PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO La sfida del Vangelo

mons. Antonio Riboldi

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (27/09/1998)

Vangelo: Lc 16,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Anzitutto vorrei mandare un pensiero di condivisione – che credo condiviso da tutti i miei amici di Internet, ai fratelli dell'Umbria e delle Marche che il 26 settembre dello scorso anno furono colpiti dal terremoto. Ho la gioia di essere tra di loro la sera del 26 a Camerino per ricordare, non solo, ma per sperare.

Ho vissuto particolarmente nel Belice la tragedia del terremoto che ti costringe a vivere 'una povertà' che mette a dura prova vita e speranza.

E la Parola di Dio oggi viene in aiuto a capire cosa sia una povertà, il più delle volte, se non sempre, frutto dell'egoismo umano: ed una 'ricchezza' che dovrebbe farsi 'povertà di spirito' perché non ci siano più poveri.

Così descrive il profeta Amos i 'ricchi del suo tempo', non tanto dissimili dai ricchi del nostro tempo. "Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samarìa. Essi su letti di avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell'arpa, si pareggiano a Davide negli strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si ungono degli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano" Perciò andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l'orgia dei buontemponi". (Amos 6,4-7)
Ma sono ancora valide le parole di Amos oggi?

Leggiamo insieme quelle che un settimanale chiama "le cifre della vergogna":

- 1 miliardo e trecento milioni di esseri umani vivono con meno di un dollaro al giorno. Nel 1996 erano solo 100 milioni!

- 4 miliardi e trecento milioni di persone vivono con una media di 750 dollari all'anno, cioè poco più di due dollari al giorno (quasi un pacchetto di sigarette sul nostro mercato!)

- L'80% della popolazione mondiale possiede il 15% delle ricchezze, mentre il 20% più povero ne possiede l'1,1%:

- la provvista di acqua a testa nei paesi in via di sviluppo (così oggi si chiama eufemisticamente chi vive ai limiti della sopravvivenza) e solo un terzo di quella che aveva nel 1970.

- Oggi la ricchezza netta dei 10 uomini maggiori miliardari e di 133 miliardi di dollari (una cifra da capogiro nelle mani di 10 persone). E questa ricchezza rappresenta una volta e mezzo il reddito complessivo di tutti i paesi del terzo e quarto mondo.

- E un ultimo dato, ma non è il solo, i livelli di Aiuto Pubblico allo Sviluppo (ossia la solidarietà dei paesi ricchi verso quelli poveri), toccano oggi il minimo storico, con una media europea del 2,5% del prodotto nazionale lordo dei paesi donatori. L'Italia è all'ultimo posto, a "pari merito" con il Giappone: ossia lo 0,2% del prodotto nazionale lordo. Abbiamo 'la maglia nera della solidarietà!

- "dulcis in fundo": secondo una agenzia dell'ONU (PER LO SVILUPPO UMANO BASTEREBBERO 80 miliardi l'anno per garantire a tutti gli abitanti della terra i servizi fondamentali. E 80 miliardi di dollari, sono solo l'1% della ricchezza globale.

In questo quadro si capisce molto bene la parabola evangelica del ricco epulone e del povero Lazzaro, che "giaceva alla porta del ricco epulone coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco" (Lc. 16,19-31).

Viene spontanea una domanda, la stessa che gli apostoli posero a Gesù: quando affermò: "E' più facile che un cammello entri per la cruna di un ago che un ricco in paradiso". "Chi si salverà?"

Dio non condanna i beni che Lui dona, come la salute, anche la ricchezza, come tutti gli altri talenti che possediamo. Se sono doni hanno una destinazione: diventare a loro volta 'doni' per chi non ne ha. Il male è considerare i doni di Dio, ricchezza compresa, come qualcosa di totalmente proprio, escludendo la condivisione, come successe al povero Lazzaro. La ricchezza diventa veramente una benedizione, quando chi la possiede si 'fa povero', ossia si sente libero, distaccato e chiama alla sua tavola chi è nel bisogno perché non abbia più bisogno. Penso a S. Francesco, all'industriale Candia e a tanti che mettono a disposizione di chi non ha i loro beni. Ripeto, non come elemosina, ma come condivisione.

Parlare di queste realtà e mettere il dito sulla piaga del nostro tempo ossia la bramosia di ricchezza che Dio chiama cupidigia e che è la radice di tutti i mali. A questo punto 'la povertà secondo Cristo' è davvero la sfida ai mali del nostro tempo. Una sfida difficile, ma necessaria, che per fortuna molti fanno: e sono la speranza di giustizia nel mondo: sono la speranza di tutti i poveri che abbiamo elencato sopra.

 

Ricerca avanzata  (54001 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: