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TESTO L’Amore tra un uomo e una donna

don Romeo Maggioni  

III domenica dopo Pentecoste (Anno B) (21/06/2009)

Vangelo: Mc 10,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Partito di là, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. 2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

L’amore tra un uomo e una donna è tutto per una vita. Ne sentiamo il fascino, vi dedichiamo tutte le nostre risorse perché da lì scaturisce la nostra felicità.

D’altro canto ne sentiamo trepidazione e timore. Dubitiamo della resistenza del nostro e altrui sentimento. Intuiamo che l’amore vero è una tal somma di elementi psicologici, spirituali, fisici, morali e soprannaturali, che ci sembrano difficili da combinare assieme con equilibrio e reciprocità totale.

Per cui spesso si entra nell’amore già con quella riserva sul tempo che ne taglia il vigore e ne inquina la più profonda soddisfazione. Eppure anche quello dell’indissolubilità è elemento costitutivo, e quindi decisivo, per la riuscita dell’amore umano.

Ce ne parla oggi Gesù, riconducendoci al fondamento dell’amore tra un uomo e una donna, segnalando il male che lo minaccia e aprendolo alla grazia di Dio che salva.

1) ALL’INIZIO

La radice dell’amore tra un uomo e una donna sta nell’atto creativo di Dio: “Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda”. Crea la donna, tratta dall’uomo, a dire quanto le sia simile, quanto sia della stessa dignità, anzi della stessa carne; e quindi ad esigerne l’unione, la complementarietà, il ritornare ad essere “una carne sola”. Allora l’uomo esce in quel primo canto d’amore che dice la soddisfazione profonda dell’opera fatta da Dio: “Questa volta è osso dalle mie ossa, carne della mia carne”. Io, uomo, ne sento tutta la sintonia, la risonanza, trovando in lei comprensione, reciprocità, fisica e spirituale, appunto: completamento.

Se l’amore è la struttura dell’uomo e della donna, ne costituisce il progetto, il fine, il traguardo, - noi diciamo: la chiamata. Non è indifferente per l’uomo e per la donna la realizzazione piena di questo amore. Il suo fallimento è fallimento d’un progetto di Dio, d’una “macchina” già essenzialmente strutturata, affidata alle nostre mani da far funzionare, da portare a pieni giri perché esplichi tutte le sue risorse di felicità e di vita. L’amore combacia con la vita. La nostra vita è una scintilla di quel fuoco d’amore che è Dio: siamo stati fatti a sua immagine per riprodurre il suo elemento qualificante, perché “Dio è amore” (1Gv 4,8).

Ne deriva che l’amore è la realtà più alta e più matura nell’esistenza di una persona, e anche la più ardua e difficile, la più complessa e piena, proprio perché è la vita stessa - dicevamo -, che determina il nostro destino terrestre ed eterno. E’ certamente sentimento ed emozione spontanea iniziale, che poi richiede di divenire atto pienamente umano, cioè esercizio della intelligenza e della volontà, atto libero, consapevole e responsabile. E ancora: allenamento al dono, al rispetto, all’accoglienza, alla convivenza, alla reciprocità del dare e anche del ricevere. Alla fine deve avere una dimensione anche religiosa, cioè collegata a Dio per capirne l’origine, per raggiungerne il fine, per essere redento nelle sue fragilità, debolezze e insufficienze. L’amore non è un gioco da bambini, ma vuole il massimo delle potenzialità umane e spirituali. Altrimenti necessariamente fallisce!

2) LA SCLEROCARDIA

Gesù stesso, da medico esperto dell’anima, indica con precisione il nome della malattia che fa fallire l’amore: si chiama, col termine greco dell’originale, “sclerocardia”, cioè la sclerosi del cuore! “Per la durezza del vostro cuore Mosè scrisse per voi questa norma”. Che cosa è questa “durezza del cuore”? Quando la Bibbia parla di durezza di cuore fa sempre riferimento a Dio; è quindi su questa strada che dobbiamo ricercare le cause ultime del fallimento dell’amore, e poi i suoi rimedi. Ci sono certamente cause più prossime: immaturità, irresponsabilità, condizionamenti sociologici, mancanza d’educazione al dono, istintività eretta a principio, gioco...; ma oltre a tutto questo sta sempre una mancanza di fede e un rifiuto di Dio a determinare il fallimento del matrimonio.

Questa durezza di cuore è non solo mancanza di buona volontà; è più profondamente una vera e propria incapacità, insufficienza, nei confronti dell’amore, e del bene in generale, perché la nostra umanità è nata ferita, indebolita dal peccato, e il nostro cuore ha ricevuto come una iniezione di veleno, cioè di egoismo. Scrive san Paolo: “In me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo” (Rm 7,18). C’è bisogno di un risanamento, di cambiare il cuore di pietra in cuore di carne. É necessario far rifluire di nuovo quella capacità e quella carica d’amore che è propria di Dio per poter vivere il nostro amore in quella forma piena ed unica che è quella divina, essendo stati fatti a sua immagine. “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5), anche e soprattutto in questo settore dell’amore, di cui ci sentiamo tanto gelosi e autonomi.

Il riferimento e il modello dell’autentico amore è Cristo “che ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei”, per fare della Chiesa la sua sposa “senza macchia né ruga, ma santa e immacolata” (Epist.). Si prende cura di Lei come del proprio Corpo, “poiché siamo membra del suo corpo”. “Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo”. Questo dell’amore tra marito e moglie “è mistero grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa”. Non è allora un di più folklorico o emotivo sposarsi in chiesa e vivere l’amore coniugale nella Chiesa. Se l’uomo è impastato di divino, non può far più niente senza Dio. Fingere di ignorarlo, si rischia la pelle!

Dice una bella sentenza rabbinica commentando la pagina della Genesi che abbiamo letto come prima lettura: “Dio non ha tratto la donna dalla testa dell’uomo, perché gli comandasse; né dai suoi piedi, perché fosse la sua schiava; ma dal suo fianco, perché fosse sempre vicina al suo cuore” (Talmud).

Evitare che l’amore divenga possesso, che la comunicazione si sciupi in banalità e cose, scommettere sempre sulla sincerità e la tenerezza, e... alla fine avere il coraggio del perdono, costituiscono quel primo mazzetto di virtù che abbellisce ogni nuova famiglia che nasce e la profuma dei valori più sicuri e necessari alla felicità del cuore d’ogni uomo e d’ogni donna.

 

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