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TESTO Tu sei Pietro

mons. Antonio Riboldi

XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (18/10/1998)

Vangelo: Lc 18,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 18,1-8

In quel tempo, Gesù 1diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Questi giorni l'attenzione di tutto il mondo è rivolta al nostro Santo Padre, Giovanni Paolo II. Sono esattamente 20 anni che Dio lo ha scelto e posto a capo della Sua Chiesa. Un 'posto', di così grande responsabilità che solo una grande forza quale viene da Dio stesso può farla accettare.

Per di più essere 'Pietro' di una Chiesa diffusa su tutta la terra e quindi una presenza tra tutte le genti, con il grande compito di rendere presente Dio ad ogni uomo, in modo che ogni uomo, nessuno escluso possa conoscere la sua vera origine, identità e quindi senso della sua vita. L'uomo, lo dovremmo sapere tutti, trova la giustificazione della sua vita nel solo fatto di essere in questo mondo, perché generato dall'amore del Padre. Senza questa 'generazione', la vita non avrebbe senso: non sarebbe più vita. Siamo fatti per essere amati, per amare; un amore che non termina qui, su questa terra.

Sarebbe poco o inutile: come assaporare il gusto di una amicizia forte che diventa sempre la gioia vera della vita, per vedersela poi sfumare per sempre. L'amore chiede l'eternità. E così è per noi uomini, tutti nati dallo stesso Padre e tutti chiamati a fare parte un giorno della casa del Padre.

Questa vita è un pellegrinaggio dalla casa del Padre dove siamo nati, nella casa del Padre per restarci. Perché lì e solo lì è il solo vero sogno di ogni uomo.

Non è facile l'opera di fare conoscere il Padre ad ogni uomo su tutta la terra. Occorre chi evangelizzi, chi testimoni. Ed è l'opera di tutta la Chiesa di Dio: un'opera necessaria ed urgente che oggi viene ricordata nella giornata missionaria.

Questo ultimo scorcio di tempo, ha conosciuto conquiste della scienza e della tecnologia che hanno letteralmente cambiato il nostro stile di vita e a volte di consuetudini e di pensiero. Ha sperimentato storie di popoli che non erano conquiste di civiltà, ma tragiche barbarie. Basta pensare al comunismo ed al muro di Berlino. Non era certamente facile essere 'Pietro' oggi.

Eppure Dio ha dato alla Chiesa pontefici grandissimi, da Pio XII, a Giovanni XXIII, 'il Papa buono', a Paolo VI, 'il vero traghettatore della Chiesa con il Concilio Vaticano II, a Papa Luciani 'il papa del sorriso', fino a Giovanni Paolo II, il papa 'venuto da lontano, dall'Est'; ossia dalla stessa frontiera dove si imponeva l'ateismo con la ferocia della dittatura.

Si intuì subito che "quell'operaio di Polonia" che Dio aveva scelto come Suo Vicario in terra, aveva la fede, l'amore alla libertà e all'uomo, il coraggio della verità che ci voleva. Ed è passato tra gli uomini, d'ogni continente, suscitando carità e speranza. Non lo fermò l'attentato che sono certo è per miracolo di Fatima che non sia finito in 'martirio'. Affrontò il mondo con il coraggio e la forza della verità di Dio, impugnando la Croce, segno di debolezza, ma di enorme forza in Cristo, divenendo simbolo vivente 'del vero uomo', quello fatto ad immagine e somiglianza di Dio, 'gloria del Dio vivente'. Ed oggi tutti gli rendono testimonianza di essere la figura del vero uomo sulla terra e nel cielo, che può essere guida sicura per tutti.

"Un gigante di questa difficile storia" lo definirono. "Un grande amico degli uomini", privilegiando i poveri ed i giovani, da cui è amato, come sanno amare i giovani. Non ci si può sottrarre al fascino che emana dalla sua testimonianza di fede. E viene spesso la domanda: da dove gli viene tanta forza? da una vita contemplativa che sembra quasi inconciliabile con i tanti impegni che ha. Prega ben 7 ore al giorno. Una cosa impressionante. E chi ha potuto vederlo quando è in preghiera, comprende la forza della sua preghiera. A me piace vederlo, oggi, come viene descritto Mosè sul monte durante la difficile battaglia che il popolo di Israele doveva sostenere contro il forte Amaleck.

"Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del monte – racconta l'Esodo –.

Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli si sedette, mentre Aronne e Cur, una da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo" (Es.17,8-13)

Confesso che la festa del S. Padre, la sento un poco mia. Infatti anch'io sto vivendo i 20 anni di vescovo. Fui uno degli ultimi vescovi scelti da Paolo VI; ma iniziai il mio servizio con Giovanni Paolo II. Ci conosciamo e ci vogliamo tanto bene. Più volte ebbi modo di stare con lui a tu per tu. Ogni volta avevo come l'impressione di essere di fronte al Santo. E posso dire mi fu veramente vicino, concretamente, nei momenti in cui il mio servizio chiedeva fede e coraggio. Oggi faccio festa con lui, una grande festa che non è solo della Chiesa, ma del mondo intero. E a fare festa, credo in cielo, sarà Maria SS.ma, per cui il S. Padre prova un amore immenso "Totus tuus" è lo stupendo suo motto. E Maria SS.ma davvero lo conserva come 'Suo'.

 

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