. Riconoscimento esplicito, pubblico, visibile: “Anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano”. Si richiede una scelta senza paura: “Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio”. Accettare l’opera di Gesù è accettare l’iniziativa del Padre: “Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato”.

Anche questa, sempre frutto della gratuità, proposta non imposta: “Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo”. Non è però indifferente alla vita accettare o meno l’alleanza con Dio in Cristo: “Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno”. Se sempre grande e preveniente è l’iniziativa di Dio per salvarci, essa rimane comunque sempre condizionata dal nostro sì, dalla libertà che sa accogliere. Dice sant’Agostino: “Dio che ha creato te senza di te, non salverà senza di te”. Questa, non della paura, ma dell’amore è la reciprocità richiesta dal patto voluto da Dio con l’uomo. In sostanza, si tratta di una fede che sa stimare il dono di Dio e lo ritiene significativo, anzi decisivo, per la pienezza di vita che è iscritto nel cuore dell’uomo.

******

Parlare di fede oggi non è più così ovvio: l’uomo si fa da sé, anzi non si crede più neanche ad una libertà perché tutto è solo biologia, e quindi determinismo e caso ciò che avviene in lui. Abbandonarsi a Dio sembra una castrazione della propria autonomia; e per altri una illusione mitologica che non tiene conto della realtà pesante che costringe la nostra vita quotidiana.

Leggere la Bibbia è incontrare uomini coraggiosi come Abramo - o come Gesù - pienamente fiduciosi e abbandonati a Dio, creduto come un padre appassionato alla nostra vita, e per di più fedele e misericordioso!

 

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