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TESTO Desiderio di giovani

mons. Antonio Riboldi

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (15/11/1998)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-19

In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Non so fino a che punto la gente comune segua o si interessi di quanto facciamo noi Vescovi per le Chiese a noi da Dio affidate e per i territori in cui le Chiese sono. E quando parliamo di Chiesa, non ci riferiamo certamente agli edifici di culto, che sono la casa dove i fedeli si incontrano con il Padre nella preghiera e nelle Liturgie ed il Padre si fa vicino a loro, ma per Chiesa intendiamo tutti quanti formano, per il Battesimo ricevuto, la famiglia di Dio: il 'Corpo Mistico di Cristo', il suo Regno già qui nella nostra difficile esperienza sulla terra.

Questa settimana, da Lunedì 9 fino a Venerdì 13 ci siamo ritrovati tutti in Assemblea a Collevalenza nella stupenda casa del pellegrino, per riflettere su due punti: i giovani ed il sostentamento del Clero.

E' stata una domanda che ha attraversato tutti i vescovi d'Italia: "cosa può fare la Chiesa per essere vicina, o camminare insieme ai giovani, in ascolto di quanto vivono, sentono, aspirano; ossia in ascolto dei loro più profondi motivi che sono il senso della loro esistenza in cerca del vero 'senso della vita?' Si è voluta la presenza di alcuni giovani di diverse parti d'Italia e di diverse estrazioni, perché ci sentissero. Non solo, ma per farli partecipi direttamente dei 'lavori di gruppo', dove si discutevano vari aspetti della vita dei giovani oggi. Ed ho visto nel mio gruppo come questi giovani, non solo hanno messo a nudo il loro 'essere giovani' oggi in questa società in continua evoluzione, ma nello stesso tempo in sofferta ricerca'. E la sensibilità dei Vescovi non si è fatta attendere. Anzi...era come un incontro da tanto tempo desiderato ed atteso. Si è così tracciata una via pastorale, che è un farsi vicino ai giovani e trovare il come camminare con loro.

L'affetto per loro è nella lettera che hanno indirizzato a tutti i giovani d'Italia e che io trascrivo qui, nella certezza che i miei amici 'giovani' di Internet mi leggano, mi scrivano e mi dicano le loro impressioni.


MESSAGGIO DEI VESCOVI D'ITALIA AI GIOVANI

Noi Vescovi, Pastori nelle Diocesi d'Italia, riuniti in Assemblea Generale, abbiamo parlato di voi giovani. Ora vorremmo brevemente parlare a voi; ma soprattutto, almeno con quanti potremo raggiungere, desidereremmo parlare con voi.

Anticipiamo questo incontro con un messaggio che vuole avere lo stile e la confidenza di un dialogo. Mai facile un dialogo, ma in questo caso le difficoltà si acuiscono, per la vostra diversa età e soprattutto per le differenti motivazioni con cui vivete, o al contrario pensate di rifiutare, i valori religiosi.

Perché questo desiderio di incontro? Anzitutto per conoscervi, capirvi, apprezzarvi e realizzare così uno scambio di vita, sotto tanti aspetti. Sappiamo che avete tanto da dirci, da darci, da farci scoprire; naturalmente anche da accogliere.

Da parte nostra il dialogo vorrebbe in primo luogo aiutarvi a fare chiarezza sulla conoscenza che avete di Gesù. Ci sta a cuore, infatti, che quanti lo accolgono, non lo facciano in forma parziale o deformata; quanti lo rifiutano, non lo facciano con atteggiamento superficiale o sbrigativo.

Per questo, vogliamo ripetervi una delle prime espressioni del nostro Papa Giovanni Paolo II: "Non abbiate paura!".

"Non abbiate paura di Gesù!"; se mai, abbiate paura delle caricature di Lui, che qualche volta circolano anche fra i cristiani. Il Signore Risorto, invece, come ogni persona, chiede di essere conosciuto, anzi incontrato. Perché solo un rapporto personale permette una vera conoscenza, che sfocia nell'amicizia, nell'intimità della comunione, nell'approfondimento inesauribile.

"Non abbiate paura per tutto ciò che ritenete bello e valido!". Come Dio e come Amico, Gesù entra nella vostra vita, ma non mutila mai l'uomo nei suoi valori, dello spirito e del corpo. Semmai purifica ogni aspetto della vita, rendendo più veri i momenti di gioia, sostenendo con speranza e con amore i momenti difficili.

E poi, le convergenze fra ciò che voi desiderate e quanto Gesù ama e propone riguardano gli aspetti più importanti della vita: l'amore vero, capace di tradursi in gesti che lo fanno crescere; la libertà di ognuno, affinché diventi liberazione per tanti; la certezza di una vita che viene dal Padre, cresce nella collaborazione con ogni uomo, salva ogni momento terreno portandolo alla comunione eterna.

E "non abbiate paura neppure della Chiesa!". Riconosciamo tutti come nella storia, lontana e recente, gli uomini l'abbiano spesso deformata. Se di fronte ad essa vi porrete l'interrogativo sbagliato: "Che cosa è la Chiesa?", inciamperete solo in sassi o sprofonderete nella polvere. Se invece vi porrete la domanda: "Chi è la Chiesa?", allora in essa scoprirete la presenza di Lui, il Signore, assieme a tanti uomini, diversi nei doni e nei servizi, ma tutti chiamati a camminare verso la santità, malgrado i loro limiti. E la Chiesa? La Chiesa allora sarà come la luna: proprio con i suoi poveri sassi essa è capace di riflettere la luce divina, che accompagna i nostri passi incerti verso la piena comunione con Dio e fra gli uomini.

E siate uomini e donne di buona volontà. Non ritenetevi mai dei disoccupati o degli ignorati. Illuminati da Cristo, rafforzati dal suo Spirito e accompagnati dalla Chiesa, sappiate di essere degli attesi: dalle comunità ecclesiali per la loro missione e dal mondo con le sue aspirazioni. Siete dunque un dono per tanti.

Vi salutiamo e benediciamo con grande affetto e tanta speranza.

Collevalenza, 12 novembre 1998
I vostri Vescovi

 

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