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TESTO Il respiro che ci manca

mons. Antonio Riboldi

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (19/07/1998)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Riprendo il mio posto nella nostra 'piazzetta di Internet' per l'incontro con i tanti amici che oramai vengono a trovarmi, dopo che la settimana scorsa feci silenzio. Il motivo è molto semplice: con 90 pellegrini della mia Diocesi, quasi tutti impegnati nel servizio alle Parrocchie, mi sono recato nella Terra di Gesù, o Terra Santa. Uno stupendo viaggio nelle meraviglie della nostra fede. Lì, se ci vai, con una intensa preparazione spirituale che deve precedere ogni incontro perché questo non sia superficiale, ma conosca le profondità dell'incontro, veramente ogni luogo che visiti è come 'sentire la presenza di Gesù nella sua terra e viverne la vita'.

Da Nazaret, dove conobbe il suo concepimento nel seno di Maria SS.ma per opera dello Spirito Santo: sempre a Nazaret dove Lui visse i primi 30 anni della sua vita di Dio fatto uomo.

A Cafarnao, sul monte delle beatitudini, sul lago di Tiberiade, dove visse la Sua vita di Figlio mandato dal Padre ad annunciare il Vangelo di salvezza.

Ed era facile 'vederLo' tra la folla degli ammalati che a Lui ricorrevano per ottenere la salute: o dei poveri che cercavano una parola di speranza; o dei curiosi che a volte si lasciavano attrarre dalla Sua parola ed a volte tentavano di contraddirlo. Sulla quiete silenziosa del lago di Tiberiade, sembrava sentire l'eco delle Sue parole, che il rumore del tempo e del mondo non riescono assolutamente a smorzare. Parole che distribuiscono amore e speranze alle folle per cui sente tanta compassione perché sembrano pecore smarrite, senza pastore.

A Betlemme, nella grotta dove nacque e che sembrava riportare il canto degli angeli "gloria a Dio e pace in terra agli uomini che Egli ama".

Nel Cenacolo dove istituì il grande Sacramento o Divino dono dell'amore con l'Eucarestia e dove dopo la Sua Resurrezione fece il dono dello Spirito Santo nella Pentecoste. Quella sala, solenne e silenziosa, sembra conservare intero il mandato: "Prendete e mangiate questo è il mio corpo...Fate sempre questo in memoria di Me". Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi questo è il mio comandamento".

E quindi i luoghi della Sua agonia, il Getsemani, la Via Crucis, il Sepolcro.

Sono momenti e luoghi dove l'emozione ti prende alla gola; E quando fai. la via crucis per la 'via dolorosa', in mezzo al rumore della kasba dove tutti offrono i loro prodotti, come in un grande, interminabile bazar, veramente ti pare di essere uno del corteo che accompagnava Gesù al Calvario.

Giunti al Calvario che è posto nella basilica del S. Sepolcro, chinandoti a baciare il luogo dove Gesù è stato crocifisso, ti senti muto nel cuore e nelle labbra, come Maria sotto la croce, incredulo di quanto amore Dio ha per te e quale gravità sono i nostri rifiuti, i nostri peccati. Dalla Croce Gesù pare ti dica: "Guardami bene come soffro e lo faccio con amore sconfinato: lo faccio per togliere i tuoi peccati." E ti vieni da arrossire interiormente. Fino a dare sfogo al tuo amore nell'adorare il S. Sepolcro e gioire nella Resurrezione.

Ci furono due luoghi e momenti. che ci hanno detto quanto è grande e necessario il silenzio contemplativo del cuore per 'sentire e quindi vivere Dio': nel deserto dove abbiamo voluto recarci di buon mattino in luogo adatto per capire cosa voglia dire 'fare deserto nel cuore per ascoltare Dio' e sul Tabor. Questa necessità della contemplazione che più volte definivo ai miei pellegrini, come il necessario olio della lampada perché lo stoppino, che è la nostra quotidiana attività, potesse davvero fare luce, l'abbiamo come vissuta a Betania nella casa dell'amicizia, ossia nella casa di Marta, Maria e Lazzaro.

Lì davvero si è compreso il Vangelo di oggi: "Gesù entrò in un villaggio e una donna di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella di nome Maria, la quale sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Gesù le rispose: "Marta, Marta tu ti preoccupi e ti agiti per troppe cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta" ( Lc.10,38-42)

Ed è veramente così. Lì era facile capire la nostra 'agitazione' nelle attività che troppe volte sono un chiasso che non fa bene e svuota di senso. Una agitazione, tante volte accompagnata dal rumore delle TV e radio che sembrano voler riempire tutti gli spazi della casa e della vita e annientano il 'silenzio di Maria'. Agitazioni che portano da nessuna parte.

Altra cosa è 'servire', ossia occuparsi là dove Dio ci ha posti, altra cosa è agitarsi. Si impone a tutti, anche a voi amici, il silenzio contemplativo di Maria; un silenzio che è il solo modo di gustare l'amore, farsi riempire dall'amore. E' un silenzio che fanno tutti quelli che si amano veramente, quando vogliono vivere in profondità e intensità l'amore.

Come è presente ed attuale Gesù nella sua terra e, se vogliamo, nella nostra vita.! Vi ho ricordato tutti nella preghiera, amici.

 

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